@ WTF_Bach
Ah, chi non ricorda con simpatia Jean Luc Varranger, detto “l’uomo orchestra”…
Figlio d’arte - nacque a Parigi da Ludovico Maria Varranger, pianista di cafe chantant, e Clarabella Luigia Barnelli, della famosa dinastia di uomini orchestra italiani, fin dalla più tenera infanzia mostrò un interesse quasi ossessivo per il polistrumentismo: a tre anni era già un virtuoso dei sonaglini, del pianino Chicco e della casina delle api.
Ben presto cominciò ad affiancare suo padre nelle serate ai cafe chantant, utilizzando un marchingegno di sua costruzione - poi passato alla storia, appunto, come il Varranger I, munito di appositi ingranaggi e contrappesi che azionavano diverse file di archetti, bacchette che percuotevano tamburelli e donagli vari e trombette miniaturizzate che lo rendevano capace di emulare un’intera orchestrina.
Ma il punto di svolta venne quando il Varranger incontrò, durante una serata al Cafe Modern, il noto inventore parigino Gaston Gigant (in arte Giga) che lo convinse a meccanizzare lo strumento attraverso l’uso di apposite schede perforate, dette appunto “Giga”.
Fu l’inizio di un successo travolgente: ormai nessun locale di Parigi poteva far a meno di avere un Varranger II - questo il nome del nuovo strumento, alimentato tramite un’apposita caldaia a vapore - con cui deliziare il pubblico ed “epater les bourgeois”.
Persino il più grande produttore francese di arpe birmane, il noto Roland de Nippon, acquistò una licenza per produrre le sue famose Murano Automatique.
Nel caotico e vizioso mondo delle notti parigine, il giovane Varranger, sino a quel momento tutto casa e Cafè, ebbe una sbandata per la bella “femme fatale” Fatima Tardelli, un’immigrata di origine Italo-tunisina che si esibiva col nome d’arte di “la belle Fatar”, presentando un numero assai licenzioso chiamato “la danse de les touches molles” in cui, con saltelli e rimbalzini vari, si faceva toccare dagli avventori reagendo in maniera del tutto arbitraria ed imprevedibile alle loro lascive carezze.
La coppia ebbe numerosi figli, tra cui Tito Paolo Quarantesimo - chiamato familiarmente TP40 o anche “Testa di legno” - e Tito Paolo Centesimo, conosciuto come TP100.
Jean Luc Varranger si spense serenamente all’età di 98 anni, lasciando all’umanità i brevetti della sua invenzione più grande, il Varranger appunto, che ancor oggi continua ad essere prodotto secondo le specifiche d’epoca - comprese caldaia a vapore, manine miniaturizzate e micro violìni da 14 nanometri.
…accipicchia non lo sapevo!!! speriamo che la behringer cloni anche quello