Si commette sempre un errore nel giudicare l'offerta musicale mainstream: non considerare il punto di vista differente.
Mediamente un musicista ha una visione della musica molto lontana dal consumatore tipo.
I musicisti ascoltano, il pubblico sente.
Percezione molto diversa.
Stiamo parlando di musica commerciale, destinata a un pubblico ampio ed eterongeo, la destinazione finale è l'ascolto per radio, l'ascolto su piattaforme streaming, fondamentalmente l'ascolto casuale, primo movente di una lunga catena.
Musica che magari passa al centro commerciale, poi salgo in macchina e accendo la radio su una stazione commerciale/generalista e me la ritrovo, poi capita che alcuni di questi pezzi finiscano a fare da colonna sonora a pubblicità, gente che va a correre con gli Airpods e mette su una radio o una playlist con le ultime uscite su Spotify o simili.
Ascolto casuale come dicevo insomma, meglio se con aspetti che possano agganciare l'ascoltatore e far girare la ruota.
C'è un mondo dietro al riff che aggancia: il disco, gli aspetti social, da qui l'immagine, le ospitate su piattaforme social e in TV, il merchandising... Diciamo che a questi livelli la musica è solo un pretesto per far girare una ricca industria che la gente in media non vede.
Io, noi, continuiamo a fare i nostri ascolti lontani dal tempo, là fuori c'è un mondo a parte.
Detto ciò, a me personalmente non fanno impazzire, non mi piace la voce del cantante e mi danno l,impressione di essere molto costruiti su stereotipi triti e ritriti, tuttavia gli va dato il merito di aver riportato alle orecchie delle masse un modo di fare musica che per un tot di tempo, almeno in Italia, è andato un po' sotto traccia.
Sono generi diversi, però l'ultimo disco rock italiano di larghissimo successo mi sa che è stato Buon compleanno Elvis di Ligabue, parliamo di 26 anni fa... Può piacere o meno, è stato comunque un disco rock americaneggiante molto root nelle sonorità, con la partecipazione di ospiti di un certo rilievo (Pippo Guarnera all'Hammond e Candelo Cabezas alle percussioni).
Per cui ben vengano i Naziskin