@ d_phatt
Guarda, non ci siamo mai visti di persona, eppure sei uno di quelli che hanno contribuito talmente tanto qua dentro (e non solo a livello tecnico o musicale, ma anche umano) che sembra quasi di conoscerli di persona e con cui non si ha timore di fare una battuta, anche scema...per cui penso di poter dire con una discreta cognizione di causa quello che sto per dire.
Innanzitutto concordo con le risposte precedenti, e a esse mi appoggio. Probabilmente ora che sei arrivato a un certo punto nel percorso musicale (alto, e intendo di livello, di capacità, non di età), è facile immaginarsi con lo stesso livello di conoscenze e competenze ma a 25 anni, fin troppo facile e altamente ingiusto nei confronti di sé stessi. Indipendentemente dal percorso, ognuno di noi può guardare più in là di quello che ha, e a quelli che stanno su un livello simile al tuo non rimane che guardare al top, perché ormai tutto il resto è fatto. E ti pare poco? È una cosa enorme.
Personalmente io ritengo il tuo percorso musicale bellissimo e profondamente valido, da quello che ho capito la musica non è nemmeno il tuo lavoro (o almeno non quello principale), ma è evidente la volontà che hai avuto di andare veramente fino in fondo nella ricerca della "verità" musicale, basta pensare alle tue sintesi teoriche sul jazz, togliendo le nozioni inutili e cercando la vera natura delle cose. E, anziché custodire gelosamente le tue conquiste, le hai condivise più che generosamente (anche qui, ma non solo), già soltanto queste cose ti rendono un merito enorme, ed è soltanto una parte del tuo lavoro musicale. Senza contare che hai una conoscenza completa a 360° della musica, è una cosa che possono vantare in pochi, cercando tra i diplomati di conservatorio forse 1 su 20 (e sono ottimista) può dire una cosa del genere.
Il tuo percorso è stato il tuo, e tuo soltanto, e mi sembra che ti abbia condotto a un ottimo livello. Ripeto, facile immaginare cosa passa per la testa di uno come te quando guarda al livello ancora successivo, ma questo alla fine vale per tutti, in tutti gli ambiti, nell'ambito in cui io sono un professionista c'è una lista infinita di persone più titolate e di un livello superiore al mio, eppure io sono contento di fare il mio, cercare di farlo bene (in un ambito che comunque non è proprio semplicissimo e che richiede uno sforzo mentale continuo e tanto studio prima di poter arrivare a essere preparati il giusto) e soprattutto di cercare di migliorare e approfondire ogni giorno, senza mai accontentarmi.
Non so perché, ma nella musica invece le persone tendono ad essere più insoddisfatte, anche quelle bravissime. Forse è insito nella natura stessa della materia, però è una cosa un po' ingiusta e forse anche scorretta verso sé stessi.
Dobbiamo tutti (io per primo) imparare a pensare che anche i migliori, o anche più banalmente quelli che hanno la posizione lavorativa dei nostri sogni, sono lì non soltanto grazie alle loro capacità, ma anche perché hanno avuto la possibilità di farlo, la vita gli si è messa nel modo giusto, e hanno trovato la strada. Bravi poi loro ad imboccarla e a proseguirla, ma se uno quella possibilità o quella libertà mentale non ce l'ha proprio...siamo artefici del nostro destino soltanto nei limiti delle nostre possibilità, ma nessuno può davvero piegare la vita al suo volere se lei si mette di traverso.
Guarda a quello che hai fatto: il tuo percorso se ti ha portato fino a qui ha meritato di essere vissuto in ogni suo momento, e soprattutto goditi il risultato dei tuoi sforzi. Già essere al punto dove sei è un privilegio, un privilegio duramente conquistato e non regalato da nessuno.
Non si potrebbe dire meglio. Mi associo, perché concordo al 100%.