igiardinidimarzo ha scritto:
benvenuto nel futuro: fra 20 anni non vi sarà più un solo pianoforte a coda nei locali di tutto il mondo...
Spero sia vero quanto l'imminente fine del mondo...
Io l'altra sera ho trovato questo:
ed era fisso nella sala.
Capisco l' impegno nell'avere un pianoforte pubblico ma poi, se lo si vuole, tocca mantenerlo al top, allo stesso livello di cura degli strumenti degli altri.
Già aver letto nell'apertura del post che il "pianoforte deve essere accordato almeno una volta al mese..." la dice lunga.
Lo strumento che ho trovato l'altra sera, lo Steinway, viene usato quasi tutte le settimane e fatta rivedere l'accordatura ogni volta prima di un concerto.
Se non si può star dietro a questi costi (ma, trattandosi di un locale, l'olio esausto utile alla frittura lo metti nel bilancio delle spese?) si può ovviare con un digitale, certo, ma visto il target musicale che abbia almeno il feeling della meccanica di un acustico per dare le stesse prerogative espressive degli strumenti del c.bassista o del sassofonista anche se col suono, quando poi amplifichi, va sempre tutto a putxxxx!
Non conosco il Kawai in questione ma comunque non stiamo parlando del top. Di pianoforti integralmente revisionati non ne ho mai trovati da poter dire "cavolo che fico!". Il pianoforte non è un violino e col tempo perde sempre e non si recupera mai al 100%, tocca solo accontentarsi storcendo il muso.
Se si vuol avere ed usare un pianoforte si deve mettere in conto di accordarlo spesso, almeno prima delle esibizioni, e che sia di buona qualità altrimenti è voler fare le nozze con i funghi.
Altrimenti digitale con meccanica acustica e lo Yamaha GT sarebbe un buon compromesso, il resto è stare sotto la media non rispettando la musica.
Cambiare l'olio per friggere e non pensare all'accordatura è quanto di più lontano dai propositi seri di vendere la musica guadagnandoci con la sua fruizione.