@ didark
maxpiano69 ha scritto:
Si ma senza uscire dal contesto digitale, se fai il paragone con strumenti acustici é chiaro che non regge' anzi non ha proprio senso farlo, mase un acustico non puoi portarlo?
I Toto intervistati dicono che preferiscono usare Pianoteq pilotato da un poano digitale HW e non quest'ultimo, altri saranno di parere opposto.
Anche sugli elettromeccanici, parliamone: tu citi Tayilor e Airey, ma Tony Monaco usa Mojo (ovvero VB3) ed altri Hammondisti fanno concerti con dei cloni. George Duke non si faceva problemi ad usre un Motif al post di un Rhodes vero e magari ha anche usato dei VSTi.
Ok Max, ti seguo e provo a sviluppare:
1) Mi pare siamo d'accordo sul fatto che occorre circoscrivere il ragionamento al contesto musicale che vuoi proporre: i Toto potrebbero certo permettersi di avere sul palco uno Steinway ma che se ne fanno? Le sfumature di pianoforte non sono il cuore della loro proposta musicale come lo è invece in altri contesti (decisamente più del 10%
)
2) Nei contesti dove puoi/vuoi/devi (per scelte stilistiche, finanziarie o altro) rinunciare a "the real thing" con cosa lo sostituisci ? Anche questo dipende dal contesto !!!. In contesti comunque specialistici, dove è richiesta una certa tecnica di esecuzione, sostituisci il tutto con strumenti che, sia pur digitali, hanno una certa assonanza filologica con lo strumento sostituito. Difficile che Tony Monaco suoni un vst di hammond usando come master casio px5, mentre i Toto non si fanno problemi ad usare il suono di hammond di mainstage suonandolo su una pesata perchè l'hammond non è il cuore della loro proposta di sonorità tastieristica.
E col punto 2 veniamo al tema dell'interfaccia (interazione uomo/suono) che è forse l'ultimo elemento indissolubile che separa esigenze generaliste da esigenze specialistiche.
Edited 21 Lug. 2015 15:01
Adesso ho capito meglio quello che intendi con "specialistici" e ti seguo, sul punto 2 diciamo che oggi puoi scegliere tra uno strumento digitale dedicato (con relativi controlli filologici), oppure un controller "filologico" (ovvero lo stesso strumento digitale ma usato solo come controller o controller dedicati come ad esempio VPC1 o DMC-122) che pilota dei Virtual Instruments.
Come ha detto piú di uno in questo thread e non solo, la libertá di scelta e di integrazione é li alla portata di tutti, a ciascuno il suo e quindi quello che io ed altri cerchiamo di dire é: evitiamo dogmi assoluti tipo "i VSTi dal vivo non rendono, i professionisti non li usano... " perché come si puó leggere, semplicemente non é cosí. Fact.
Edited 21 Lug. 2015 16:31