maxpiano69 ha scritto:
Anche i grandi del passato (musicisti e non) realizzavano opere per chi gliele pagava, alla fine dei conti, specie agli inizi.
Per fare un'esempio: credo che al Caravaggio interessasse più la vita del puttaniere rissaiolo che quella del pittore cattolico, ma a quei tempi furono i dipinti con raffigurazioni di figure religiose e mitologiche che gli permisero di pagarsi il vino delle bettole romane e delle prostitute. Ma come dipingeva santi e profeti lui...non ce ne era per nessuno.
maxpiano69 ha scritto:
@ Arci66: abbiamo una decisione da 18enni in comune a quanto pare...
Pare di si, a quell'età non avevo ancora capito una mazza di questo mondo, però avevo capito, anche se da poco, che per far crescere bene le proprie qualità bisognava studiare, e pure tanto, e che le naturali capacità ed inclinazioni vanno nutrite attraverso una metodica applicazione. A quel punto ho puntato li dove vedevo che le mie capacità ed inclinazioni erano più solide, e dove vedevo, tuttosommato, un mercato con più opportunità.
Quindi andai all'università e non al conservatorio.
P.S. Poi come mi disse la mia professoressa di musica della scuola media: se vuoi un domani lavorare con la musica il pianoforte non è lo strumento ideale: in un'orchestra c'è un solo pianoforte (ed a volte nemmeno c'è) mentre ci sono molti archi, ottoni, etc...