SMARTKID ha scritto:
scusate ma... a parte gli stupidi moralismi, riuscite almeno il giorno di ognissanti a non infamarvi a vicenda e a parlare dell argomento?
sono rientrato a casa, e scorrendo gli ultimi 10 post ho trovato solo offese, critiche e discussioni.. che ben poco mi pare abbiano a che fare con "cio' che manca allo jupiter".
Per come è stata concepita la macchina gli mancano solo le tre cose che ho detto.
- Un hammond controls che permetta di usare l'hammond efficacemente.
- Una versione con tastiera pesata che permetta di usare i suoni di pianoforte supernatural come si conviene a un bel suono di pianoforte.
- E infine una migliore gestione delle risorse atte a far sì che la macchina non "lagga" quando viene sovraccaricata.
A parte queste cose al JP80 non gli manca niente così come è stato concepito.
E' stato concepito come un synth, quindi l'assenza di campionatore e sequencer ci sta.
Scelta magari criticabile, certamente, ma è scritto chiaro, il JP80 non è una workstation, è un synth, per cui problema finito.
La gestione live dello strumento è rapida e intuitiva, i pulsanti sono a presa rapida, belli grandi, retroilluminati, con tanto di pulsanti sottopollice, per cui anche sotto questo aspetto ci siamo alla grandissima.
L'unico rammarico che faccio a cotanta ergonomicità è l'assurdità rappresentata dalla sezione hammond fatta in quel modo osceno coi drawbars a display.
Una scelta patetica sotto ogni punto di vista, senza scuse, che getta fango al concetto di "live instrument".
Nonchè a mio vedere trovo strano anche la mancanza di ulteriori controlli in real time per le funzioni synth più essenziali quali cutoff, resonance, inviluppi, etc.
Insomma lo strumento così com'è, è bello, ma al tempo stesso è tra virgolette "baggato".
Sembra uno strumento in cui lo stato di progettazione si è fermato all'80%, ossia anzichè dedicare attenzione all'elemento "controlli in real time", è stata rivolta ai pulsanti eccezionali, ma poi hanno lesinato sul resto (che conta anch'esso, eccome).
Idem per i suoni.
I suoni sono generalmente di altissima elevatura, ma altri come rhodes o hammond sono stati sottovalutati.
E il bello è che si tratta di suoni tastieristici molto importanti perchè sono i suoni tastieristici!
Ma anzichè dedicargli attenzione si è lesinato su questi suoni, e hanno preferito dedicare più attenzione a trombe, chitarre, etc, (che non sono suoni tastieristici).
Sull'hammond ad esempio non dovevano esitare.
Sia come suono (è buono, ma non eccezionale).
Sia come controlli (ridicoli!).
Sia come leslie (non ci siamo).
Idem per i rhodes, i quali non brillano di certo e non stupiscono.
Se quindi il JP80 da una parte restituisce suoni stupendi ad altissimo realismo, dall'altra genera dei rhodes e degli hammond (privi persino di controllo efficace nel live) che... fatti in quel modo... sembrano messì lì per far numero, ma che non hanno nulla di eccezionale se paragonati a tutto il resto dei suoni della macchina.
Insomma su questi suoni Roland ha esistato molto, è una mancanza.
Da quì appunto la mia impressione che il JP80 sia uno strumento "baggato", ossia uno strumento che era vicino a fare 31 e invece si è fermato a 30, anzi forse meno, a 28.
Ed è pure bello esteticamente.
Insomma è un peccato, lo sottolineo nuovamente, è un peccato, perchè le potenzialità le aveva tutte (basta sentire gli altri suoni per rendersene conto).
E invece...