@ ahivela
efis007 ha scritto:
Il piano digitale non può riprodurre le migliaia di sfumature di un piano vero acustico perchè è fatto coi campioni, cioè "fotografie" prefissate di un suono, e sono sempre identiche.
Nel piano acustico ogni nota che tocchi emette un suono sempre diverso dal precedente, il suono lo determina lo strumento ma soprattutto il tuo tocco.
Su un piano acustico il mio "pianissimo" è molto diverso dal "pianissimo" di Michelangeli, anche se lo strumento è lo stesso.
Su un digitali il mio "pianissimo" è identico a quello di qualsiasi altro pianista perchè lo strumento, più di quel suono campionato, non può fare.
Questo e' sicuramente vero per gli strumenti campionati. Per quelli a modelli fisici un po' meno.
Ma la vera domanda resta: quanto e' tollerabile la inevitabile scordatura che finisce sempre per avere un piano acustico?
Ovvero, meglio sacrificare le sfumature del tocco, o meglio sacrificare le orecchie con i cantini calanti?
(Salvo accordare un mese si' e uno pure, ma non mi sembra una usanza particolarmente diffusa...)
sono pienamente d'accordo con Ahivela: o si é Benedetti Michelangeli e si necessita, e ci si puo' permettere, qualcosa di trascendentale, o un buon digitale é meglio di un mediocre coda mal accordato
sui modelli fisici: in teoria mi sembra la strada giusta, in pratica non ho ancora sentito un physical model che mi abbia entusiasmato in quanto a "grana timbrica"
diciamo che oggigiorno un piano sampled é una stupenda fotografia ed un physical model un filmato mediocre