@ anonimo
il vst sarebbe un suono livellato? secondo me è il contrario visto che ha molte sfumature c'è bisogno di tecnica per sfruttarlo al meglio.
Ritengo di avere una buona conoscenza del pianoforte e altrettanto penso di te ...
quindi?
Saranno le diverse strade percorse a farci vedere la soluzione con angolature diverse.
La mia esperienza mi ha fatto arrivare al punto di capire questo: il bello sincero e il bello surrogato.
Mi spiego: anni fa su questo forum un ragazzo di Torino, di cui purtroppo non ricordo il nome, postò un suo lavoretto "alla buona", era una brano suo suonato interamente con strumenti di fortuna: Toy Piano, flauto da scuole medie, tamburello... ebbene, non erano certamente strumenti di qualità, poteva usare i migliori campionamenti oggi sul mercato ...eppure, quel pezzo aveva una bellezza, una profondità, una dignità. una sincerità che nessun VST avrebbe potuto rendere.
Un' altra volta dovetti registrare per un ragazzo brasiliano che faceva una musica un po' particolare, un mix di anni' '60, samba e tecno... in sala con tutti i vst a disposizione nulla lo convinceva per l' organo. Portò il giorno successivo un Farfisa Professional con un "Leslie" 610 Elka... e il pezzo trovò la giusta profondità, la sincerità nell' espressione. Un' altro pianeta!
Restando certamente condiviso il punto di arrivo del suono, magari, intanto che si cammina, facciamo strade diverse.
Io, per la mia, ho capito che la musica, a furia di ricercare nel suono la sua identità, sta rischiando di perdere la sua essenza, quella che invece ho trovato in quel brano fatto col Toy Piano.