@ wildcat80
Proviamo a partire con il piede giusto.
Ti avevo già chiesto come avessi realizzato questo piccolo esperimento, ma non mi è ancora chiaro.
L'album dei Police a cui ti riferisci è nato in un momento particolare che di fatto ha sancito la fine del gruppo, in cui i vari elementi della band e il produttore non riuscivi a farli stare fra le stesse 4 mura, per cui ognuno ha lavorato alla sua parte per i fatti propri, registrando le proprie parti indipendentemente.
Traslando questo approccio al singolo musicista, mi viene da pensare che tu abbia potuto provare a fare questo pezzo registrando le singole tracce al buio, basandoti solo sul giro armonico.
Hai registrato le parti mettendo in muto le altre, emulando un po' il singolo musicista chiuso nel suo studio?
È solo per capire meglio: non è facile lavorare così, è impossibile per quello che mi riguarda lavorare al buio totale.
Dal punto di vista sonoro ci sono forti richiami agli anni 80 e 90, a parte quel lead tipo buzz saw lead che ahimè è estremamente attuale abusato (e che proprio non digerisco, ma è questione di gusti).
Probabilmente se avessi provato a dare un po' di struttura al pezzo sarebbe stato più interessante per capire come le varie parti si sarebbero potute fondere assieme in un discorso più complesso e articolato.
Sicuramente sulla questione timing si poteva fare meglio, ma onestamente non so se sia voluto, se sia stato un imprevisto o se sia frutto di un errore di assemblaggio.
Allora: per me i diversi strumenti sono le varie App che utilizzo.
Con Synthmaster Player ho realizzato la sequenza dell'arpeggiatore che rimane su tutto il pezzo, con naturalmente modifiche armoniche nel suo sviluppo
Con Pure synth la seconda parte in controcanto
Con Digitalism ed FM Essential i suoni lead che si alternano
Con Synth master one il suono che ti piace tanto
Con Classic drum machine di Garageband la parte di batteria volutamente bassa di volume e aggiunta per ultima.
Il tutto molto improvvisato come sempre e con la modalità "buona la prima".
L'obiettivo, come ha evidenziato Alessandro, era quello di creare una poliritmia generata non solo dalla traccia ritmica ma da tutte le parti che compongono il pezzo.