@ zaphod
maxpiano69 ha scritto:
Diciamo che forse sono piú aperti e meno "polemici a priori"?
ora tocca a me quotare te.
Tutto il mondo è paese e in tutto il mondo vi sono persone che, per vari e disparati motivi, criticano molto ciò che hanno e ciò che non hanno. L'italiano ha fatto arte di questa caratteristica e spesso si perde in molte parole, quando altri comprano e usano. Punto. Comprano e usano una cosa per ciò che è, non per ciò che rappresenta.
Il mercato, o meglio il marketing (e qui parlo da
non esperto, è solo un'impressione) non incentiva questo tipo di acquisto. Cerca di farti comprare di tutto e il suo contrario. E' difficile, per chi non sia motivato, tenere un oggetto comprato per più di un tot di tempo. Sto divagando, comunque.
Un esempio di quello che intendevo prima lo troviamo in questo 3d: Gabriele ha iniziato a parlare di Dexibell e siamo finiti su Fatar/Studiologic. E pare che il peccato originale di una Numa si debba riflettere negativamente su Dexibell, perchè monta meccaniche Fatar.
Personalmente, il valore di questi Dexibell mi pare adeguato, ma il giudizio è sospeso finchè non li provo.
Ma io ho una concezione del valore più
estera che italiana, se posso permettermi. Ho sia CP1 che PX5, e
per me vale più il CP1, dall'alto della cifra spropositata che costa. Non mi interessa che costi 4000 euro, ma non perchè mi escono i $ dalle orecchie. Sul cp1 mi diverto (quasi) come su un acustico, perchè mi viene dietro. Fa quello che voglio. Ha un buon suono. Ha un'ottima interazione col tasto. Uno strumento non lo si sposa? Io credo di sì. E' il modo di farlo rendere e di far rendere i sudati soldi che lo si è pagato. Yamaha mi ha preso per il culo? Forse, ma nemmeno mi interessa. Non so se riesco a farmi capire, ma alla fine ho speso meno io e mi sono divertito di più rispetto a chi si scervella ogni 6 mesi dietro ai piani con la migliore keybed in rapporto al prezzo, con più giga o meno kg.
Poi ben venga il Casio, per le prove mi va bene (associato ad un Vintage D
) e può tornare utile se suono in una malga irraggiungibile con l'auto e mi devo schioppare 300 metri a piedi.
Ma
io, tutto considerato, spenderei più a cuor leggero 4000 euro per un cp1 che 800 per il Casio.
Spero di aver spiegato bene il mio pensiero e di non venire frainteso.
Tutto per dire...? a seconda dei casi, delle teste, degli usi, il prezzo di questi Dexibell può essere fuori mercato o al contrario possono sembrare regalati.
Casio, dopo anni di assenza sul mercato che conta, aveva qualcosa da dire e l'ha fatto proponendo strumenti musicali al prezzo di elettronica di consumo. Non pretendevano di rivoluzionare il mercato, ma hanno dimostrato che si puo' costruire una 88 tasti professionale a prezzo e peso molto contenuto, e, perchè no, anche con qualche attributo (capacità di sintesi, di masterkeyboard, di architettura, etc) che manca persino al tuo CP1, che per quanto professionale è "limitato" alle funzioni classiche del piano stage.
Il discorso di provare e poi giudicare, francamente lo trovo una coglionata a prescindere. Oggi il prodotto lo vedi, lo senti con la stessa qualità che avresti avendolo di fronte, la meccanica la conosci perchè l'hai già provata su altri strumenti. Insomma uno che ha un minimo di esperienza, un'idea se la fa... da li nasce l'interesse. Anche con il PX5s fui critico inizialmente, poi mi sono dovuto ricredere, ma influiva molto l'aspetto economico dello strumento.
Sono sincero, la serie Vivo ha un look molto professional, si intravede da foto e video che è stato concepito con l'uso di buoni materiali, il layout sembra ok, il grigio/nero è triste, ma mi piace mi ricorda l'obx, il crumar trilogy... Non è male, anzi direi che va bene. Anche il peso non è eccessivo, considerato tutto. Capacità di master buone. Immediatezza ok. Il suono di piano mi piace, ma sapete che sono di bocca buona con i digitali in genere. Sui rhodes sono stato forse troppo severo, ma c'è sicuramente di meglio a quel prezzo. Ma appena leggo il prezzo s'ammoscia tutto l'entusiasmo.
Lo dico con rammarico, Dexibell con quei prezzi rischia che la gente manco li prova gli strumenti. Peccato.