@ wildcat80
A me la carne rossa piace, e molto, ma non la mangio frequentemente.
Quando lo faccio deve essere buona, di qualità, e tagli, passatemi il termine, pregiati, che non è il termine corretto e vi spiego meglio.
Con questo termine non intendo il filetto di wagyu, ma:
- animale adulto, invecchiato
- allevamento al pascolo
- tagli dotati di gusto e personalità quali diaframma, costata, tagli appropriati per il roastbeef (entrecote, noce, scamone, ma anche il codone o picanha se macellata all' italiana con poco grasso è perfetta, col grasso è meglio farla alla brasiliana), cappello del prete, ma includo anche tagli poveri ma pazzeschi come i tagli di pancia e petto usati da noi per il bollito, che però si prestano a macellazioni e cotture prese in prestito dal Nuovo Mondo (asado, affumicatura) dandogli tutt'altra dignità... basta pensare alla differenza fra le ossette da brodo ricavate dalle coste e le coste stesse tagliate a cartucciera e arrostite a lungo in cottura indiretta.
Il bello è che spesso ad esaltarmi sono tagli come il diaframma o la scaramella, che stanno sempre sotto i 10 euro al kg anche se di provenienza eccelsa... mentre non mi esalto mai per un filetto da 30 e fischia euro al kg.
Ho un cugino di secondo grado che ha rilevato una macelleria vicino a casa, proviene da una famiglia di commercianti di carne da generazioni (già il papà del mio bisnonno andava a comprare carne nel cuneese per rivenderla a hotel e compagnie di navigazione) e ha gli agganci giusti, ha carne eccezionale (non a buon prezzo), ma vende principalmente quello che la gente chiede: scottona e vitello, carni che non concepisco sia dal punto di vista etico che nutrizionale.
Ieri a pranzo mia suocera mi ha propinato una costata di vitello che mi ha fatto venire la depressione, quindi a cena ho avuto la solita reazione di rigetto e ho puntato tutto su un piatto vegano: pasta e fagioli.
Prendiamo:
- 1 o 2 carote a seconda della taglia
- 1 o 2 cipolle bianche a seconda della taglia
- uno spicchio d'aglio
- un piccolo pezzetto di costa di sedano
- un rametto di rosmarino fresco
- 150 gr di fagioli borlotti secchi ammollati e cotti, oppure 200 gr di borlotti freschi, oppure 2 confezioni di borlotti in scatola (io ho usato questi, purtroppo)
- una patata media
- 150 gr di mezze maniche integrali
- brodo vegetale
- triplo concentrato di pomodoro
- sale, pepe e paprika affumicata a proprio gusto
- 4 cucchiai d'olio evo
- acqua calda
Tritare finemente carota, cipolla, aglio e sedano e metterli ad appassire nell'olio caldo con il rametto di rosmarino in una pentola di coccio (con rete frangifiamma), aggiungere la patata tagliata a tocchetti, sfumare con un paio di mestoli di brodo, a bollore abbassare la fiamma al minino e coprire. Nel frattempo frullare metà dei fagioli con un po' di liquido di cottura o conserva ottenendo una consistenza molto liquida, versare in pentola.
A bollore raggiunto con una pinza rimuovere il ramo di rosmarino, aggiungere due cucchiai di concentrato di pomodoro, farlo sciogliere e buttare la pasta.
Coprire a raso con metà brodo e metà acqua, aggiustare di sale, pepe e paprika, mettere sul fuoco più piccolo al minimo, con rete frangifiamma, e lasciar cuocere per almeno mezz'ora, controllando di tanto in tanto. A metà cottura aggiungere la metà di fagioli rimasti, ben scolati. A cottura, regolare di sale e aromi, togliere dal fuoco e lasciar riposare almeno 10 minuti: la cottura in coccio prosegue e la consistenza diventa perfetta.
La miscela di rosmarino, pepe nero e paprika affumicata restituisce un delicato retrogusto che ricorda la pancetta affumicata, perfetto connubio con i borlotti.
Senza avere la pretesa di competere, voglio parlarti della mia versione. Molto simile: mazzetto di odori, brodo vegetale, borlotti e li faccio andare per un paio d'ore, lo so basta meno, ma la "brodaglia" si deve amalgamare. Metto solo sale e chiodi di garofano, senza esagerare con quest'ultimi (2 o 3) perchè rendono il piatto pesante da digerire.
Al termine di questa cottura frullo tutto con il minipimer, poi porto la densità al punto giusto, aggiungendo brodo o acqua. Deve avere la consistenza di un succo di frutta, poi metto pasta all'uovo, grattini o maltagliati, un po' di olio EVO e faccio andare 10 minuti almeno. Terminati i 10 minuti spengo, incoperchio e la lascio riposare possibilmente per 24 ore, ma almeno una notte.
L'indomani al dì di festa (cit. Leopardi
) la scaldo e poi aggiungo olio e pepe a crudo direttamente nel piatto di servizio.
Sono ammesse le critiche DOC, anzi beneaccette!