Quali sono i synth più semplici da programmare?

lifetime 08-08-12 14.46
orange1978 ha scritto:
il virus ha un casino di parametri nascosti!!! ma tanti....per esempio nella sezione effetti, ma anche le modulazioni, le funzioni degli oscillatori, gli inviluppi dato che ora ne ha 4, dal pannello ce ne sono solamente 2

... frena per un primo utilizzo, e valerio penso sia all'inizio, puoi selezionare le forme d'onda, mixare, inviluppi ADSR + cutoff dei filtri tutto da potenziometri senza entrare in edit!
orange1978 08-08-12 14.51
a proposito, la sotrattiva costa anche meno!

infatti ti bastano due oscillatori con una buona sezione di filtri e modulazioni per fare suoni interessanti....è anche divertente notare che i due mondi si toccano, perchè quando sommi due o tre oscillatori a diverse frequenze stai lavorando in adittiva! il problema è che per ottenere qualcosa di interessante dovresti averne almeno una trentina, ognuno con un controllo di ampiezza e frequenza separato, l'adittiva quindi si sviluppa solo quando la tecnologia digitale negli anni 80 consente di ridurne i costi, anche se negli anni 50 il primo vero synth a schede perforate, RCA music synthesizer, lavorava in adittiva, ma costava come due appartamenti ed era una macchina fissa da laboratorio di ricerca, l'adittiva arriverà nel fairlight e nel synclavier prima che su macchine commerciali a costi accessibili ai comuni mortali.

l'approccio addittivo e sotrattivo si usa anche in studio, quando equalizzi se vai a enfatizzare una frequenza si dice "lavorare in addittiva" ossia aggiungere (che poi è scorretto come termine) qualcosa al suono tramite eq, mentre si dice "lavorare in sotrattiva" quando filtri una determinata frequenza a scopo correttivo.
orange1978 08-08-12 14.52
@ lifetime
orange1978 ha scritto:
il virus ha un casino di parametri nascosti!!! ma tanti....per esempio nella sezione effetti, ma anche le modulazioni, le funzioni degli oscillatori, gli inviluppi dato che ora ne ha 4, dal pannello ce ne sono solamente 2

... frena per un primo utilizzo, e valerio penso sia all'inizio, puoi selezionare le forme d'onda, mixare, inviluppi ADSR + cutoff dei filtri tutto da potenziometri senza entrare in edit!
ma si ho capito!!! emo

però rimane chiaro che il virus per essere sfruttato come si deve va conosciuto, mentre un clavia nord lead per esempio, è piu pulito e semplice, basta guardare il pannello per capire come funziona, pochi parametri e tutti modificabili in tempo reale, niente menu, niente di nascosto tranne le funzioni global e midi.

questo intendo, sicuramente per uno alle prime armi è piu semplice un nord lead.
SMARTKID 08-08-12 15.09
@orange

Grazie, devo dire che la materia a primo colpo mi risulta piu difficile che affascinante.. Ma voglio spulciare di piu.


Come si dice....vi faro sapere.
emo
orange1978 08-08-12 15.15
scusa, comincia a studiare cosè il suono e come si genera....parti dalle basi anche se spesso ti dico, grandi performers tipo rick wakeman o emerson credo che ne sapessero ben poco di queste cose.

spesso l'approccio vincente è quello chitarristico, ossia del tipo....smanettare sui controlli e vedere che succede, su un synth analogico come minimoog era molto molto piu facile, chiaramente almeno le basi ci vogliono.

tieni presente poi che un tempo costruirsi il suono era palese, perchè gli strumenti non avendo presets, per suonare andavano "smanettati"!

inoltre negli anni 60/70 la gente ragionava all'opposto di te semplicemente perchè il bello di questi nuovi strumenti era che potevi FINALMENTE costruire un suono come volevi tu! infatti ci si lamentava perchè l'orchestra sembrava avere esaurito le possibilità timbriche, e si cercavano strumenti nuovi per fare suoni nuovi.

oggi invece tra presets, librerie e miliardi di suoni nelle workstations, siamo stufi prima di iniziare anche perchè tutto questo lo diamo per scontato.

è come accendere la luce in casa, nessuno ci pensa....ma se dovesse rinascere la mia bisnonna, direbbe "cazzo....schiacci l'interruttore e si accende la luce? niente odore? niente petrolio da versare? che figata...."

invece oggi siamo cosi abituati bene che diamo tutto per scontato, anche che una fottuta tastiera abbia 2000 presets e pure belli, un tempo non tanto lontano non era cosi invece, se volevi un suono dovevi fartelo tu, ingegnarti.

ecco perchè ti dovresti vergognare valerio, come mi dovrei vergognare io, e come ci dovremmo vergognare tutti quanti!!! emoemoemo

no siamo mai contenti, oggi che avremmo tutto siamo sempre qui a lamentarci.
cick 08-08-12 15.22
orange1978 ha scritto:
in realtà wavestation e roland d70 non sarebbero difficili in se da programmare se avessero un solo livello operativo, è la logica con cui la macchina è stata progettata che le rende complicate da gestire, per esempio se una volta fatto un suono modifichi una patch, vai a modificare tutte le performance che usano quella patch, quindi ci vuole poco a fare danni.

cosa che però, ad esempio, col KURZWEIL PC3 non succedeemo...mi sembraemo
SMARTKID 08-08-12 15.30
emo
orange1978 08-08-12 15.36
@ cick
orange1978 ha scritto:
in realtà wavestation e roland d70 non sarebbero difficili in se da programmare se avessero un solo livello operativo, è la logica con cui la macchina è stata progettata che le rende complicate da gestire, per esempio se una volta fatto un suono modifichi una patch, vai a modificare tutte le performance che usano quella patch, quindi ci vuole poco a fare danni.

cosa che però, ad esempio, col KURZWEIL PC3 non succedeemo...mi sembraemo
beh succede anche con kurzweil....se lavori nella modalità SETUP la macchina non copia i programmi ma si limita a puntare alle locazioni di quei programmi.

quindi anche con K2600 o PC3, se in un setup che cè un pianoforte, tu vai a modificare quel pianoforte nei program, automaticamente modifichi quel setup e tutti quelli che utilizzano quel program di pianoforte che hai modificato, è lo stesso discorso delle combi di korg, e delle performances di yamaha e roland, sono semplicemente dei LINK ipertestuali alle locazioni single/patch/tone/voice/program.

però in kurzweil ti salvi perchè in modalità program puoi avere fino a 32 layers ognuno dei quali puo avere diversi oscillatori e funzioni dsp, inviluppi, lfo, e molto altro....quindi certi suoni complessi potresti farli anche direttamente in program, sommando 20/30 oscillatori, e ovviamente questi layers non sono salvati a parte quindi se modifichi un layer di un program non vai a fare danno su altri suoni della macchina.

invece con le korg, avendo solo 2 oscillatori per program, certi suoni complessi sono impossibili da fare in modo program e quindi sei costretto a lavorare moltissimo in combination, roland avendo 4 oscillatori con 4 linee indipendenti ognuna con i suoi parametri (fantom) è messa leggermente meglio, ma il top in questo sulla carta è senza dubbio la vast di kurzweil che consente 32 linee di sintesi indipendenti per program, addirittura collegabili tra loro (cascade mode).
Edited 8 Ago. 2012 13:41
tonybanks 08-08-12 15.38
SMARTKID (nomen omen) potrebbe scaricarsi l' owner's manual dell'ARP 2600. E' un librettino che in poche pagine spiega in maniera semplice ed intuitiva quello che c'è da sapere per cominciare a trarre le prime soddisfazioni nella programmazione (soprattutto) in sintesi sottrattiva. Ovviamente è in inglese, ma non dovrebbe essere un problema.
orange1978 08-08-12 15.42
si ce ne sono due, Fundamental of Music Technology e Owner's Manual, io li ho entrambi in pdf, se li volete....

anche se secondo me la cosa migliore è che valerio si sieda davanti alla sua M3 per esempio, e cominci a programmare, divertendosi però, senza incazzarsi se le cose non vengono al primo colpo....partendo dal suono INIT, e osservare cosa succede quando si aggiungono/tolgono le cose, studiare il problema insomma.

Edited 8 Ago. 2012 13:44
mima85 08-08-12 15.48
@ SMARTKID
@mima

Perche si definisce sintesi "sottrattiva"?

emo
Edited 8 Ago. 2012 12:31
Orange ha già detto tutto.

Riassumendo, parti con una sorgente ricca di armoniche (una dente di sega, una quadra, un campione di un suono qualsiasi, ecc...) e ne modifichi il contenuto armonico usando i filtri, che sottraggono (ma sarebbe più corretto dire attenuano) parti dello spettro sonoro iniziale.

Facciamo un esempio grafico, a complemento di quanto già detto da Orange. In questa immagine è rappresentato lo spettro di un suono molto ricco di armoniche. La prima linea verticale a sinistra (rossa) è la fondamentale (la nota insomma) del nostro suono, le altre linee verticali color porpora sono le armoniche. Quelle poste a sinistra sono quelle a frequenza più bassa, e mano a mano che si va verso destra la loro frequenza sale. L'altezza delle linee invece denota l'intensità (il volume) delle relative armoniche.

Esse sono responsabili del timbro del suono, sono quelle che ti permettono per esempio di distinguere il suono di un pianoforte da quello di una tromba anche se suonano la stessa nota, o la voce di due persone anche se cantano la stessa melodia.

Siccome nell'immagine le armoniche sono tante, tutte messe alla stessa distanza ed alte uguali, siamo in presenza di un suono si armonico (vale a dire senza "stonature"), ma molto tagliente e stridulo.

Ora guarda questa immagine. Allo spettro di cui sopra è stato applicato un filtro, di cui la linea viola ne è il profilo.

Il punto dove la linea viola inizia a pendere, chiamato Fc nella figura, rappresenta la frequenza di taglio o cutoff, vale a dire quella frequenza a partire dalla quale il filtro comincia ad attenuare le armoniche del suono. Infatti si vede molto chiaramente come le armoniche oltre il punto Fc nel grafico vengono "schiacciate" dalla pendenza del filtro, e quindi attenuate.

Siccome il filtro taglia verso destra (perché appunto il suo profilo pende andando verso destra) vuol dire che sta attenuando le armoniche con le frequenze più alte, mentre lascia passare quelle con frequenze più basse. Siamo in presenza di un filtro passa basso.

Immagina ora di spostare il punto Fc orizzontalmente. Più ti muovi verso sinistra più tagli armoniche (diciamo che "accorci" verso sinistra lo spettro), più tagli armoniche più il suono diventa morbido. Stai "chiudendo" il filtro. Più ti sposti verso destra invece, più armoniche fai passare, fino a che arrivi ad un certo punto dove il filtro non taglia più nulla perché la sua pendenza va oltre l'estensione dello spettro. Stai "aprendo" il filtro.

Adesso invece guarda quest'altra immagine. Qui il grafico pende verso sinistra, e siccome a sinistra ci sono le armoniche con le frequenze più basse, inclusa la fondamentale, ed il filtro sta tagliando queste mentre lascia passare quelle con frequenza più alta, siamo in presenza di un filtro passa alto.

E qui, più sposti il punto Fc verso sinistra più il suono ha corpo (stai "aprendo" il filtro, mentre col passabasso verso sinistra lo "chiudevi"), più lo sposti verso destra più il suono si assottiglia, fino a quando non riesci più a riconoscerne la nota perché la fondamentale viene completamente attenuata (e qui lo stai "chiudendo").
Edited 8 Ago. 2012 13:51
maxpiano69 08-08-12 16.58
@ orange1978
si ce ne sono due, Fundamental of Music Technology e Owner's Manual, io li ho entrambi in pdf, se li volete....

anche se secondo me la cosa migliore è che valerio si sieda davanti alla sua M3 per esempio, e cominci a programmare, divertendosi però, senza incazzarsi se le cose non vengono al primo colpo....partendo dal suono INIT, e osservare cosa succede quando si aggiungono/tolgono le cose, studiare il problema insomma.

Edited 8 Ago. 2012 13:44
Esatto, ma per farlo Valerio deve soprattutto togliersi dalla testa le parole "semplice" ed "intuitivo", la sintesi sonora è "complessa" (nel senso che si compone di molteplici elementi e concetti, ma non necessariamente "complicata" ) e sorattutto "logica" emo
Edited 8 Ago. 2012 14:58
anumj 08-08-12 22.44
Scordatevi che il sound design sia qualcosa che si impara sui manuali.
molti neofiti ha letto 1000 volte il Signor Cosimi, pensando di poter diventare provetti Persing.
Puoi spiegare la terminologia, i processi, ma ti fermi dove occorre creatività e conoscenza approfondita dello strumento che intendi programmare.

Queste due cose o ce le hai o è meglio che impieghi il tuo tempo più proficuamente suonando e migliorando la tecnica esecutiva, più che avventurarsi invano nei territori della sintesi sonora.

I più bei suoni, i più originali, che ho sentito nella mia vita provenivano da un DX7 suonato da un artista che aveva solo ed esclusivamente quel synth, parlo di oltre 20 anni fa. Era semplicemente impressionante, nonostante quell'odiosa sintesi fm a 6 operatori sulla quale ci abbiamo sbattuto la testa anni e anni. Non è mai più capitato di incontrare un sound designer cosi originale.

E' come imparare a leggere e a scrivere la musica, che non necessariamente comporta il riuscire a comporre e a creare musica. E' un arte... è un dono.

Basta riconoscere i propri limiti, imparare a non pretendere cio che non si ha e a puntare su quello che invece puo' essere migliorato.
orange1978 08-08-12 22.56
io non sono d'accordo al 100% con quello che dici nel senso che programmare i suoni è una disciplina, come tutte le altre....come suonare lo strumento, programmare in basic o assembler, dipingere....

sono d'accordissimo che la conoscenza dello strumento sia fondamentale, e anche io ritengo che il sound design cosi come "fare il fonico", mixare un disco, siano cose che si imparano piu sul campo con la pratica che infarcendosi la testa di nozioni lette sui libri senza applicazione nel mondo reale, è come dire "leggo 100 libri sulla tecnica pianistica e automaticamente divento un grande pianista", assolutamente falso.

tuttavia ritengo che cmq una base di conoscenze da cui partire sia non dico indispensabile ma cmq gradita, rendiamoci conto che valerio non ha ancora capito cosa vuol dire sottrattiva o addittiva....vuol dire che mentalmente è lontano anni luce da aver capito cosa sia e come funziona un sintetizzatore.

secondo me la verità sta nel mezzo, occorre aver voglia di provare, sperimentare, perderci tempo, occorre anche una certa conoscenza su come funziona lo strumento, e non ultima, una certa predisposizone naturale.
Edited 8 Ago. 2012 20:58
mima85 09-08-12 01.01
@ anumj
Scordatevi che il sound design sia qualcosa che si impara sui manuali.
molti neofiti ha letto 1000 volte il Signor Cosimi, pensando di poter diventare provetti Persing.
Puoi spiegare la terminologia, i processi, ma ti fermi dove occorre creatività e conoscenza approfondita dello strumento che intendi programmare.

Queste due cose o ce le hai o è meglio che impieghi il tuo tempo più proficuamente suonando e migliorando la tecnica esecutiva, più che avventurarsi invano nei territori della sintesi sonora.

I più bei suoni, i più originali, che ho sentito nella mia vita provenivano da un DX7 suonato da un artista che aveva solo ed esclusivamente quel synth, parlo di oltre 20 anni fa. Era semplicemente impressionante, nonostante quell'odiosa sintesi fm a 6 operatori sulla quale ci abbiamo sbattuto la testa anni e anni. Non è mai più capitato di incontrare un sound designer cosi originale.

E' come imparare a leggere e a scrivere la musica, che non necessariamente comporta il riuscire a comporre e a creare musica. E' un arte... è un dono.

Basta riconoscere i propri limiti, imparare a non pretendere cio che non si ha e a puntare su quello che invece puo' essere migliorato.
Che il sound design sia un'arte e che ci voglia creatività è fuori discussione, ma un minimo di infarinatura tecnica serve. Niente di trascendentale, giusto sapere cose del tipo cos'è un oscillatore, un filtro, un EG, un LFO ed a cosa servono. Cose che si possono leggere nelle prime 3 pagine di un qualsiasi tutorial on-line di base sulla sintesi.

Non si pretende di certo di essere capaci di risolvere una serie di Fourier a mano, di calcolare un filtro o di seguire dei seminari universitari sull'architettura dei sintetizzatori.

Poi uno può anche andare a caso ed ottenere comunque dei buoni risultati, ma senza queste basi manca una cosa fondamentale, il sapere che cosa si sta facendo. Sicuramente quei suoni strabilianti di DX-7 li ha fatti una persona che oltre ad essere un artista sapeva quello che faceva, perché sapeva come si programmava la macchina che aveva sotto le dita. Ergo conosceva almeno un minimo di teoria della sintesi.
anumj 09-08-12 01.02
orange1978 ha scritto:
tuttavia ritengo che cmq una base di conoscenze da cui partire sia non dico indispensabile ma cmq gradita, rendiamoci conto che valerio non ha ancora capito cosa vuol dire sottrattiva o addittiva....vuol dire che mentalmente è lontano anni luce da aver capito cosa sia e come funziona un sintetizzatore.



Da quello che leggo di valerio, ho l'impressione che si tratta di una persona che ha un determinato concetto di 'Suono' e non riesce ad identificarlo ancora in una macchina ben precisa. Per me valerio è alla ricerca del 'suo' suono e di un sintetizzatore che glielo possa restituire. Solo in quel momento preciso scatterà il lui l'esigenza reale di superare il limite della programmazione.

Ci siamo passati tutti in quella fase, e tutti noi abbiamo la nostra personale concezione di suono 'perfetto'. Chi è più fortunato ha trovato il suo synth con cui esprimersi, altri non ancora, altri gireranno invano tutta la vita continuando a circondarsi di strumenti inutili al loro scopo.

Solo quando trovi il tuo strumento (o i tuoi strumenti) impari ad amarlo e a dialogare con lui. Non voglio cadere nella banalità di excursus filosofoci pesanti, ma è cosi... è necessario avere tra le mani lo strumento giusto per noi.

Ripeto, per arrivare a quel punto, non esiste un manuale, devi soltanto suonare e ascoltare tanto, guardando cosa accade intorno a te.
SMARTKID 09-08-12 02.18
Hai colto nel segno perfettamente ..
emo
SMARTKID 09-08-12 19.17
Allora, giusto x aggiornarci e per chiarire alcuni punti..

Suonando ieri sera il mio virus (che adoro, pur da ignorante)..ho avuto conferma del perchè a suo tempo scelsi quello e non altri, tra cui nord lead e nord wave. Semplicemente, x il SUONO per me piu bello e potente di ogni altro synth.
Certo, l'analogico puro è altra cosa, ma ha anche il suoi bei contro. Specie x chi deve farne un uso " normale" in situaz live.
Inoltre, scelsi di prendere un VA perchè a mio orecchio suonava moolto piu potente di qualsiasi ws.
Da li poi a dire che ho imparato ad usarlo, ce ne corre e si sa.

Credo in sostanza che o rinuncerò all idea di un synth, prendendo magari kronos , oppure se synth deve essere mi impegnerò a bomba con il virus, magari seguendo l ottimo consiglio di Mima.

Peraltro, l sh201 mi piace e l avrei voluto prima o poi riprendere.

emo
violino998 09-08-12 21.12
oggi su youtube ho visto i due video di enrico cosimi sulla prova dello studiologic wedge, che utilizza il motore sonoro del waldorf blofeld, secondo me e' abbastanza utile per capire un po' come si puo gestire un synth va. Saluti emo
steve 10-08-12 13.22
@ mima85
Purtroppo è molto difficile trovare qualcosa di abbastanza semplice ma anche completo in italiano.

Comincia da qui e qui

In quelle pagine la sintesi viene definita erroneamente "analogica", in realtà il suo nome corretto è "sottrattiva", ma è un dettaglio. Nella prima pagina inoltre se passi il mouse e clicchi sul pannello del sintetizzatore raffigurato (un Elka Synthex) ti si apre una descrizione dettagliata della parte che hai cliccato.

Dai un'occhiata anche qui

È roba un po' più dettagliata e lunga di quella che ti avrei voluto linkare, ma per ora non sono riuscito a trovare altro.
Edited 8 Ago. 2012 11:44
chissà se anche per un "presettaro" come me dopo aver letto/visto tutto questo ben di Dio valga la regola che l'appetito vien mangiando...

nel frattempo beccati questo thank emo