superbaffone ha scritto:
questo è già meglio, si è portato dietro il batterista
Infatti.
Come vedi quindi non è una questione di soldi o cos'altro, ma di approccio al concertismo tastieristico.
Che ci sia lui da solo.... che ci sia lui con un batterista... che ci sia lui con un batterista e un bassista... etc.... la questione non cambia.
Anzi paradossalmente più elementi si porta sul palco, più lui suona di meno.
Se sul palco c'è... batterista, bassista, chitarrista, percussionista, sezione fiati, e magari persino un quartettino d'archi... cosa fa il povero Hiroshi Kubota?
Praticamente non fa più niente poveraccio, gli rimane da suonare ben poca roba perchè tutto il resto lo suona "la base"... pardon la band.
A che serve allora spendere 10.000 euro per comprare lo StageA se poi - causa band - impari a suonarlo al 10% delle sue possibilità?
Non ha senso ti pare?
Ed è qui che entra in gioco la scuola giapponese, la quale vuole che prima di andare a suonare con la band impari a suonare da solo, impari a sfruttare lo strumento al 100%, impari tutte le tecniche possibili immaginabili per suoni mani e piedi, insomma impari a diventare un arrangerista/tastierista "certificato", diplomato, di alta elevatura.
Dopodichè vai pure a suonare anche con la band, ma nulla che a prescindere dalla band sei realmente un mostro di tastierista, in grado anche di esibirti da solo e di fare il tutto esaurito nelle sale da concerto.
A me questo approccio "alla giapponese" piace, rende onore al tastierismo, da valore e rispetto al tastierismo e al musicista.
Non come da noi.
Da noi il tastierista non ha rispetto, spesso non sa manco suonarla bene la tastiera, non sa nemmeno da che parte sta di casa il tastierismo, e non trova niente di meglio da fare che spendere qualche migliaio di euro per comprarsi tastiere costose da portarsi in band per fare.... poca roba.... un po' di tappeti sparsi.
Ma questo non perchè ha colpa lui!
Perchè non c'è la cultura che c'è in giappone!
Non essendoci quella cultura è normale che da noi molti tastieristi sono spaesati e/o tecnicamente impreparati, o peggio si esibiscano (in pubblico!) persino i fuffari che non sanno suonare.
Questo è il prezzo che la "non cultura" ci tira addosso, e possiamo fare ben poco per sistemare le cose.
Come dicevo precedentemente, negli anni 70 e 80 da noi quella cultura esisteva!
Esisteva e l'abbiamo lasciata andare al tappeto, sotterrata da paranoie infantili che lentamente hanno portato all'estinzione dell'arranger e all'estinzione del musicista dell'arranger.
Il risultato è che da noi adesso ci sono le band, i tastieristi più o meno bravi (più di meno), e poi i fuffari.
In giappone adesso esistono le band, i tastieristi preparati in modo professionale, e i fuffari pochi o nessuno.
Per cui le band le hanno entrambi i paesi, e qui non ci piove.
Ma noi abbiamo perso tutto il resto, l'abbiamo lasciato andare a ramengo.
Poi ci lamentiamo se sui palchi vanno ad esibirsi i fuffari pagari con i soldi che, teoricamente, spetterebbero a noi professionisti.
In sostanza noi, con la nostra "evoluzione" ci abbiamo perso, ci siamo danneggiati.
Loro, in giappone, con la loro "conservazione" ci hanno guadagnato.