@ vin_roma
@KirkNorton
So benissimo chi è Biglino e so benissimo di quanto amplifichi le sue "mediocri" competenze, però, (intuito?, mancanza di preconcetti?) sta di fatto che qualcosa mi sembra coerente:
1) la Bibbia non è un testo da interpretare poiché l'intento di chi scriveva non era per pubblicare un libro da leggere ma era una sorta di diario degli eventi, una "memoria" personale e quindi erano inutili le proprie interpretazioni.
2) a capo di tutto non c'è un "Dio" assoluto ma un qualcuno che si rivolge ad una ristretta cerchia di eletti. Questo stride con la retorica dell'universalità a fronte di un meccanismo sociale "molto umano" o comunque di qualcosa di strutturato e gerarchizzato.
L'esistenza di umani buoni e non buoni tradiscono la lungimiranza di un assoluto, la Bibbia, se vogliamo crederci, probabilmente descrive qualcosa di diverso dalle storiche credenze sul divino, qualcosa, appunto, di strutturato e temporale.
Mosè che comunica col "superiore", la vergine Maria che concepisce per mano del "superiore" così come, nello stesso periodo, Elisabetta, anziana e non più fertile, lo divenne perché "il superiore" sapeva come farlo accadere...
Noi pure, oggi, e senza misteri divini, sappiamo come fare...
Un conto è adattarsi alle tradizioni e lasciar correre credendo alle favole oppure un conto è muoversi, anche sbagliando, facendo ipotesi e cercandone la concreteza.
Se non fosse così, senza un Giordano Bruno, Galilei e compagnia, staremmo ancora a battere le pietre per accendere il fuoco.
Preferisco gli errori (orrori) di Biglino che la congelazione dell'evoluzione in un conveniente dogma ottuso.
Premesso che non voglio catechizzare nessuno e comunque non lo farei certo da un forum, non ritengo che i "dogmi", in quanto tali, siano necessariamente ottusi, specie se per dogma si intende ciò che l'etimo insegna: crederci o meno è altro paio di maniche di cui certo non possiamo discuter esaustivamente qui.
Per quanto concerne il fatto di leggere il testo biblico senza interpretare... beh, non l'anno intesa così i popoli che hanno dato vita a quei testi, molti, e così differenti anche per genere, che noi chiamiamo Bibbia (non che metta in discussione il nome, qui va bene per quello che dobbiamo dire).
Che tratti solo di cronache di fatti da non interpretar è smentito dal testo stesso: spesso si fa riferimento chessò, al libro delle cronache del re, o altri testi/atti che descrivono ad esempio campagne militari etc.
Se l'intento dell'agiografo fosse stato solo questo, inoltre, non si capirebbe come mai sono dedicati capitoli interi a scaramucce fra bande di scarsa importanza strategica, politica e militare, mentre per contro si liquidano battaglie campali importanti in pochi versi.
Comunque, liberi tutti di andare dietro a B. o ai raeliani etc. Davo solo il mio contributo.
K.