igiardinidimarzo ha scritto:
se ti soffermi a riflettere sulla eccezionalità dell'Universo, non puoi darti altre spiegazioni se non quella dell'intervento diretto di un Dio Creatore...
Il problema della creazione dell'universo è un problema antico.
L'ipotesi di un Dio Creatore non va mai scartata a priori, ma allo stesso tempo non va neanche presa come "ufficiale" a priori.
La religione non si pone il problema di dimostrare le sue tesi, chiede solo di crederci.
La scienza no.
La scienza fa la cosa opposta: dimostra le sue tesi, e solo dopo chiede di crederci.
Credere su fatti dimostrati è più logico e sensato che credere su fatti indimostrati.
Con questo non voglio dire che non rispetto chi in buona fede crede ad un universo nato per mano divina.
Rispetto questa posizione.
Tuttavia chiedo (non obbligo, chiedo) ai credenti di non rifugiarsi esclusivamente in questo pensiero, ma al contrario di lasciarlo aperto alla scienza.
Entrambe le forme, religione e scienza, hanno uno stesso obiettivo in comune: la ricerca della verità!
Una lo fa seguendo metodologie spirituali e/o filosofiche.
L'altra lo fa con in calcoli, gli esperimenti, le formule matematiche, le osservazioni concrete.
Per me (credente o no, non fa differenza) non ha importanza quale delle due metodologie arriva per prima alla conclusione.
Ha importanza arrivare alla conclusione, e provarla!
Mai dimenticare che l'uomo è ignorante, che senso concreto della parola, "ignorare=non conoscere" molte cose.
Ed è facile in questi casi parlare di "esseri superiori".
Prendiamo chessò i fulmini.
Nell'antichità venivano considerati entità divine, capricci divini, lampi divini, etc.
Al che ci stava.
Perchè?
Perchè ai tempi non esistevano conoscenze tali per considerarli qualcos'altro.
Ma oggi non è più così.
Oggi nessun credente religioso si permetterebbe mai di dire che i fulmini sono entità divine.
Sa bene che non lo sono, trattasi di normalissima elettricità, insomma è una scarica elettrica.
L'abbiamo studiata, l'abbiamo capita, l'abbiamo misurata, l'abbiamo riprodotta in laboratorio, e ne utilizziamo il concetto anche in apparecchi di uso comune (parafulmini, condensatori, etc).
Questo è il bello della scienza: indagare su ciò che ignoriamo al fine di comprenderlo, provarlo, capirlo, e rendere l'intelligenza dell'uomo un passo sopra rispetto a prima.
La creazione dell'universo è ancora un passo che ci sfugge.
Lì le entità in gioco e le cose da scoprire sono enormi, apparentemente impossibili.
Ma piano piano qualcosa si sta già comprendendo (e provando).
Se un giorno la scienza dovesse scoprire la verità, i religiosi sarebbero disposti ad accettarla?
Sarebbero disposti a non credere più in un Dio nel suo atto più grande (la creazione dell'universo)?
Questa è la domanda che mi pongo.
Dopodichè me ne pongo un'altra: un'umanità senza Dio, senza più alcuna fede, senza più alcuna credenza, senza più nessuno da pregare o da invocare nei momenti critici, sarebbe meglio o peggio?
Vivremo meglio solo in compagnia delle "formule", oppure c'è qualcos'altro che vale la pena per noi, esseri umani, conservare pur senza formule?
Da questa risposta credo dipenda la relazione (magari inscindibile) che c'è tra scienza e religione, le quali continueranno a viaggiare separate alla ricerca della verità, ma per noi esseri umani dovranno continuare a coesistere insieme.
Una per la ricerca.
L'altra per noi "esseri umani".
Edited 17 Apr. 2013 14:18