@ maxipf
Concordo, la prima pianola la acquistai da Verde alla fine degli anni 70, mi ricordo ancora il laboratorio, poi il BItOne, che ho ancora chissà dove in cantina, il Crumar DP1, il Gem WX2, e da lì fino ad oggi; c'è stato un periodo che andavo a farci un giro almeno una volta alla settimana, proprio per il rapporto che si era venuto a creare durante gli anni.
Non che gli altri negozi siano da meno, ho "frequentato" anche Merizzi alla fine degli anni 80, e Merula negli ultimi 10 anni, ma quando dopo 40 anni trovi ancora le stesse persone che lavorano con la stessa passione di allora, automaticamente diventa un punto di riferimento, anche solo per un consiglio.
Quando cominciai a lavorare, per il primo acquisto importante andai in un negozio di Torino (non dico quale per correttezza), non conoscendo ancora l'attuale negozio di fiducia.
Comprai un mirage expander e una MKB1000 Roland come master spendendo una bella cifra.
Quando tornai per acquistare altri dischetti del mirage, quel negoziante che di fronte alla bella cifra era cosi' disponibile, si dimostro' invece distaccato nel dover "perdere tempo" per pochi dischetti.
Questa cosa mi irrito' molto, perche' un negozio deve essere disponibile a pari modo sia quando spendi cifre importanti, che quando hai bisogno di accessori. Oltretutto io son sempre stato una persona sbrigativa che non si dilunga troppo nelle cose e non fa perdere tempo inutilmente.
Dopo meno di un'anno, sentii la necessita' di ampliare il mio set iniziale, e stavolta mi rivolsi ad un'altro negozio di Torino per sapere il prezzo di un'altro expander ed eventualmente provarlo.
Anche li trovai scarsa disponibilita', di fatto mi disse "vieni, mi dici cosa vuoi comprare, paghi e vai" (uscii incavolato a bestia !).
Erano i tempi d'oro dei negozi super affollati, delle code per provare gli strumenti ecc.
E' vero che c'era chi andava li, si passava il tempo e poi scompariva, ma io non ero quel tipo di cliente. Leggevo le riviste, mi documentavo, provavo e poi acquistavo, e se non prendevo quel prodotto magari ne prendevo un'altro che durante le prove (neppure lunghissime) mi convinceva di piu'.
All'epoca delle vacche grasse, la filosofia di certi negozi era "perso un cliente ne arrivano due nuovi" e tendevano a fregarsene della fidelizzazione.
Poi arrivo' la crisi, e uno dei due negozianti falli'. Casualmente mi trovai ad andare da quello di Leini' ed invece trovai massima disponibilita' nel provare gli strumenti, e soprattutto convenienza nei prezzi.
Da loro (diamo a Cesare cio' che e' di Cesare) non importava se passavi a comprare l'ammiraglia, o solo ad informarti delle novita' e provarle. Sapevano che il cliente fisso qualche volta acquista pezzi da novanta, altre volte ha solo bisogno di un cavo, ed altre volte vede un bell'usato e lo acquista e cosi' via.
Nei tempi d'oro in cui il reparto synth era fornitissimo sia di strumenti nuovi che di usato (ora purtroppo il mercato si e' contratto), anche l'usato veniva valutato bene, tenendo conto ovviamente del fatto che loro dovevano rivenderlo.
Cosi' si e' instaurato quel rapporto di fiducia, dove quando chiedi un prezzo o una valutazione, e' gia' il massimo che si puo' fare, e nessuno sta li a trattare tipo "fammi piu' sconto, o pagami di piu' l'usato"...
Tante volte li ho sgridati (scherzando) dicendo "la fai apposta a farmi questo prezzo, cosi' sai che mi faccio tentare! ".
Cosi' da allora son sempre andato da loro, e sempre con grande soddisfazione.
Se penso al negozio che storceva il muso per i dischetti, magari ora si mangera' le dita, perche' negli anni della mia passione sui tasti bianchi e neri, dopo il mirage ne ho presa di roba e anche tanta.. e nel frattempo si e' instaurato un rapporto di amicizia basato sul reciproco rispetto : rispetto per il loro lavoro (chiedere oltre il possibile diventa un'offesa a chi lavora), rispetto per le mie esigenze di cercare di risparmiare un po' (i soldini li fatichiamo tutti). Un rispetto tacito, dove non bisogna contrattare o cose simili, perche' si sa gia' in partenza che le condizioni sono tirate al massimo ed anche qualcosina in piu'.
Un'ottima politica di vendita, che in questo periodo di crisi vede comunque i vari clienti (anche di fisarmoniche ed altri prodotti) tornare in negozio anche in momenti difficili come questo.. Anche per telefono in pieno lockdown, perche' quando c'e' la fiducia non c'e' bisogno di altro.