@ GianfrixMG
1paolo ha scritto:
questo lo so, e non è solo Kronos ma è comunque "inscatolato" e ottimizzato
Purtroppo di macchine dedicate ce ne sono ben poche. Attualmente conosco solo
Zynthian, basato su Raspberry Pi ed è tanta roba, ma non so quanto effettivamente sia usabile per i live.
1paolo ha scritto:
è solo che sentivo parecchi lamentarsi della poca affidabilità ma probabilmente dipende dalla qualità del Pc stesso.
Probabilmente un Mac è meno problematico grazie anche a Mainstage, ma ritengo che su PC vada fatto un po' di lavoro
1paolo ha scritto:
In ogni caso Ipad credo sia più comodo (forse meno performante) nei live
Meno performante non credo. Probabilmente più scomodo se si vogliono usare più app contemporaneamente, anche se credo ci sia roba tipo AudioBus che aiuti a tal riguardo.
Questo thread è bellssimo, entusiasmante per uno come me che non ha vissuto la trasformazione dall'analogico al digitale e tutte le tecnologie annesse.
Premetto che pur essendo nato alla fine degli anni Ottanta sono appassionato di strumenti vintage. Quando ho iniziato a suonare, più o meno nei primi anni Duemila, ero fortemente affascinato dall'analogico e dai monofonici classici, anche perché il repertorio che ambito a suonare era quello di quegli anni piuttosto che quello a cui ambivano i miei coetanei. Soltanto nel corso degli anni ho rivalutato tutta la gamma di strumenti che il decennio 1980 ci ha consegnato, senza la cui tecnologia non sarebbero mai esistiti i campioni di oggi.
Ad ogni buon conto, tutta questa premessa per dire che nel mio set-up ho sempre cercato un bilanciamento tra sound vintage e contemporaneo, con il budget che avevo e compatibilmente alle situazioni musicali che ho dovuto affrontare.
A inizio anni Duemila mi esibì per un paio di anni con un piano elettrico verticale (che fu il mio primo pianoforte quando iniziai a suonare): un Generalmusic di cui non ricordo il modello, primi anni 90. Inizialmente le mie finanze non mi permettevano di acquistare altro; poi, dovetti cambiarlo dopo qualche anno perchè era intrasportabile. La mia prima pianola nel 2006 fu una Yamaha DGX 305, 76 tasti "semipesati", in sostanza un arranger buono per fare il pianobar, non certo per una band che aspirava a proporre il suono delle band Progressive degli anni '70. Tuttavia ero davvero un ragazzino e non avevo modo di informarmi (nonostante internet esistesse già, chissà..forse questo forum no??) e se avessi avuto le giuste dritte con la stessa cifra o poco più avrei potuto prendere sull'usato una macchina migliore, anche se datata. Ricordo, ad ogni modo, di aver usato quella DGX all'estremo delle sue possibilità, tribolando non poco per richiamare/salvare timbri e set-up dalla sua microscopica memoria interna.
Qualche anno più tardi decisi di investire un pò più seriamente sulla strumentazione e da quel momento è iniziato un sodalizio con Kurzweil tanto che avrebbero potuto conferirmi il titolo di endorser onorario (
) perchè nella mia zona quasi nessuno aveva mai visto dal vivo quel tipo di macchine. Nello stesso periodo acquistai su eBay un Odyssey originale degli anni '70: un'occasione che non potevo lasciarmi sfuggire visto i miei tentativi in quegli anni di mettere le mani su un vero analogico (e poi avevo una specie di malattia per ARP, complice Maestro Fariselli di AREA ed altri simili ascolti). Lo acquistati e lo tenni per alcuni anni, pur ahimè, non sfruttandolo al massimo delle sue potenzialità per la musica che dovevo fare e per la mia ancora giovane e ingenuta età. Portarlo dal vivo inoltre era piuttosto difficoltoso per via dell'accordatura.
...Insomma, è in questo modo che costruii man mano il mio set-up:
2006-2008: Yamaha DXG 305
2008-2010: Kurzweil PC2, ARP Odyssey MK II
2010-2012: Kurzweil PC1x, ARP Odyssey MK II, Yamaha DX7 (in prestito)
2012: Kawai MP5, ARP Odyssey MK II
2013-2014: Kurzweil SP-5, Numa Organ
2014: Yamaha MOX8 (per un breve periodo), Numa Organ
2014-2016: Kurzweil PC3LE8, Crumar Mojo
2016-2020: Kurzweil Forte SE, Numa Organ 2
Al momento sono nuovamente in fase cambio strumentazione, sperando di trovare un set-up comodo e definitivo, dal momento che non è la macchina/strumento che fa la musica ma il musicista, la creatività, gli stimoli, il suo background e ovviamente i suoi studi. Il mio cambio di strumenti è stato principalmente dettato dal mutare delle esigenze e delle situazioni live (ad es. dovetti vendere il Mojo perchè era troppo ingobrante e troppo stressante da portare in giro, però suonava davvero davvero bene).