Elezioni in USA

Ovidio 07-11-24 14.50
@ Sbaffone
Non è ancora stata approvata ma si aggira facilmente con gli etf spot che non subiranno cambiamenti
Ah ecco mi sembrava strano che gli illustri governanti si auto-tassassero, sono i primi a investire in bitcoin.
stesgarbi 07-11-24 17.07
@ lucaGiack
Che per quanto l'uomo in se mi stia sulle balle, è stato un bene.
Ma immagino di essere in scarsissima compagnia in questo forum
Non amo particolarmente Trump, se debbo essere sincero, anche se penso che Joe Biden (che invece mi ha sempre ispirato simpatia) all'atto pratico sia stato un Presidente peggiore del Tycoon.
Tuttavia, sono contento che abbia vinto Trump (spero di non dovermene pentire emo ) perchè a mio parere ha vinto la Democrazia.

Se uno chiede che cosa sia la "democrazia"..... Il tipico intellettuale di sinistra - dopo aver guardato l'interlocutore dall'alto in basso, con un sorrisetto di compatimento - certamente attaccherà la solita "solfa" sull'origine greca del termine (demos=popolo e cratia=potere) per poi spiattellare tutta una sequela di seriosi "bla-bla-bla" seguiti da "supercazole" (ovviamente con scappellamento a sinistra) infarciti di dotte citazioni. Il tutto espresso con linguaggio forbito e sguardo tetro.
Alla fine, da tutto questo blaterare emerge il concetto la democrazia può stare solo a sinistra, mentre tutto il resto è "destra sovranista-populista-reazionaria-fascista-becera, cafona, incolta, se non addirittura mentalmente arretrata"

Ma cos'è veramente la "democrazia"?
Diciamo che essa si basa su tre principi fondamentali:
1) il multipartitismo, ovvero la presenza di più forze politiche portatrici di visioni diverse;
2) il diritto di scelta, ovvero la possibilità per il Popolo di scegliere da chi essere governato ed eventualmente cambiarlo alle successive elezioni.
3) il reciproco rispetto istituzionale, nonchè il rispetto e la legittimazione dell'avversario politico.

Nel 2020, Trump violò palesemente questi principi con i fatti di Capitol Hill e questo va rimarcato per onestà..

Tuttavia, il politico o l'intellettuale di sinistra, con tutto il suo perbenismo ed i colti "bla-bla-bla", a quegli stessi principi non può - o più probabilmente non vuole - arrivarci..
Al punto tale che, sempre più spesso mi capita di sentire alcuni di questi personaggi affermare esplicitamente che "il voto popolare non può e non deve contare più di tanto, perchè il Popolo non è in grado di scegliere, non è abbastanza preparato, è fondamentalmente ignorante e, quindi, potrebbe fare scelte pericolose per la democrazia"..

E così siamo alla teorizzazione del governo degli Aristoi contrapposto al "popolo bue" (Il Berchet parlava di "poveri Ottentotti").... laddove gli "aristoi" sono solo a sinistra.
Ai tempi del PCI, la sinistra si definiva "popolare" e si proclamava "rappresentante del popolo" e delle sue istanze... oggi, dall'alto dei luminosi palazzi delle ZTL, la sinistra definisce "populista" chi si rivolge al popolo.

Ed il "populismo", a meno che non si allei con la sinistra, viene automaticamente definito "fascismo" .

In realtà l'unica forma di "fascismo" che oggi riesco a vedere in Italia sta proprio a sinistra, in quella schiera di politici e intellettuali che vorrebbero perpetuare un sistema di potere in cui l'unico soggetto legittimato a governare il Paese è un'alleanza di sinistra.... "in nome della democrazia". .
Una sinistra senza idee, senza visione politica, senza proposte organiche per il Paese, che tuttavia pretende di esercitare il potere in via esclusiva per virtù aristocratica.... o per diritto divino.

Per questo, nonostante i fatti di Capitol Hill (e con tutta la simpatia per Kamala Harris), alla fine preferisco che abbia vinto Trump, nella certezza che la democrazia americana non corra alcun pericolo.... a differenza che da noi.

P.S.
Non sono e non sarò mai fascista.... ma neppure "anti-fascista".
Chi ama la democrazia è già di per sè contrario al fascismo per un fatto genetico, senza bisogno di ricevere "patentini" da una sinistra ormai divenuta - quella si - autoritaria, prevaricatrice e, in molti casi, pure violenta.
E sarò sempre contrario al comunismo, anch'esso dottrina autoritaria ed anti-democratica, che nella storia ha portato soltanto oppressione ai popoli che lo hanno subito.
paolo_b3 07-11-24 17.30
stesgarbi ha scritto:
P.S.
Non sono e non sarò mai fascista.... ma neppure "anti-fascista".
Chi ama la democrazia è già di per sè contrario al fascismo per un fatto genetico, senza bisogno di ricevere "patentini" da una sinistra ormai divenuta - quella si - autoritaria, prevaricatrice e, in molti casi, pure violenta.
E sarò sempre contrario al comunismo, anch'esso dottrina autoritaria ed anti-democratica, che nella storia ha portato soltanto oppressione ai popoli che lo hanno subito.

Ma era proprio necessario tirare fuori questa storia sulla sinistra italiana anche quando si parla delle elezioni negli Stati Uniti? emoemoemo
stesgarbi 07-11-24 17.41
paolo_b3 ha scritto:
Ma era proprio necessario tirare fuori questa storia sulla sinistra italiana anche quando si parla delle elezioni negli Stati Uniti?

Eh si, caro mio... poichè la sinistra italiana per prima ci ha fatto vivere questa campagna elettorale americana come se si trattasse dell'elezione del nostro PdR. emo
Sentivo stamattina i commenti su La7.... manco fossimo ritornati all'ottobre 1922 emo

Io Adoro la canzone del grande Gaber "Destra e sinistra"....
paolo_b3 07-11-24 18.04
@ stesgarbi
paolo_b3 ha scritto:
Ma era proprio necessario tirare fuori questa storia sulla sinistra italiana anche quando si parla delle elezioni negli Stati Uniti?

Eh si, caro mio... poichè la sinistra italiana per prima ci ha fatto vivere questa campagna elettorale americana come se si trattasse dell'elezione del nostro PdR. emo
Sentivo stamattina i commenti su La7.... manco fossimo ritornati all'ottobre 1922 emo

Io Adoro la canzone del grande Gaber "Destra e sinistra"....
Premesso che anche io adoro Giorgio Gaber, d'accordo, però per un attimo concentriamoci sull'argomento IT. Ci sono dei tormentoni che accompagnano sia la destra che la sinistra, mi meraviglio che ti meravigli...
Poi te ovviamente puoi dire tutto ciò che vuoi.
stesgarbi 08-11-24 08.57
@ paolo_b3
Premesso che anche io adoro Giorgio Gaber, d'accordo, però per un attimo concentriamoci sull'argomento IT. Ci sono dei tormentoni che accompagnano sia la destra che la sinistra, mi meraviglio che ti meravigli...
Poi te ovviamente puoi dire tutto ciò che vuoi.
I "tormentoni", per la verità, li sento venire da una sinistra che non ha altri argomenti se non quello di gridare "al fascismo".... esattamente come è avvenuto in questa campagna elettorale americana.
L'antiamericanismo della sinistra, poi, lo conosco bene fin da quando ero un "extraparlamentare rosso" in piazza, negli anni '70.
Poco è cambiato, da allora.
Ho personalmente conosciuto anche la realtà certe fabbriche di odio e violenza, chiamate "centri sociali", da cui alla fine mi sono allontanato con disgusto.
Hai presente, poi, quel Professore dell'Università di Siena (figlio di un Senatore PCI) che ha dato radiofonicamente della "pescivendola" all'attuale Premier?
E' mio cugino di primo grado.... per cui credimi quando ti dico che la "puzza sotto il naso" di certe elite di sinistra le conosco bene, per esperienza familiare.
Ho sempre voluto bene al mio cuginetto perchè la politica per me ha una sua importanza, ma quando mi sveglio la mattina penso al mio lavoro, alla musica, a cosa cucinerò la sera tornato a casa.... alla GAS che mi assale ad ogni nuova uscita di un Synth (emo)... e poi anche alla politica.
Ho amici di tutte le tendenze politiche e la cosa non mi crea problemi.
In certi ambienti di sinistra, invece, la mattina si svegliano pensando alla politica.....fino a sera. E valutano il tuo "spessore umano" con la lente della politica.
E quando sento certi discorsi "nostalgici" dell'Unione Sovietica.... beh, mi vengono i brividi.

Ho un nipote, Gregorio, figlio di mia sorella, che ha studiato in Russia e lì ha conosciuto la sua attuale moglie.
Ora vive a Mosca ed ha appena avuto un bellissimo bambino, chiamato Alexander Gregorevictc.
Lui mi racconta di com'è la vita e di come vive la gente in quei posti. Storie di normalità quotidiana di un Popolo che ama il proprio paese, che ha le sue peculiarità, ma alla fine è fatto di gente come noi.
L'unica differenza è che, da quelle parti, non è "igienico" criticare pubblicamente il governo emoemoemo.

I "nostalgici", alla fine, si assomigliano tutti: si parla allo stesso modo delle "cose buone" del fascismo e della "cose buone" del regime sovietico.... E ci si riempie la bocca con la parola "comunismo", ma i testi di Marx-Engels e gli scritti di Lenin non li legge più nessuno.
Per non parlare del povero Gramsci, che si starà rivoltando nella tomba a furia di essere citato in continuazione da gente che non lo ha mai letto.

Il problema è che i nostri giovani, nelle nostre scuole, la Storia la studiano poco o punto..... li avessero almeno letti, i bellissimi libri di Antonio Scurati su Mussolini, come ho fatto io (e con grande soddisfazione).
Ai miei tempi si scendeva in piazza, ma si studiava eccome (i nostri prof. di sinistra erano intransigenti, sul punto, e non facevano sconti).

Oggi vedo una dilagante ignoranza storica, che trasforma i ragazzi facilmente in "tifosi da curva sud"., incapaci di ragionare, refrattari al dialogo, belanti slogan preconfezionati come le "pecore di Orwell".

Dal "basso" dei miei oltre 60 anni, ti posso dire che non ricordo campagne elettorali americane così "pompate", "bipolarizzate" e dibattute nel nostro paese, fino all'elezione di Trump.
In un Paese (l'Italia) in perenne campagna elettorale, dove qualsiasi elezione locale diviene ormai un fatto di rilevanza mediatica nazionale.... ci mancava solo che "importassimo" anche le campagne elettorali americane. emoemo
paolo_b3 09-11-24 14.23
@ stesgarbi
I "tormentoni", per la verità, li sento venire da una sinistra che non ha altri argomenti se non quello di gridare "al fascismo".... esattamente come è avvenuto in questa campagna elettorale americana.
L'antiamericanismo della sinistra, poi, lo conosco bene fin da quando ero un "extraparlamentare rosso" in piazza, negli anni '70.
Poco è cambiato, da allora.
Ho personalmente conosciuto anche la realtà certe fabbriche di odio e violenza, chiamate "centri sociali", da cui alla fine mi sono allontanato con disgusto.
Hai presente, poi, quel Professore dell'Università di Siena (figlio di un Senatore PCI) che ha dato radiofonicamente della "pescivendola" all'attuale Premier?
E' mio cugino di primo grado.... per cui credimi quando ti dico che la "puzza sotto il naso" di certe elite di sinistra le conosco bene, per esperienza familiare.
Ho sempre voluto bene al mio cuginetto perchè la politica per me ha una sua importanza, ma quando mi sveglio la mattina penso al mio lavoro, alla musica, a cosa cucinerò la sera tornato a casa.... alla GAS che mi assale ad ogni nuova uscita di un Synth (emo)... e poi anche alla politica.
Ho amici di tutte le tendenze politiche e la cosa non mi crea problemi.
In certi ambienti di sinistra, invece, la mattina si svegliano pensando alla politica.....fino a sera. E valutano il tuo "spessore umano" con la lente della politica.
E quando sento certi discorsi "nostalgici" dell'Unione Sovietica.... beh, mi vengono i brividi.

Ho un nipote, Gregorio, figlio di mia sorella, che ha studiato in Russia e lì ha conosciuto la sua attuale moglie.
Ora vive a Mosca ed ha appena avuto un bellissimo bambino, chiamato Alexander Gregorevictc.
Lui mi racconta di com'è la vita e di come vive la gente in quei posti. Storie di normalità quotidiana di un Popolo che ama il proprio paese, che ha le sue peculiarità, ma alla fine è fatto di gente come noi.
L'unica differenza è che, da quelle parti, non è "igienico" criticare pubblicamente il governo emoemoemo.

I "nostalgici", alla fine, si assomigliano tutti: si parla allo stesso modo delle "cose buone" del fascismo e della "cose buone" del regime sovietico.... E ci si riempie la bocca con la parola "comunismo", ma i testi di Marx-Engels e gli scritti di Lenin non li legge più nessuno.
Per non parlare del povero Gramsci, che si starà rivoltando nella tomba a furia di essere citato in continuazione da gente che non lo ha mai letto.

Il problema è che i nostri giovani, nelle nostre scuole, la Storia la studiano poco o punto..... li avessero almeno letti, i bellissimi libri di Antonio Scurati su Mussolini, come ho fatto io (e con grande soddisfazione).
Ai miei tempi si scendeva in piazza, ma si studiava eccome (i nostri prof. di sinistra erano intransigenti, sul punto, e non facevano sconti).

Oggi vedo una dilagante ignoranza storica, che trasforma i ragazzi facilmente in "tifosi da curva sud"., incapaci di ragionare, refrattari al dialogo, belanti slogan preconfezionati come le "pecore di Orwell".

Dal "basso" dei miei oltre 60 anni, ti posso dire che non ricordo campagne elettorali americane così "pompate", "bipolarizzate" e dibattute nel nostro paese, fino all'elezione di Trump.
In un Paese (l'Italia) in perenne campagna elettorale, dove qualsiasi elezione locale diviene ormai un fatto di rilevanza mediatica nazionale.... ci mancava solo che "importassimo" anche le campagne elettorali americane. emoemo
Di tutte le critiche che puoi fare a questa sinistra, e ce ne sono tante che mi troverebbero d'accordo, ti sei focalizzato da mesi, più o meno da quando si è iniziato a discutere del 25 aprile, su questo loro atteggiamento aggressivo nei confronti della controparte definita "fascista". Questo comportamento della sinistra è benzina nel motore di questo governo, serve a sollevare un polverone che copre gli scarsi risultati dei primi due anni di governo, se vai a vedere quali erano le promesse elettorali. Quindi la sinistra tracotante, la magistratura, i giornali e le tv, gli artisti e gli scrittori in particolare, il dossieraggio su Arianna Meloni, adesso anche su Giorgia, ecc. ecc.
Non è vero che la sinistra non ha altri argomenti, sono prevalentemente questi che vengono messi nell'amplificatore mediatico, considerando poi che il cento destra è ben guarnito a livello di stampa e televisione.
Ovidio 09-11-24 14.41
@ paolo_b3
Di tutte le critiche che puoi fare a questa sinistra, e ce ne sono tante che mi troverebbero d'accordo, ti sei focalizzato da mesi, più o meno da quando si è iniziato a discutere del 25 aprile, su questo loro atteggiamento aggressivo nei confronti della controparte definita "fascista". Questo comportamento della sinistra è benzina nel motore di questo governo, serve a sollevare un polverone che copre gli scarsi risultati dei primi due anni di governo, se vai a vedere quali erano le promesse elettorali. Quindi la sinistra tracotante, la magistratura, i giornali e le tv, gli artisti e gli scrittori in particolare, il dossieraggio su Arianna Meloni, adesso anche su Giorgia, ecc. ecc.
Non è vero che la sinistra non ha altri argomenti, sono prevalentemente questi che vengono messi nell'amplificatore mediatico, considerando poi che il cento destra è ben guarnito a livello di stampa e televisione.
Tornando alla canzone di Gaber, non dimentichiamo che la Meloni governa grazie a Enrico Letta che da segretario del PD in campagna elettorale disse sostanzialmente "preferisco consegnare il paese alle destre che allearmi coi 5s". Stiamo ragionando di due facce della stessa medaglia (PD e destre) che sulle grandi questioni (sostegno ai guerrafondai, distruzione del welfare, della sicurezza sul lavoro, etc.) sono perfettamente allineate. La vera sinistra è un'altra cosa.
Ovidio 12-11-24 17.17
Si chiude l’era della globalizzazione, le poche decadi di eccezionale apertura commerciale iniziate poco prima del crollo del muro di Berlino, una fase economica che ha visto il ricco Occidente spostare la produzione nei paesi poveri e così facendo trasformarli in economie emergenti, avanzate e perfino in pericolosi concorrenti nel caso della Cina. Volge al termine a causa dell’inevitabile vizietto del protezionismo, un’arma spesso a doppio taglio. Adesso che la delocalizzazione congiunta al massiccio flusso di migranti sono diventati una minaccia per gli Stati Uniti si costruiscono barriere ed erigono muri per bloccarli.
La retorica di Donald Trump, quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti, è funzionale a questa minaccia ed è per questo che può essere definita la retorica della fortezza America, un concetto sicuramente medioevale, ma che nel caos geopolitico odierno e nell’instabilità esistenziale sprigionata dalle forze della globalizzazione produce l’illusione di sicurezza. Ed infatti questa retorica ha vinto.
Non è la prima volta che il tentativo di globalizzazione fallisce in malo modo, l’ultima volta è successo alla fine del XIX secolo. La risposta più visibile alla crisi del 1873 fu un ritorno al protezionismo nell’Europa continentale nell’ultimo quarto del secolo. Inesorabilmente, il protezionismo e l’erosione del gold standard divennero il preludio della Prima guerra mondiale. Anche allora come oggi, l’apertura al mondo, il cosmopolitismo commerciale si rivelò un drago irascibile, molti hanno provato a cavalcarlo, Clinton, Bush, Obama e Biden, ma nessuno è rimasto in sella abbastanza a lungo per domarlo.
Economisti illustri prevedono che la politica della fortezza di Donald Trump produrrà un’apocalisse economica simile a quella della fine del XIX secolo, e certo partendo dal presupposto che globalizzazione e libero scambio sono la formula vincente per l’economia mondiale si arriva a questa conclusione. La teoria economica sulla quale si costruisce questa certezza è solida e vecchia quanto la rivoluzione industriale, eppure la sua applicazione a livello globale ha sempre fatto cilecca.
L’ultima globalizzazione non è stata una manna dal cielo per l’Occidente: sì, è vero ha dato al capitalismo una boccata d’ossigeno in un momento critico, ma per la forza lavoro, l’altra componente dell’equazione della produzione, è stata una iettatura. Prima con la corsa dei salari verso il basso e poi con la sostituzione del lavoro con le macchine ed infine l’avvento dell’intelligenza artificiale minaccia di rendere gran parte del lavoro obsoleto. Ebbene questo processo di erosione del lavoro ha portato molti a diffidare dello Stato e delle istituzioni politiche e del mondo oltre i propri confini.
Questa volta però l’opzione guerra non è fattibile per diversi motivi, primo fra tutti la proliferazione nucleare. Più probabile, invece, è la costruzione di un nuovo ordine mondiale semi-medievale, con una classe di moderni baroni infinitamente ricca che presta giuramento di fedeltà al re Trump, ma senza una Magna carta! L’accordo è esclusivamente condizionato ai vantaggi i primi ed il secondo riescono ad ottenere dalla loro alleanza.

Il resto della popolazione, le masse, la moderna plebe, saranno livellate in scaglioni di ricchezza relativamente bassi e vicini tra di loro. La tecnologia farà da collante al funzionamento dei moderni feudi, sistemi economici, politici e sociali relativamente chiusi, gusci di stato, in quanto legittimati dalla rabbia e dalla paura del diverso e non dalle scelte di chi vi fa parte. Non si tratta di multipolarismo, tra arcipelaghi esisterà un’ostilità latente, una forte competizione che potrebbe sfociare in guerre per procura.

Link articolo completo
paolo_b3 12-11-24 18.03
@ Ovidio
Si chiude l’era della globalizzazione, le poche decadi di eccezionale apertura commerciale iniziate poco prima del crollo del muro di Berlino, una fase economica che ha visto il ricco Occidente spostare la produzione nei paesi poveri e così facendo trasformarli in economie emergenti, avanzate e perfino in pericolosi concorrenti nel caso della Cina. Volge al termine a causa dell’inevitabile vizietto del protezionismo, un’arma spesso a doppio taglio. Adesso che la delocalizzazione congiunta al massiccio flusso di migranti sono diventati una minaccia per gli Stati Uniti si costruiscono barriere ed erigono muri per bloccarli.
La retorica di Donald Trump, quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti, è funzionale a questa minaccia ed è per questo che può essere definita la retorica della fortezza America, un concetto sicuramente medioevale, ma che nel caos geopolitico odierno e nell’instabilità esistenziale sprigionata dalle forze della globalizzazione produce l’illusione di sicurezza. Ed infatti questa retorica ha vinto.
Non è la prima volta che il tentativo di globalizzazione fallisce in malo modo, l’ultima volta è successo alla fine del XIX secolo. La risposta più visibile alla crisi del 1873 fu un ritorno al protezionismo nell’Europa continentale nell’ultimo quarto del secolo. Inesorabilmente, il protezionismo e l’erosione del gold standard divennero il preludio della Prima guerra mondiale. Anche allora come oggi, l’apertura al mondo, il cosmopolitismo commerciale si rivelò un drago irascibile, molti hanno provato a cavalcarlo, Clinton, Bush, Obama e Biden, ma nessuno è rimasto in sella abbastanza a lungo per domarlo.
Economisti illustri prevedono che la politica della fortezza di Donald Trump produrrà un’apocalisse economica simile a quella della fine del XIX secolo, e certo partendo dal presupposto che globalizzazione e libero scambio sono la formula vincente per l’economia mondiale si arriva a questa conclusione. La teoria economica sulla quale si costruisce questa certezza è solida e vecchia quanto la rivoluzione industriale, eppure la sua applicazione a livello globale ha sempre fatto cilecca.
L’ultima globalizzazione non è stata una manna dal cielo per l’Occidente: sì, è vero ha dato al capitalismo una boccata d’ossigeno in un momento critico, ma per la forza lavoro, l’altra componente dell’equazione della produzione, è stata una iettatura. Prima con la corsa dei salari verso il basso e poi con la sostituzione del lavoro con le macchine ed infine l’avvento dell’intelligenza artificiale minaccia di rendere gran parte del lavoro obsoleto. Ebbene questo processo di erosione del lavoro ha portato molti a diffidare dello Stato e delle istituzioni politiche e del mondo oltre i propri confini.
Questa volta però l’opzione guerra non è fattibile per diversi motivi, primo fra tutti la proliferazione nucleare. Più probabile, invece, è la costruzione di un nuovo ordine mondiale semi-medievale, con una classe di moderni baroni infinitamente ricca che presta giuramento di fedeltà al re Trump, ma senza una Magna carta! L’accordo è esclusivamente condizionato ai vantaggi i primi ed il secondo riescono ad ottenere dalla loro alleanza.

Il resto della popolazione, le masse, la moderna plebe, saranno livellate in scaglioni di ricchezza relativamente bassi e vicini tra di loro. La tecnologia farà da collante al funzionamento dei moderni feudi, sistemi economici, politici e sociali relativamente chiusi, gusci di stato, in quanto legittimati dalla rabbia e dalla paura del diverso e non dalle scelte di chi vi fa parte. Non si tratta di multipolarismo, tra arcipelaghi esisterà un’ostilità latente, una forte competizione che potrebbe sfociare in guerre per procura.

Link articolo completo
Per come la vedo io, il vero problema della globalizzazione è la dematerializzazione del soggetto fiscale. Questo ha fatto si che il denaro si accumulasse nelle famose "buche di liquidità". Ci sono soggetti talmente ricchi da non sapere cosa farsene del denaro, ossia non sapere come investirlo. La soluzione al problema è la redistribuzione, come attuarla sarà il problema che ci affliggerà in futuro.
Sbaffone 12-11-24 23.04
Più pilu per tutti
Ovidio 13-11-24 09.54
@ Sbaffone
Più pilu per tutti
Severo ma giusto emo
WhiteMoon 22-11-24 14.26
igiardinidimarzo ha scritto:
e noi (i pochi rimasti contro il pensiero unico)


emo
WhiteMoon 22-11-24 14.31
stesgarbi ha scritto:
sono contento che abbia vinto Trump (spero di non dovermene pentire emo ) perchè a mio parere ha vinto la Democrazia.

Se uno chiede che cosa sia la "democrazia"..... Il tipico intellettuale di sinistra - dopo aver guardato l'interlocutore dall'alto in basso, con un sorrisetto di compatimento - certamente attaccherà la solita "solfa" sull'origine greca del termine (demos=popolo e cratia=potere) per poi spiattellare tutta una sequela di seriosi "bla-bla-bla" seguiti da "supercazole" (ovviamente con scappellamento a sinistra) infarciti di dotte citazioni. Il tutto espresso con linguaggio forbito e sguardo tetro.
Alla fine, da tutto questo blaterare emerge il concetto la democrazia può stare solo a sinistra, mentre tutto il resto è "destra sovranista-populista-reazionaria-fascista-becera, cafona, incolta, se non addirittura mentalmente arretrata"

Ma cos'è veramente la "democrazia"?
Diciamo che essa si basa su tre principi fondamentali:
1) il multipartitismo, ovvero la presenza di più forze politiche portatrici di visioni diverse;
2) il diritto di scelta, ovvero la possibilità per il Popolo di scegliere da chi essere governato ed eventualmente cambiarlo alle successive elezioni.
3) il reciproco rispetto istituzionale, nonchè il rispetto e la legittimazione dell'avversario politico


emo

Sono d'accordo: Democrazia vuol dire anche alternanza, non vuol dire che governa sempre e solo la Sinistra (altrimenti diventa Dittatura e "Demonizzazione" del pensiero diverso dal "Pensiero Unico"). Democrazia vuol dire che una volta governa la Sinistra e la volta dopo governa la Destra, altrimenti, che Democrazia è?
paolo_b3 22-11-24 18.30
@ WhiteMoon
stesgarbi ha scritto:
sono contento che abbia vinto Trump (spero di non dovermene pentire emo ) perchè a mio parere ha vinto la Democrazia.

Se uno chiede che cosa sia la "democrazia"..... Il tipico intellettuale di sinistra - dopo aver guardato l'interlocutore dall'alto in basso, con un sorrisetto di compatimento - certamente attaccherà la solita "solfa" sull'origine greca del termine (demos=popolo e cratia=potere) per poi spiattellare tutta una sequela di seriosi "bla-bla-bla" seguiti da "supercazole" (ovviamente con scappellamento a sinistra) infarciti di dotte citazioni. Il tutto espresso con linguaggio forbito e sguardo tetro.
Alla fine, da tutto questo blaterare emerge il concetto la democrazia può stare solo a sinistra, mentre tutto il resto è "destra sovranista-populista-reazionaria-fascista-becera, cafona, incolta, se non addirittura mentalmente arretrata"

Ma cos'è veramente la "democrazia"?
Diciamo che essa si basa su tre principi fondamentali:
1) il multipartitismo, ovvero la presenza di più forze politiche portatrici di visioni diverse;
2) il diritto di scelta, ovvero la possibilità per il Popolo di scegliere da chi essere governato ed eventualmente cambiarlo alle successive elezioni.
3) il reciproco rispetto istituzionale, nonchè il rispetto e la legittimazione dell'avversario politico


emo

Sono d'accordo: Democrazia vuol dire anche alternanza, non vuol dire che governa sempre e solo la Sinistra (altrimenti diventa Dittatura e "Demonizzazione" del pensiero diverso dal "Pensiero Unico"). Democrazia vuol dire che una volta governa la Sinistra e la volta dopo governa la Destra, altrimenti, che Democrazia è?
Ma la sinistra in Italia quando ha governato? Me lo devo essere perso... In qualche regione o comune forse...