@ mima85
maxpiano69 ha scritto:
PS: magari, cercando di rifrasare il tuo pensiero, solo a beneficio della discussione, possiamo dire che il Minimoog sta ai synth come uno Stradivari sta al violino?
Anch'io tendo di più a questo pensiero. Il Minimoog certamente spicca tra gli analogici per la sua importanza storica, il suo suono e per aver caratterizzato con la sua voce un periodo musicalmente e socialmente particolarmente florido, analogamente ad uno Stradivari (per quest'ultimo perlomeno musicalmente, perché socialmente mi sa che a quel tempo, a parte i nobili ed i ricconi gli altri non è che se la passassero 'sto granché bene). Questo però senza nulla togliere agli altri analogici, vintage o moderni che siano.
Anche perché il synth alla fin fine è solo un tassello di un mosaico molto più complesso ed esteso, composto innanzitutto dalla musica, ma anche dal periodo storico e dalla situazione sociale. Se il Minimoog fosse nato oggi, in questo periodo di crisi, piattume e superficializzazione musicale e sociale, non credo che tra 40 anni avrebbe orde di fan e lo status symbol che oggi ha il Minimoog nato negli anni '60. Anzi magari verrebbe addirittura ricordato come uno strumento che ha caratterizzato il suono di musica di scarso valore artistico, e verrebbe valutato di conseguenza.
mi tirate in ballo...........e io ballo!
e' un discorso speculativo. la non precedente invenzione del Minimoog cambierebbe la linea temporale............
Ma aldilà di argomenti alla John Titor ( Voyager docet)
, poi non si protrebbero immaginare altri strumenti di altre case............
Diciamo che secondo me attualmente ciò che ha rovinato migliaia di potenziali tastieristi, non necessariamente bravi, ma sicuramente dediti alla riproduzione musicale, sono stati: il Karaoke di Fiorello e tutte le strumentazioni prodotte che hanno permesso di trasformare il discorso sequenza, dai primi synthsequencers fine anni '70, a mera riproduzione di basi musicali di fine anni '80 o da software per Atari e MSdos o con sequencers dedicati. Poi la Gem si inventò tastiere sempre più interfacciabili.
Tutto questo ha letteralmente annichilito per anni la ricerca nel campo dei sintetizzatori, al punto di non essere più in grado di ricuperare il terreno perduto sui concorrenti giapponesi e americani.
Io penso che la storia ci debba far riflettere e ammettere che lo Stradivari è un punto di arrivo. L'Hammond è un punto di arrivo,
il Rhodes è un punto di arrivo, il Minimoog è un punto di arrivo, il Gran Coda è un punto di arrivo, l'OB8 è un punto di arrivo. Il JP8 è un punto di arrivo. Non si prescinde più da certi strumenti, il resto come possiamo definirlo? Surrogati? Non necessariamente.
Arriveremo col software e i samples a far suonare un pianoforte meglio o quasi di uno Stenway. Il problema è lo standard, il chilo d'oro della zecca dello stato che sarà sempre il chilo do riferimento, dovesse variare il suo peso o essere meno preciso nel tempo.
Rendo l'idea?