E mi ci metto anch' io....
e ne dico una grossa:
QUEL SI (naturale) IN DO- POTREBBE IN ALCUNI CASI ESSERE CONSIDERATO ANCHE DOb !!! (se il movimento delle parti lo richiede).
Un principio degli accordi (classico e non) è la sovrapposizione di terze nell' ambito della tonalità in cui ci troviamo.
Altro principio fondamentale è che il basso è la colonna su cui poggia l' impianto armonico ed è a questo che si deve far riferimento per il riconoscimento.
Quindi il basso è l' ultima nota indispensabile (di cui non potremo fare a meno, insieme alla melodia) per dare un senso di riferimento musicale che ci permetta di riconoscere quello che si è voluto dire musicalmente.
Poi si arricchisce armonicamente con note che offrono vari gradi di importanza per dar peso all' ambiente armonico: la terza (che ci dice se siamo in minore o maggiore), la quinta (che se disponiamo di solo 3 voci può essere omessa in favore di una settima) e via dicendo, sommando terze su terze, sia sulla scala "classica" o modale se ne si è padroni e si vuol aggiungere un pò di classe jazzistica.
Il modo di scrivere gli accordi per accompagnare un brano non è una scoperta moderna.
Anzi, già nel '600 esisteva quello che per noi oggi è "la sezione ritmica" e si chiamava "continuo".
Il continuo era composto da un tastierista, una viola da gamba (successivamente violoncello) e chiunque altro sapesse aggiungere note "inventate" sulla base di un "Basso Continuo" che praticamente era un rigo musicale con scritte solo le note fondamentali di basso e con dei numeri sopra che indicavano gli intervalli che il compositore voleva che si esprimessero.
Quindi un Mi con sopra i numeri 3 e 6 indicavano inequivocabilmente un Do magg. con la terza al basso (Mi - Sol - Do) e l' esecutore aveva ampia libertà nell' eseguire questo accordo sia ritmicamente che nell' estensione. Insomma, si improvvisava senza problemi.
Per quanto riguarda gli accordi in stile "moderno" si avrà sempre un pò di confusione se non li si mettono nell' ottica "classica".
Si deve considerare che in un accordo complesso non tutte le note sono indispensabili per l' effetto e che la mancanza di alcune di queste non inficia il nome dell' accordo.
Quindi il famigerato C-7+/F è probabilmente un 5° grado di Sib, quindi fondamentalmente un accordo di FA e le sue sovrapposizioni (non conosco il brano in cui è inserito questo accordo) che ha di norma questa successione: Fa/La 3^/Do 5^ /Mib 7^ /Sol 9^ /Si(b) 11^ che in questo caso, con un gusto modale/jazzistico, viene alterato in Si naturale (11#).
Per semplicità di esecuzione viene sintetizzato in C-7+/F e questo, se non si ha alle spalle qualche centinaio di bassi armonizzati (come da programma di conservatorio), può creare confusione.
L' armonia è semplice, si basa su due note: melodia e basso, tutto il resto è arricchimento e può anche essere omesso.
Edited 25 Nov. 2011 13:13