Raptus ha scritto:
Perché quando sono entrato al Conservatorio (dove mi hanno fatto entrare solo ed esclusivamente per fare numero, perché non ne avevo le competenze), mi venivano richieste conoscenze fondamentali come il calcolo degli intervalli a tempo zero, conoscenza delle scale (e alterazioni) a tempo zero, costruzione degli accordi estesi con alterazioni a tempo zero, cose che vedevo che chi aveva 20 anni di studio alle spalle sapeva, ma io no.
E nel jazz se hai titubanze e sei lento non vai da nessuna parte, soprattutto per l'improvvisazione.
Tutte cose che nessuno mi aveva mai dato un metodo per impararle ma che, converrai con me, sono le fondamenta.
Ma tu sei entrato direttamente al triennio? Perché altrimenti qualcosa non mi torna.
Te lo dico perché se per la mia esperienza personale il percorso in conservatorio (classico, nuovo ordinamento, e purtroppo non completato) è stato soprattutto un intenso e durissimo studio del pianoforte con una insegnante bravissima ed estremamente esigente, dato che quando sono entrato avevo già l'esame di solfeggio e alla scuola di musica dove stavo prima avevo già svolto un corso di armonia completo, con tanto di bassi numerati e armonizzazioni dei corali, tanto che il primo esame di armonia che feci in conservatorio mi sconcertò per la sua estrema facilità e povertà di argomenti (ora, a distanza di quasi 10 anni sono ben più arruginito, purtroppo). Tuttavia, tante persone che conosco benissimo (di cui 4 ora suonano con me, non ultima la mia ragazza, quindi ho avuto modo di "seguire da vicino") sono entrate al conservatorio dal preaccademico (chi classico, chi jazz) e lì' hanno fatto teoria, solfeggio, dettati, ecc. a un ottimo livello con un bravissimo insegnante e partendo dalle basi. Solo dopo sono entrati al triennio.