Cyrano ha scritto:
La risposta è tanto triste quanto banale: il genere umano, se non opportunamente indirizzato ed educato, tende per sua natura a preferire la grossolana banalitá della volgaritá
Giuro che non ce l'ho con te, ma ancora una volta non sono d'accordo...
Hai citato Clayderman, e m'hai fatto venire in mente un fatto.
Un giorno ho fatto visita ad un lontano parente, molto anziano ma ancora vulcanico, un medico, viaggiatore, nonche' bravo pittore con un curriculum artistico di tutto rispetto. Insomma, sicuramente una persona di notevole cultura e sensibilita'. Ebbene, sapendo che io suonavo, tutto infervorato, mi dice che deve farmi sentire un chitarrista eccezionale, da alcuni vecchi e rari LP.
Tira fuori tre o quattro dischi impolverati, maneggiandoli come reliquie, e mette su.
Ora, non ricordo il nome del chitarrista, ma era una roba degli anni '70, tipo Papetti o Clayderman, appunto, solo fatta con la chitarra classica, roba che definire kitch e' un complimento. Ovviamente non ho avuto il coraggio di dire quello che pensavo, e mi sono limitato ad annuire fingendo di gradire. Non avrebbe mai capito, e magari l'avrei pure ferito.
Ora, il punto e' questo: chi o cosa stabilisce il valore "oggettivo" e "universale" di un'opera?
Io resto del parere che sia il successo, o comunque, che laddove vi sia successo, debba esistere
necessariamente anche valore.
E' chiaro che in un forum di musicisti ci sara' un tipo di valutazione, ma non e' una valutazione oggettiva, e' appunto una valutazione di parte, se consideriamo la musica come arte e comunicazione
verso tutti.
Perche' se siamo esperti (e presunti "buongustai) in musica non e' detto che lo siamo in altri campi.
Senno' l'esperto in letteratura potrebbe darci degli ignoranti se anziche' sfrantumarci i maroni con l'Ulisse di Joyce preferiamo il Signore degli Anelli o le Cinquanta Sfumature di Grigio. Lo chef pluripremiato ci guardera' schifato se preferiamo una sana amatriciana alla Bouillabaisse marseillaise. Il cinefilo incallito ci dara' dei rozzi se preferiamo Checco Zalone o Tony Servillo alla retrospettiva sul cinema russo.
Eppure Fantozzi con il suo immenso e liberatorio "La corazzata Potemkin e' una cagata pazzesca" avrebbe dovuto insegnare qualcosa...