Gibson sull’orlo del fallimento?

paolo_b3 01-03-18 15.56
@ giosanta
Naturalmente mi auguro non accada mai; ciò posto.
Domanda da profano assoluto. Perché non accade a Fender, anch'essa vittima del vintagismo, della saturazione del mercato ecc.?
Direi che la posizione di Fulezone è centrata. Non importa quanto ricavi, se spendi di più la "barca non va" (parafrasando Orietta Berti) emo
mike71 01-03-18 16.00
Cyrano ha scritto:
il problema è che la crescita infinita non è possibile...mentre gli azionisti chiedono sempre più profitti, o disinvestono

Ergo, quando hai saturato il mercato, e non ti è più possibile nè alzare i prezzi, nè rubare quote di mercato alla concorrenza, nè comprimere i costi...il tuo destino è segnato

Per riuscire a dare dividendi agli azionisti oppure pagare gli interessi sui prestiti fatti per fare acquisizioni si sono fatte operazioni finanziarie sempre più spericolate. Contemporaneamente si sono rese meno importanti le fasi di produzione dei beni e dei servizi.
Prima o poi salta fuori che si tratta di un complicato schema Ponzi e che la dirigenza riesce sempre a scappare con la cassa.
In Italia abbiamo avuto Parmalat ed anche Olivetti/Telecom, ad esempio.

Con il meccanismo delle stock options poi chi lavora a livello dirigenziale è portato a ragionare con pochi maledetti e subito. Se in certi posti queste attività fossero vietate o molto tassate probabilmente sarebbe interesse della dirigenza avere una prospettiva di lungo periodo.




paolo_b3 01-03-18 16.10
mike71 ha scritto:
Con il meccanismo delle stock options poi chi lavora a livello dirigenziale è portato a ragionare con pochi maledetti e subito. Se in certi posti queste attività fossero vietate o molto tassate probabilmente sarebbe interesse della dirigenza avere una prospettiva di lungo periodo.

Quoto e straquoto! Anzi purtroppo piove sul bagnato, perchè già i meccanismi che ti consento di accedere al prestito non tollerano piani di rientro poliennali, ergo l'impresa è stata assassinata dalla finanza.
anonimo 01-03-18 16.18
@ mike71
Cyrano ha scritto:
il problema è che la crescita infinita non è possibile...mentre gli azionisti chiedono sempre più profitti, o disinvestono

Ergo, quando hai saturato il mercato, e non ti è più possibile nè alzare i prezzi, nè rubare quote di mercato alla concorrenza, nè comprimere i costi...il tuo destino è segnato

Per riuscire a dare dividendi agli azionisti oppure pagare gli interessi sui prestiti fatti per fare acquisizioni si sono fatte operazioni finanziarie sempre più spericolate. Contemporaneamente si sono rese meno importanti le fasi di produzione dei beni e dei servizi.
Prima o poi salta fuori che si tratta di un complicato schema Ponzi e che la dirigenza riesce sempre a scappare con la cassa.
In Italia abbiamo avuto Parmalat ed anche Olivetti/Telecom, ad esempio.

Con il meccanismo delle stock options poi chi lavora a livello dirigenziale è portato a ragionare con pochi maledetti e subito. Se in certi posti queste attività fossero vietate o molto tassate probabilmente sarebbe interesse della dirigenza avere una prospettiva di lungo periodo.




È proprio come dici tu...quando entra in crisi il meccanismo economico-produttivo, subentra il circo finanziario...
fulezone 01-03-18 17.46
@ paolo_b3
Direi che la posizione di Fulezone è centrata. Non importa quanto ricavi, se spendi di più la "barca non va" (parafrasando Orietta Berti) emo
Anche Fender per quanto ne so si trova esattamente nella stessa posizione! Devo trovare l'articolo che leggevo qualche giorno fa che spiegava proprio il fatto che i giovani comprano meno strumenti musicali in generale, e in effetti in questo forum che dovrebbe essere fatto di ragazzini ci troviamo una età media di 40 anni e non di ventenni! Questo penso sia indicativo!


La crisi del Rock non delle chitarre!

Gibson e Fender in crisi
giosanta 01-03-18 18.40
fulezone ha scritto:
Anche Fender per quanto ne so si trova esattamente nella stessa posizione...

Dato assai significativo, senz'altro. Sarebbe interessante avere dati per approfondirlo.
fulezone 01-03-18 18.41
@ giosanta
fulezone ha scritto:
Anche Fender per quanto ne so si trova esattamente nella stessa posizione...

Dato assai significativo, senz'altro. Sarebbe interessante avere dati per approfondirlo.
li ho postati sopra nel post precedente
La musica ROCK in crisi e la crisi delle chitarre
clouseau57 01-03-18 18.48
Mi chiedo , Voi in qualita' di produttori ambireste a costruire esemplari di pregio , ricercati , che soddisfino un certo target di clientela o preferireste produrre esemplari a basso costo ( con l'ausilio di manodopera dell'est europeo , asiatica o dell'america latina ) per inondare il mercato e realizzare subito grossi guadagni ?
emo
paolo_b3 01-03-18 19.10
@ clouseau57
Mi chiedo , Voi in qualita' di produttori ambireste a costruire esemplari di pregio , ricercati , che soddisfino un certo target di clientela o preferireste produrre esemplari a basso costo ( con l'ausilio di manodopera dell'est europeo , asiatica o dell'america latina ) per inondare il mercato e realizzare subito grossi guadagni ?
emo
Eh eh, come sempre tutto (possibilmente subito), perchè regalare fette di mercato alla concorrenza?

Ad ogni modo il sottoscritto vota per gli esemplari di pregio, non perchè sono romantico, ma perchè la politica del basso costo sta alla base del nefasto "consumismo". Ti prendi una chitarra, te la prendi buona e stai a posto. Almeno per i chitarristi concedetemelo emo
sterky 01-03-18 20.39
Giusto per chiarire un po’ la situazione.
Gibson, in questi ultimi anni, ha optato per una politica di vendita fi massa. E cioè, per un negozio, l’ordine minimo è di 150.000 euro con un incremento annuo del 30% (quindi 195.000 il secondo anno, 250.000 il terzo e così via).
In più, si possono scegliere solo alcune chitarre, le altre vengo spedite a discrezione di gibson (un negozio qua del triveneto ha una diavoletto di hello kitty da circa 10 anni, non la volevano ma gibson ha deciso di spedirgliela e se la tengono).
Questo ha portato ad avere un numero molto esiguo di centri gibson, aprendo il mercato a altri marchi equivalenti (prs, heritage, e simili) riducendo le vendite.
Ci aggiungiamo investimenti errati della casa (tutt’altro che coerenti al mondo della musica) ed ecco un buco di qualche centinaia di milioni di euro.

Ci sono molti interessati compratori (qualche grosso marchio nel mondo dlla musica, soprattutto japponesi), ma stanno aspettando qualcuno che investa ma non tocchi la direzione...
mike71 01-03-18 23.28
sterky ha scritto:
Giusto per chiarire un po’ la situazione.
Gibson, in questi ultimi anni, ha optato per una politica di vendita fi massa. E cioè, per un negozio, l’ordine minimo è di 150.000 euro con un incremento annuo del 30% (quindi 195.000 il secondo anno, 250.000 il terzo e così via).

Molto interessante.
Una politica commerciale aggressiva non ha funzionato, visto che i rivenditori rischiavano di stare con il cerino in mano.
Per quanto riguarda invece il discorso che ci son meno regazzini che vogliono suonare la chitarra, a me sembra sia piu` un problema di Ferrarotti che di Gibson. Che rimane il fatto che non capisco per quale motivo abbia speso soldi per acquisire Onkyo e Stanton. (Che comunque trovare una puntina di ricambio per una testina Stanton e` un bel problema... non e` che han fatto lo stesso discorso per l'hi fi ?)
anonimo 05-03-18 15.49
@ sterky
Giusto per chiarire un po’ la situazione.
Gibson, in questi ultimi anni, ha optato per una politica di vendita fi massa. E cioè, per un negozio, l’ordine minimo è di 150.000 euro con un incremento annuo del 30% (quindi 195.000 il secondo anno, 250.000 il terzo e così via).
In più, si possono scegliere solo alcune chitarre, le altre vengo spedite a discrezione di gibson (un negozio qua del triveneto ha una diavoletto di hello kitty da circa 10 anni, non la volevano ma gibson ha deciso di spedirgliela e se la tengono).
Questo ha portato ad avere un numero molto esiguo di centri gibson, aprendo il mercato a altri marchi equivalenti (prs, heritage, e simili) riducendo le vendite.
Ci aggiungiamo investimenti errati della casa (tutt’altro che coerenti al mondo della musica) ed ecco un buco di qualche centinaia di milioni di euro.

Ci sono molti interessati compratori (qualche grosso marchio nel mondo dlla musica, soprattutto japponesi), ma stanno aspettando qualcuno che investa ma non tocchi la direzione...
Secondo me, questo è uno dei guai dell'odierna economia. Io NON sono per la "decrescita felice", anzi, tutt’altro, ma mi rendo conto che non si può pretendere di aumentare le vendite all’infinito: faccio un esempio stupido con numeri a caso (non conosco le statistiche di vendita della FIAT): se la FIAT, nel 2017 ha venduto 10.000 automobili, non può pretendere di venderne 15.000 nel 2018. Primo perché chi ha comprato una macchina nuova l’anno scorso, non ne ricompra un’altra quest’anno, secondo perché ogni anno è diverso da un altro, ci sono periodi di crisi, aziende che falliscono e chiudono e licenziano i dipendenti, e quindi "girano" pochi soldi ecc., poi, magari ci sono anni in cui l’economia "tira" nuovamente (anche per merito di scelte politiche, ecc.) ed ecco che si vende di nuovo. Non si può pretendere, come fa la Gibson, un aumento annuo delle vendite del 30%. Può anche succedere, ma non può essere garantito. Inoltre, oltre un certo punto, il mercato si satura (vedi l’esempio della Coca-Cola fatto da qualcuno, che non riesce più ad espandersi perché è già presente in tutti i "Mercati" mondiali), quindi, ci si può anche accontentare di vendere quanto l’anno scorso...
fulezone 05-03-18 16.37
@ anonimo
Secondo me, questo è uno dei guai dell'odierna economia. Io NON sono per la "decrescita felice", anzi, tutt’altro, ma mi rendo conto che non si può pretendere di aumentare le vendite all’infinito: faccio un esempio stupido con numeri a caso (non conosco le statistiche di vendita della FIAT): se la FIAT, nel 2017 ha venduto 10.000 automobili, non può pretendere di venderne 15.000 nel 2018. Primo perché chi ha comprato una macchina nuova l’anno scorso, non ne ricompra un’altra quest’anno, secondo perché ogni anno è diverso da un altro, ci sono periodi di crisi, aziende che falliscono e chiudono e licenziano i dipendenti, e quindi "girano" pochi soldi ecc., poi, magari ci sono anni in cui l’economia "tira" nuovamente (anche per merito di scelte politiche, ecc.) ed ecco che si vende di nuovo. Non si può pretendere, come fa la Gibson, un aumento annuo delle vendite del 30%. Può anche succedere, ma non può essere garantito. Inoltre, oltre un certo punto, il mercato si satura (vedi l’esempio della Coca-Cola fatto da qualcuno, che non riesce più ad espandersi perché è già presente in tutti i "Mercati" mondiali), quindi, ci si può anche accontentare di vendere quanto l’anno scorso...
se il mercato cresce mediamente di un tot % e tu resti esattamente fermo hai perso quel tot%, perché la crescita è fisiologica, 1kg di pasta costava 1 euro adesso costa 1.08 euro, se tu hai incassato sempre un euro hai perso 8% se invece hai incassato 1.08 euro allora non sei cresciuto se hai incassato 1.20 euro allora sei cresciuto del 12%, la crescita fisiologica è perchè è cresciuto il mercato non per merito tuo!
anonimo 05-03-18 19.51
@ fulezone
se il mercato cresce mediamente di un tot % e tu resti esattamente fermo hai perso quel tot%, perché la crescita è fisiologica, 1kg di pasta costava 1 euro adesso costa 1.08 euro, se tu hai incassato sempre un euro hai perso 8% se invece hai incassato 1.08 euro allora non sei cresciuto se hai incassato 1.20 euro allora sei cresciuto del 12%, la crescita fisiologica è perchè è cresciuto il mercato non per merito tuo!
Scusa eh, io non capisco molto di Economia, ma tu parli di aumento dei prezzi (da 1 Euro a 1,08 Euro), invece io parlavo di aumento del numero di pezzi venduti. Ci sono dei periodi di crisi nei quali molti settori vendono meno, cioè hanno meno "ordini" in termini di quantità di pezzi venduti. Quindi se io Gibson, quest'anno ho venduto 1.000 chitarre in meno rispetto all'anno scorso, ma anche la Fender e non so quale altra marca hanno avuto risultati simili (800 - 900 chitarre vendute in meno) allora ciò può essere dovuto alla particolare congiuntura economica, ad una crisi generale e non alla capacità mia (cioè di Gibson) di vendere...
paolo_b3 05-03-18 20.50
@ anonimo
Scusa eh, io non capisco molto di Economia, ma tu parli di aumento dei prezzi (da 1 Euro a 1,08 Euro), invece io parlavo di aumento del numero di pezzi venduti. Ci sono dei periodi di crisi nei quali molti settori vendono meno, cioè hanno meno "ordini" in termini di quantità di pezzi venduti. Quindi se io Gibson, quest'anno ho venduto 1.000 chitarre in meno rispetto all'anno scorso, ma anche la Fender e non so quale altra marca hanno avuto risultati simili (800 - 900 chitarre vendute in meno) allora ciò può essere dovuto alla particolare congiuntura economica, ad una crisi generale e non alla capacità mia (cioè di Gibson) di vendere...
Ah ma sei un teorico emo
Si deve essere più o meno come dici...
anonimo 07-03-18 11.23
@ paolo_b3
Ah ma sei un teorico emo
Si deve essere più o meno come dici...
No, non sono affatto un teorico, anzi sono molto pratico e concreto! emo
Mi rendo conto che non è detto che, se l’anno scorso hai venduto 1.000 pezzi, quest’anno devi venderne per forza 1.500. Può succedere, ma può succedere anche che tu ne venda solamente 500, per vari motivi, anche indipendenti dalla tua volontà, non necessariamente perché tu non sia capace a vendere. Quindi, cara Gibson, accontentati anche solo di vendere lo stesso numero di chitarre che hai venduto l’anno scorso, poi, magari, l’anno prossimo andrà meglio! emo
fulezone 07-03-18 17.13
@ anonimo
No, non sono affatto un teorico, anzi sono molto pratico e concreto! emo
Mi rendo conto che non è detto che, se l’anno scorso hai venduto 1.000 pezzi, quest’anno devi venderne per forza 1.500. Può succedere, ma può succedere anche che tu ne venda solamente 500, per vari motivi, anche indipendenti dalla tua volontà, non necessariamente perché tu non sia capace a vendere. Quindi, cara Gibson, accontentati anche solo di vendere lo stesso numero di chitarre che hai venduto l’anno scorso, poi, magari, l’anno prossimo andrà meglio! emo
quando noi facciamo le riunioni nella mia azienda ci sono gli studi di settore che decidono se stai perdendo per colpa tua o colpa della crisi, nel settore in cui lavoro io il mercato cresce costantemente anno dopo anno del 8%, noi cresciamo del 24% ma in città tutti i nostri concorrenti stanno chiudendo, le catene come noi e la gdo assorbono l'8% della crescita fisiologica e il 16% dei concorrenti che chiudono, inoltre come dicevo per la crisi Coca-Cola perché ha saturato il mercato e non ha più territori in cui espandersi raggiungendo più del 100% della terra emersa del territorio mondiale, ecco che hanno trovato un altro modo di espandersi e sono partiti i test in Giappone della Coca Cola Alcolica! poi in modo particolare non si capisce perchè in Giappone visto che gli asiatici al contrario di noi non hanno gli enzimi per digerire l'alcool, si vede che sarà un prodotto leggermente alcolico
paolo_b3 07-03-18 19.18
fulezone ha scritto:
i test in Giappone della Coca Cola Alcolica!


Ce lo devono insegnare i giapponesi come si fa un Cuba Libre? emo
fulezone 07-03-18 19.28
@ paolo_b3
fulezone ha scritto:
i test in Giappone della Coca Cola Alcolica!


Ce lo devono insegnare i giapponesi come si fa un Cuba Libre? emo
Bhe, posso dirti che in pochi sanno come si fa un Cuba Libre, tutti fanno quella porcata di Rum e Coca e sono due cose diverse!
Io cmq dico si alla cocacola alcolica! Cuba Libre forever!
se dovesse fallire la cocacola sarei rovinato!
paolo_b3 08-03-18 07.51
fulezone ha scritto:
se dovesse fallire la cocacola


Un bel boccale di birra e passa la paura emo