Accordi e srelative cale jazz...

ahivela 03-01-16 20.26
MiLord ha scritto:
Ma non mi basta, non mi sembra di essere troppo esigente se voglio migliorarmi in quella che è la più grande passione della mia vita! Vedo gente che, avendo solide basi teoriche evidenti, "canta" in modo diverso da me. Più complesso. Hai voglia di cantare come loro se non hai quelle solide basi teoriche.


Non e' strettamente quello il nesso causale. Cioe' non e' affatto detto che la bravura e la complessita' nell'improvvisare sia un fatto di solide basi teoriche.
Io penso che sia un fatto di cultura, che e' una cosa diversa dalle solide basi teoriche.
Cultura nel senso di anni di ascolto, di pratica, di nottate perse, di belle suonate e di figure di merda.
Di quantita' di materiale, di nutrimento, fagocitato e digerito. Nonche' di predisposizione, di capacita'di rilassamento e di concentrazione.
E' come uno che sa parlare bene a braccio, che sa farsi ascoltare. Non e' una questione di titolo di studio, o solide basi teoriche. Non esiste una ricetta o un metodo per essere un bravo oratore. Al massimo esistono regole per evitare di sbagliare i congiuntivi...
ahivela 03-01-16 20.27
shiningkeyboard ha scritto:
poi, è vero che questa tua risposta può sembrare perfino "falsa"


No, e perche' mai?
Sono serissimo.
shiningkeyboard 03-01-16 20.34
@ ahivela
shiningkeyboard ha scritto:
poi, è vero che questa tua risposta può sembrare perfino "falsa"


No, e perche' mai?
Sono serissimo.
e lo so!

ma non è così ovvio ciò che dici.. lo diventa solo dopo che lo si è provato sulla propria pelle!
ahivela 03-01-16 20.37
simondrake ha scritto:
Ecco..... Per esempio ho imparato da una vita autumn leaves, finché c'è la melodia tutto OK, ma appena partono con le improvvisazioni.... Io non so più dove sono.... Mi rendo conto che è un problema di orecchio,


L'orecchio, in questi casi, penso che c'entri relativamente. Anche perche' se ti capita qualcuno che suona in modo molto "alternativo" ti porterebbe fuori in un attimo, se cercassi di assecondare solo l'orecchio. E' piu' una questione di memoria a breve termine, di quadratura, il famoso senso della struttura di cui si parlava con shining.
anonimo 03-01-16 20.53
@ shiningkeyboard
poi, è vero che questa tua risposta può sembrare perfino "falsa"... ma consiglio di provare, per un anno, a dedicare il 70% del tempo a questi aspetti, e a rendersene conto in prima persona!
il famoso esercizio del "walking man"emo
MiLord 04-01-16 02.50
Va bene. Io ringrazio davvero tutti per le risposte. Ho dato thanks anche ai più scorbutici anche solo perchè si sono interessati alle mie domande emo.
Sembra però, scusate se insisto, che la teoria sia una minima parte del jazz. Quella quasi meno importante. Mi sembra davvero molto strano. Ok io ho orecchio e musicalità? Che ci vuole! Canticchio un motivo, anche complesso, ma completamente a casaccio evidentemente, e mi sforzo di suonarlo così come lo sento. Tutto qui? Quindi da domani posso smettere con l'insegnante, perchè il motivetto o lo sai creare nella tua mente o no. A cosa serve l'insegnante? A darmi gli standard? Con quello che rispamio a voglia di fotocopie di standard emo . CREDETEMI non è polemica la mia!!! Ci tengo davvero a capire il vostro punto di vista! Cioè il punto di vista di chi ha studiato jazz con tutto ciò che riguarda l'armonia e la teoria. Perdonatemi ma voglio farvi una domanda personale: non rifareste gli stessi studi? Li ritenete davvero così inutili o di minore importanza? E' vero, e sono d'accordo che il miglior allenamento è l'ascolto, ok. Neanche nella musica classica serve la teoria allora, anzi! Serve ancora meno! Lì mi devo limitare esclusivamente a leggere ciò che è scritto sullo spartito. Ritengo, o ritenevo a questo punto, che l'importanza che si da alla teoria nella musica classica, secondo me giustamente, fosse ancor maggiore nel jazz. Dove lo spartito ha un ruolo minore e non è così vincolante. Mi sembra, scusate, il discorso che mi hanno fatto stranamente più persone. Alcuni "esperti di musica" miei coetanei, a riguardo degli studi mi dicevano "Ehi ma guarda Jimi Hendrix!!! Non ha mai studiato e guarda cos'è diventato!" emo
E' vero!!! Sono d'accordo, ma di Hendrix ne nasce uno ogni 50 anni. E in più ho sempre risposto: "Certo è un fenomeno naturale assurdo! Pensa però se avesse anche studiato! emo"
Non ci credo che Joey de Francesco e Michel Camilo non abbiano mai letto un libro di teoria dai. E comunque sì, vorrei un maestro che oltre tutte le belle cose mi dica anche di suonare misolidio e dorico su certe tonalità. Oltre gli standard e tutto quello che volete. Per me, ma mi sbaglierò a questo punto, rimane una cosa fondamentale. Non importante ma fondamentale! Io posso avere tutta la fantasia per creare un motivetto su un giro di accordi, ma un maestro che ti fa vedere che oltre la pentatonica sulla fondamentale, si possa sfociare anche su altre scale ricavate che ne so, dalla dominante, ti porta a considerare motivetti più complessi, ti porta ad avere una visione più ampia della musica. Non è inutile, apre la mente. Io per esempio non ci sarei mai arrivato prima ed ecco perchè i miei arrangiamenti non sono così complessi o ricercati come quelli di un vero jazzista. Tutto qui. emo
Metterò davvero una demo a questo punto, mi piacerebbe molto confrontarla con le vostre, sullo stesso classico giro, che sono sicuro saranno migliori. E analizzarle e poter parlare più nello specifico in che modo voi siete arrivati a certi fraseggi. Sono sicuro che non è solo una questione di orecchio o di fantasia emo
dobermann103 04-01-16 09.23
ci vuole tempo per tirare giù dei soli interessanti!! bisogna applicarsi e ovviamente tutto verà da se e non è necessario fare virtuosismi eccessivi... cose giuste al momento giusto...bisogna entrare nel pezzo e suonare con gusto che è la cosa più difficile da fare...ovviamente studiare è alla base di tutto il gusto viene dopo/durante, perchè se penso "alle scale da utilizzare, a quell'accordo come posziono le mani, a com'è la stuttura" allora ci si perde........tre parole: Pazienza, voglia, e studio. un buon insegnante serve per orientarti e farti capire ma di certo non può suonare al posto tuo emo
shiningkeyboard 04-01-16 09.42
@ MiLord
Va bene. Io ringrazio davvero tutti per le risposte. Ho dato thanks anche ai più scorbutici anche solo perchè si sono interessati alle mie domande emo.
Sembra però, scusate se insisto, che la teoria sia una minima parte del jazz. Quella quasi meno importante. Mi sembra davvero molto strano. Ok io ho orecchio e musicalità? Che ci vuole! Canticchio un motivo, anche complesso, ma completamente a casaccio evidentemente, e mi sforzo di suonarlo così come lo sento. Tutto qui? Quindi da domani posso smettere con l'insegnante, perchè il motivetto o lo sai creare nella tua mente o no. A cosa serve l'insegnante? A darmi gli standard? Con quello che rispamio a voglia di fotocopie di standard emo . CREDETEMI non è polemica la mia!!! Ci tengo davvero a capire il vostro punto di vista! Cioè il punto di vista di chi ha studiato jazz con tutto ciò che riguarda l'armonia e la teoria. Perdonatemi ma voglio farvi una domanda personale: non rifareste gli stessi studi? Li ritenete davvero così inutili o di minore importanza? E' vero, e sono d'accordo che il miglior allenamento è l'ascolto, ok. Neanche nella musica classica serve la teoria allora, anzi! Serve ancora meno! Lì mi devo limitare esclusivamente a leggere ciò che è scritto sullo spartito. Ritengo, o ritenevo a questo punto, che l'importanza che si da alla teoria nella musica classica, secondo me giustamente, fosse ancor maggiore nel jazz. Dove lo spartito ha un ruolo minore e non è così vincolante. Mi sembra, scusate, il discorso che mi hanno fatto stranamente più persone. Alcuni "esperti di musica" miei coetanei, a riguardo degli studi mi dicevano "Ehi ma guarda Jimi Hendrix!!! Non ha mai studiato e guarda cos'è diventato!" emo
E' vero!!! Sono d'accordo, ma di Hendrix ne nasce uno ogni 50 anni. E in più ho sempre risposto: "Certo è un fenomeno naturale assurdo! Pensa però se avesse anche studiato! emo"
Non ci credo che Joey de Francesco e Michel Camilo non abbiano mai letto un libro di teoria dai. E comunque sì, vorrei un maestro che oltre tutte le belle cose mi dica anche di suonare misolidio e dorico su certe tonalità. Oltre gli standard e tutto quello che volete. Per me, ma mi sbaglierò a questo punto, rimane una cosa fondamentale. Non importante ma fondamentale! Io posso avere tutta la fantasia per creare un motivetto su un giro di accordi, ma un maestro che ti fa vedere che oltre la pentatonica sulla fondamentale, si possa sfociare anche su altre scale ricavate che ne so, dalla dominante, ti porta a considerare motivetti più complessi, ti porta ad avere una visione più ampia della musica. Non è inutile, apre la mente. Io per esempio non ci sarei mai arrivato prima ed ecco perchè i miei arrangiamenti non sono così complessi o ricercati come quelli di un vero jazzista. Tutto qui. emo
Metterò davvero una demo a questo punto, mi piacerebbe molto confrontarla con le vostre, sullo stesso classico giro, che sono sicuro saranno migliori. E analizzarle e poter parlare più nello specifico in che modo voi siete arrivati a certi fraseggi. Sono sicuro che non è solo una questione di orecchio o di fantasia emo
meh, mettiamola così:

dal tuo discorso si evince che lasci larga parte del merito al talento, ma sei convinto che la differenza tra te e parker sia la quantità di conoscenze teoriche acquisite.

capisci perchè divento burbero?

1)la conoscenza teorica, di qualsiasi tipo, è FONDAMENTALE. ma non perdere tempo prezioso con i tuoi insegnanti per farti insegnare le scale e gli accordi, se hanno saltato quegli argomenti i casi sono due. a)come detto, non ti reputano un analfabeta ne uno che abbisogna di studio assistito, e pensano che tu possa leggere dei libri da solo. b) sei analfabeta e abbisogni di studio assistito, ma loro non se ne rendono conto -perchè fingi bene o perchè sono starati loro.

2)dividi "musica classica" e "jazz". perchè? mi sembra tu giudichi la teoria fondamentale per il jazz, ma dici di aver studiato musica classica... e suonando quella la teoria non la tenevi in considerazione? perchè?

3)ciò detto, vai su www.jazzbooks.com , sfoglia il catalogo, leggi tutti i libri che puoi, studiali, assimilali. non ti serve un docente per questa parte. scrivimi in privato, ho millegggiga di sta roba.

4)impara le scale. studiale.

5)non suonare le scale.

6)conosci il concetto di tonalità?

7)di modulazione transitoria?

8)di intervalli diatonici?

9)dici che non ti serve imparare a memoria degli standard. quanti ne conosci? in maniera quanto approfondita?

10) suoni la batteria, un po'?

11) quanta familiarità hai con i poliritmi?

12) sai che ho fatto più conservatorio di liszt marenzio messi assieme, eppure loro tra mezzo millennio saranno ascoltati e io no?

13)sai scrivere una bella melodia? perchè?

14) sai improvvisare con una nota per battuta? per quanti chorus senza ripeterti?

15) e con due?

16) sai suonare la melodia di uno degli standard che conosci a memoria senza ritmo, ovvero con tutte le note (abbellimenti compresi) della stessa durata?

17) il punto sedici, lo fai molto veloce e molto lento, a mani unite e separate?

18) sai fare l' opposto, cioè con una nota singola farmi capire che tema è?

19)sai suonare venti variazioni ritmiche, venti melodiche, venti melodico/ritmiche CARINE sul tema di all of me?

20) il punto diciannove, utilizzando solo una mano che esegue solo la melodia, facendomi capire CHIARAMENTE la pulsazione?

21) e il punto venti mentre canti i bassi?

22) e il punto venti accompagnandoti con le due mani, cantando le variazioni?

23) leggi tantissimi libri.

24) suona a caso per almeno un minuto al giorno.


ecco, so fare un decimo di ciò che ho scritto. ma credo ci siano poche altre cose da saper fare.
questo può nutrire il tuo orecchio.

il punto è che tutta la musica si suona ad orecchio, anche quella scritta. se pensi in termini matematici, spegni l' orecchio interno.

MA L'ORECCHIO VA NUTRITO, in tutte le maniere. stamattina ascoltavo la neve cadere nei campi.. non mi è servito a un c*zzo, ma ci ho sperato molto. e comunque, male non mi ha fatto!
anonimo 04-01-16 11.08
@ shiningkeyboard
meh, mettiamola così:

dal tuo discorso si evince che lasci larga parte del merito al talento, ma sei convinto che la differenza tra te e parker sia la quantità di conoscenze teoriche acquisite.

capisci perchè divento burbero?

1)la conoscenza teorica, di qualsiasi tipo, è FONDAMENTALE. ma non perdere tempo prezioso con i tuoi insegnanti per farti insegnare le scale e gli accordi, se hanno saltato quegli argomenti i casi sono due. a)come detto, non ti reputano un analfabeta ne uno che abbisogna di studio assistito, e pensano che tu possa leggere dei libri da solo. b) sei analfabeta e abbisogni di studio assistito, ma loro non se ne rendono conto -perchè fingi bene o perchè sono starati loro.

2)dividi "musica classica" e "jazz". perchè? mi sembra tu giudichi la teoria fondamentale per il jazz, ma dici di aver studiato musica classica... e suonando quella la teoria non la tenevi in considerazione? perchè?

3)ciò detto, vai su www.jazzbooks.com , sfoglia il catalogo, leggi tutti i libri che puoi, studiali, assimilali. non ti serve un docente per questa parte. scrivimi in privato, ho millegggiga di sta roba.

4)impara le scale. studiale.

5)non suonare le scale.

6)conosci il concetto di tonalità?

7)di modulazione transitoria?

8)di intervalli diatonici?

9)dici che non ti serve imparare a memoria degli standard. quanti ne conosci? in maniera quanto approfondita?

10) suoni la batteria, un po'?

11) quanta familiarità hai con i poliritmi?

12) sai che ho fatto più conservatorio di liszt marenzio messi assieme, eppure loro tra mezzo millennio saranno ascoltati e io no?

13)sai scrivere una bella melodia? perchè?

14) sai improvvisare con una nota per battuta? per quanti chorus senza ripeterti?

15) e con due?

16) sai suonare la melodia di uno degli standard che conosci a memoria senza ritmo, ovvero con tutte le note (abbellimenti compresi) della stessa durata?

17) il punto sedici, lo fai molto veloce e molto lento, a mani unite e separate?

18) sai fare l' opposto, cioè con una nota singola farmi capire che tema è?

19)sai suonare venti variazioni ritmiche, venti melodiche, venti melodico/ritmiche CARINE sul tema di all of me?

20) il punto diciannove, utilizzando solo una mano che esegue solo la melodia, facendomi capire CHIARAMENTE la pulsazione?

21) e il punto venti mentre canti i bassi?

22) e il punto venti accompagnandoti con le due mani, cantando le variazioni?

23) leggi tantissimi libri.

24) suona a caso per almeno un minuto al giorno.


ecco, so fare un decimo di ciò che ho scritto. ma credo ci siano poche altre cose da saper fare.
questo può nutrire il tuo orecchio.

il punto è che tutta la musica si suona ad orecchio, anche quella scritta. se pensi in termini matematici, spegni l' orecchio interno.

MA L'ORECCHIO VA NUTRITO, in tutte le maniere. stamattina ascoltavo la neve cadere nei campi.. non mi è servito a un c*zzo, ma ci ho sperato molto. e comunque, male non mi ha fatto!
ottimi suggerimentiemo

quello che pero' forse il nostro amico voleva sapere é che metodo bisogna seguire per imparare tutto cio'

E qui gli do ragione: io personalmente ho perso un sacco di tempo perché per molti anni non ho trovato chi mi conducesse in maniera organizzata e progressiva attraverso il lavoro necessario per imparare e metabolizzare tutto quanto abbiamo sinora discusso

Ho vagato tra libri, suggerimenti, trascrizioni, patterns, lezioni e quant'altro, facendo un po' di questo ed un po' di quello, sempre roso da interrogativi e dubbi senza risposta...certo suonavo, ed anche benino visto che fui invitato a suonare ad Umbria Jazz tra i primi cinque pianisti emergenti nel contesto del premio "four roses" (tanti tanti anni fa...), ma non ero contento di quel che facevo, sentivo che mi mancavano molte cose...

Poi ho incontrato un ottimo jazzista, Andrea Pozza, che mi ha fornito gli strumenti per capire e studiare...ed adesso, a dio piacendo, mi reputo un pianista jazz almeno decenteemo

Purtroppo il metodo non te lo possiamo fornire tramite un forum...gli unici consigli che posso dare:

1) leggiti "the jazz theory book" di mark levine

2) trovati un vero maestro di jazz, uno che sappia suonare ma sappia anche insegnare

emo
Edited 4 Gen. 2016 10:09
anonimo 04-01-16 11.18
a parte vorrei proporre il mio contributo sugli standards

reputo lo studio degli standards assolutamente irrinunciabile e fondamentale, per le seguenti ragioni:

1) sono il backbone della cultura e del linguaggio del jazz, non conoscerli sarebbe come fare l'ingegnere senza conoscere l'aritmetica

2) propongono ogni genere di soluzione armonica, ritmica e melodica da cui prendere esempio per le esercitazioni

3) I temi degli standards contengono il distillato lessicale del linguaggio jazz, nonché un condensato di lezioni sulla costruzione di incisi, frasi e periodi musicali

4) formano la base su cui crearsi un repertorio

5) sono il "safe harbour" che permette immediatamente di suonare insieme ad altri musicisti mai visti né conosciuti

6) permettono di imparare ad armonizzare, strutturare e disporre i voicings

7) ma sopratutto sono spesso brani di musica bellissima in se stessi
vin_roma 04-01-16 11.30
Cyrano, ...gli insegnanti certo... ma con te, e su non molti altri, è piovuto sul bagnato.
anonimo 04-01-16 11.32
@ vin_roma
Cyrano, ...gli insegnanti certo... ma con te, e su non molti altri, è piovuto sul bagnato.
Grazie Vin, mi onoriemo
vin_roma 04-01-16 12.36
Mi andrebbe di scrivere ed ho anche tempo ma sto in treno e "azzeccare" le lettere giuste sul cell. è un' impresa... È un Intercity e balla...
anonimo 04-01-16 12.57
@ vin_roma
Mi andrebbe di scrivere ed ho anche tempo ma sto in treno e "azzeccare" le lettere giuste sul cell. è un' impresa... È un Intercity e balla...
Peccato i tuoi contributi sarebbero preziosiemo
vin_roma 04-01-16 13.37
Comunque il mio pensiero sul jazz fondamentalmente è questo:

c' è chi lo fa e c' è chi lo studia...
ma non sto denigrando chi lo studia, è un dato di fatto. È onorevolissimo imparare i pattern dei soli e usarli all' occorrenza, ma chi li ha tirati fuori per la prima volta, quei fraseggi, non li ha studiati, al limite avrà aggiunto a qualcosa di esistente, ma sempre con la sua innata personalità e spontaneità di linguaggio.

Ma anche tra i grandi c' è largo uso di frasi studiate o preconfezionate.
Non lo trovo adesso ma su YouTube incontrai un mix video di alcuni minuti con decine di big "pizzicati" a sfruttare uno stesso pattern di Parker.

Scrivere in treno è un casino... Comunque vorrei rispondere in un certo qual modo a

Milord:
la musica va certamente studiata ma è un seme che può incontrare terreni più o meno fertili.
Io non sono mai stato un gran pianista, men che meno jazzista, ma, per dire, l' armonia praticamente non l' ho mai studiata, quello che leggevo non erano altro che conferme alle mie intuizioni, in pratica la sapevo già... ma non lo sapevo...
Sinceramente il mio forte è si un po' di pianismo, (quel tanto che basta per non sfigurare in contesti top, dovrei studiare ma non lo faccio mai...), ma soprattutto composizione e arrangiamenti...

Nella musica classica lo studio è fondamentale ma spesso, anche alla quasi totalità delle orecchie esperte, è difficile discernere un' esecuzione fatta da uno pienamente musicale da quella di un' altro sapientemente ammaestrato, questo perché la musica classica ha delle codifiche tecniche e teoriche che permettono a chiunque, anche col solo studio, di dire qualcosa...
Mentre nel jazz, ma anche nella musica "leggera", se ciò che esegui non è supportato da adeguate capacità musicali/artistiche, lo si nota subito, anche la signora Pina se ne accorgerebbe...
Edited 4 Gen. 2016 12:52
anonimo 04-01-16 13.44
saggissime parole...

Inoltre: io posso insegnarti a costruire delle frasi bebop corrette, posso anche al limite insegnarti come essere vario e non ripetitivo, posso insegnarti a suonare senza far uso dei patterns...ma ad avere swing ed a trasmettere una "storia" attraverso il tuo solo, questo non posso insegnartelo, devi averlo dentroemo

Sapete, ci sono musicisti tanto dotati (e non sono pochi) che hanno appreso le "regole" in maniera imitativa ed inconscia, un po' come i bambini apprendono la grammatica...ma chi non é in grado di usare questo approccio, puo' benissimo approcciarsi all'argomento in maniera più accademica e ragionata

poi pero' bisogna tirare fuori lo swing e le palle
SavateVoeanti 04-01-16 15.35
Eh puccioppo per quanto riguarda la dote naturale o meno..si, lì ognuno deve accontentarsi di quello che è, come io per esempio, che devo essere guidato passo per passo, e ad ogni passo sapere quale muscolo mettere in azione per muovere la gamba. Si fa quello che si può, dote o studio che sia.
Credo che però Milord avesse dubbi sul come fare le "note strane" sugli assoli, che è una cosa che sanno fare tutti tranne lui e ioemo
MiLord ha scritto:
Mi chiedo cosa ci voglia a dire chiaramente che scale si debbano utilizzare in un determinato giro o in un determinato accordo.

Sembrerebbe che ad ogni accordo ci si debba applicare il suo modo appropriato, per esempio nell'accordo di Xmin7 si usi il modo dorico, ecc.. soltanto che quando le suonano gli altri si sentono le "note strane", e invece quando le suono io vengono fuori note normali che non sanno di jazz, come mai?
L'unico modo per far sentire note strane che conosco è quando succede l'occasione di commettere una sostituzione di tritono, o anche i block chords. Ma nel fare gli assoli mononota ...bohemo (anche se per fortuna, nella sfortuna, personalmente gli assoli mononota in generale non mi hanno mai attratto un gran chè, quindi sono mezzo salvo)
MiLord ha scritto:
Suono spessissimo il giro blues-jazz in Fa

fammi indovinare, tu non suoni il piano, tu suoni l'organo non è così?emo
anonimo 04-01-16 16.01
@ SavateVoeanti
Eh puccioppo per quanto riguarda la dote naturale o meno..si, lì ognuno deve accontentarsi di quello che è, come io per esempio, che devo essere guidato passo per passo, e ad ogni passo sapere quale muscolo mettere in azione per muovere la gamba. Si fa quello che si può, dote o studio che sia.
Credo che però Milord avesse dubbi sul come fare le "note strane" sugli assoli, che è una cosa che sanno fare tutti tranne lui e ioemo
MiLord ha scritto:
Mi chiedo cosa ci voglia a dire chiaramente che scale si debbano utilizzare in un determinato giro o in un determinato accordo.

Sembrerebbe che ad ogni accordo ci si debba applicare il suo modo appropriato, per esempio nell'accordo di Xmin7 si usi il modo dorico, ecc.. soltanto che quando le suonano gli altri si sentono le "note strane", e invece quando le suono io vengono fuori note normali che non sanno di jazz, come mai?
L'unico modo per far sentire note strane che conosco è quando succede l'occasione di commettere una sostituzione di tritono, o anche i block chords. Ma nel fare gli assoli mononota ...bohemo (anche se per fortuna, nella sfortuna, personalmente gli assoli mononota in generale non mi hanno mai attratto un gran chè, quindi sono mezzo salvo)
MiLord ha scritto:
Suono spessissimo il giro blues-jazz in Fa

fammi indovinare, tu non suoni il piano, tu suoni l'organo non è così?emo
noooooooooo!!!!!!emo

se continuate a parlare delle scale e dei modi mi iscrivo ai terroristiiiiiiii!!!emo

1) si improvvisa sugli accordi e non sulle scale (almeno all'inizio) e come note di passaggio si usano le note della scala del centro tonale, niente più e niente meno

Le note "strane" si inseriscono cosi:

1) tensione e risoluzione (insomma gli "aggiramenti" diatonici e cromatici)

2) estensioni ed alterazioni dell'accordo

3) eventualmente lo "slittamento" momentaneo un semitono sopra o sotto

4) ovviamente con sostituzioni varie (esempio la sostituzione del tritono)

ESEMPIO:

siamo in do maggiore, c'é Dmin7

1) sul Dmin7 uso le note D F A C, con tutti i possibili cromatismi ed aggiramenti

2) posso arricchire con le estensioni (9 11 13 ovvero E G B)

3) posso connettere le note dell' accordo con note di passaggio ricavate dalla scala del centro tonale, ovvero la scala maggiore di C

4) posso momentaneamente suonare come se fossi in Dbmin7 o in D#min7

Altro esempio: il centro tonale é C, c'é G7

1) posso usare le note del G7 (G B D F) con tutti gli aggiramenti cromatici e diatonici

2) posso usare le estensioni (9 e 13 ovvero A e E)

3) posso usare le alterazioni (b9 e #9, #11 ovvero bV, b13 ovvero #V)

4) posso connettere le note dell' accordo con le note appartenenti alla scala del centro tonale, ovvero la scala maggiore di C

5) posso suonare come se fossi momentaneamente in Gb7 o G#7

6) posso sostituire il G7 col Dmin7 e suonare quello che suonerei su Dmin7, oppure sostituire il G7 col tritono (Db7) e suonare quello che suonerei sul Db7

Se ci incaponiamo a suonare secondo il concetto "relazione accordo/scala" per forza non sapremo mai secondo quale criterio scegliere le note all'interno della scala, e finiremo quindi o a scopiazzare o a suonare a casaccio o nel caso migliore ad autolimitarci a qualche ideuzza che ci é restata inconsciamente in testa

Quando avremo imparato a "suonare sugli accordi", a "sentire" le relazioni tra la melodia e l'armonia sottostante, a gestire la tensione e la risoluzione, ed avremo studiato anche alcuni procedimenti di strutturazione melodica tipo ripetizione e variazione, allora potremo lanciarci sull'improvvisazione modale

emo
Edited 4 Gen. 2016 15:13
SavateVoeanti 04-01-16 16.17
Cyrano ha scritto:
4) posso momentaneamente suonare come se fossi in Dbmin7 o in D#min7
.....
5) posso suonare come se fossi momentaneamente in Gb7 o G#7

emo... fico!!
Cyrano ha scritto:
Quando avremo imparato a "suonare sugli accordi", ed avremo studiato anche alcuni procedimenti di strutturazione melodica tipo ripetizione e variazione, allora potremo lanciarci sull'improvvisazione modale

Ah quindi quello dei modi è una cosa de fare alla fine?
Ecco perchè allora..
Cyrano ha scritto:
se continuate a parlare delle scale e dei modi mi iscrivo ai terroristiiiiiiii!!!emo

emo...
emo
anonimo 04-01-16 16.19
@ SavateVoeanti
Cyrano ha scritto:
4) posso momentaneamente suonare come se fossi in Dbmin7 o in D#min7
.....
5) posso suonare come se fossi momentaneamente in Gb7 o G#7

emo... fico!!
Cyrano ha scritto:
Quando avremo imparato a "suonare sugli accordi", ed avremo studiato anche alcuni procedimenti di strutturazione melodica tipo ripetizione e variazione, allora potremo lanciarci sull'improvvisazione modale

Ah quindi quello dei modi è una cosa de fare alla fine?
Ecco perchè allora..
Cyrano ha scritto:
se continuate a parlare delle scale e dei modi mi iscrivo ai terroristiiiiiiii!!!emo

emo...
emo
Certo: prima imparare le basi, ovvero l'improvvisazione tonale, e poi il modale

Si potrebbe imparare direttamente il modale, ovvio, pero' poi non ci si deve meravigliare che le frasi alla bud powell, oscar peterson, wynton kelly non escanoemo

A mio personalissimo avviso, il bebop resta il backbone che deve essere acquisito prima di ogni eventuale "specializzazione" solistica (modale, free, atonale, jazz/rock etc), anche perché se ascoltiamo i grandi moderni (hancock, petrucciani, jarrett, corea, tyner e compagnia) sentiamo chiaramente che padroneggiano il fraseggio bebop e su questo "impiantano" i loro peculiarissimi stilemi

[OT] Er Magnotta vive e lotta con noiemo [/OT]
Edited 4 Gen. 2016 15:25