@ giosanta
Rispondo a Serpaven ma anche al gentilissimo Andrea.
Premesso che io ora “non possiedo” nulla del genere, quindi credo di pormi in maniera, per quanto possibile neutrale, quanto affermi, nella sostanza è esattamente quello che mi è stato risposto, ovvero un rispettabilissimo ancorché motivato punto di vista tuttavia, al di la degli aspetti concettuali, provo a pormi in una logica più materialmente merceologica, sempre, noiosamente ma doverosamente, ribadendo che mi guardo bene dal ritenermi depositario delle verità: discorro tra appassionati.
Dato che è notorio che gli strumenti sono sonicamente identici è duro far digerire all'acquirente di quello più costoso, che ha scaricato lo stesso identico aggiornamento, contenente le stesse caratteristiche, che non può gestirle direttamente per mancanza di qualche bottone: conviene all'azienda? E' aumentata o diminuita, secondo te, la considerazione di Hamichordiano, o chi per esso, nei confronti del produttore?
Chi sta per comprare ha dei motivi in più per propendere per quello che costa meno: conviene all'azienda?
Chi deve scegliere tra modelli concorrenti da produttori diversi, valutando i pro e contro (come qualsiasi oggetto) ha una argomento in meno per l'Hamichord: conviene all'azienda?
Tieni poi conto che, indipendentemente dalle nuove caratteristiche aggiuntive, anche il Mojo ( e meno male), a differenza per esempio dei prodotti Clavia (tranne i C1/2/2d) nasce per essere al 100% organo.
Poi, permettimi, non nascondiamoci dietro un dito, sono strumenti integralmente digitali, tanto vale sfruttarla la “digitalità”. Vogliamo, giustamente, meritoriamente, conservare l'interfaccia filologica? Benissimo, aggiungiamoci uno scatolotto supplementare con il suo bel rivestimento in legno, mettiamola sotto uno sportellino, ma non venite a dirmi che non deve avere quelle caratteristiche in più perché è "filologico".
Ovviamente è solo un punto di vista.
...noto con piacere che le mie proposte trovano in un modo o nell´altro proseliti...
chissä se in un futuro pi# o meno prossimo queste osservazioni si tradurranno in una indagine di mercato con conseguente nascita di un mojo 75/o sud electro che dir si voglia....
comunque dopo aver letto l ´intervento di andrea ho dovuto amaramente capire e dar ragione ai produttori che le cose non sono cosí facili come sembrano.
Noi utenti siamo viziati e quando troviamo un´azienda che va dalla parte dei cliente ce ne approfitztiamo, come se le major ci avessere abituati ad acquistare espansioni a prezzi economici o a prezzi graduiti...
forse il pensare che un aggionamento é un sw ci fa credere che la cosa debba costare di meno o abbia valore inferiore rispetto a una scheda rom...che poi non é altro che un sw pure quello in un modo o nell´altro....
la cosa é sbagliata sia dal punto di vista commerciale che razionale.
Ma in periodo di crisi trovano consensi maggiori le aziende che sanno creare nuovi mercati piuttosto che quelle che si buttano nel consumismo sfrenato, visto che in tempi di vacche magre sono sempre meno quelli che vogliono consumare...
da profano ma eventuale acquirente direi che per creare nuovi mercati bisognerebbe guardare a quello che attualemtne il mercato non offre...e cosa non offre?
1) strumenti che possano sostituire degnamente un hammond a prezzo inferiore di un buon a100?
2) Strumenti generalisti con caratteristiche migliori di quelli attualmente sul mercato e maggiore assistenza e
fidelizzazione del cliente
3 Strumenti generalisti con le carateristiche paragonabili a quelle presenti sul mercato ma a prezzi
drasticamente inferiori.
Secondo me per ampliare la propria potenziale clientela la prossima generazione di strumenti crumar dovrebbe puntare sulle seguenti strategie di mercato.
1) perfezionare il concetto di clone puro dell´hamichord incrementando ulteriormente la possibile clientela o riducendo sensibilmente il prezzo dell´attuale strumento o offrendo cose che gli attuali strumenti non offono(preamplificatore valvolare in stile hammondstudio, simulatore di amplificatori in stile vsti di organo della native instruments ma con qualitä da vsti dedicato da workstation high-end)
2) ampliare l´idea di personal keyboard iniziata dal nuovo mojo mantenendo le cose che piaciono agli utenti (doppio manuale, doppia serie di drawbar) e aggiungendo ciö che le concorrenti non offrono (suoni della qualitä dei vsti di ziokiller, funzioni di masterkeybord medio-avanzate, coontroller fisici per tutte le funzione) magari differenziandosi dalla concorrenza della clavia non nella scelta tra doppio manuale e singolo manuale, ma tra doppio manuale a 61 tasti e doppio manuale a 76 tasti.
Il mercato é cambiato rispetto a 5 anni fa anche grazie ad aziende come crumar e dlq. Cinque anni fa la concorrenza era hammond suzuki e clavia. Ora aziende come crumar e dlq hanno alzato talmente tanto il livello che la concorrenza la fanno le stesse aziende consociate che offrono gli stessi prodotti a prezzi inferiori:
Quanta gente comprerebbe un keybone a 2000 euro quando puö prendere un numa organ a 1000?
Quanta gente che non ha concrete esigenze estetiche spenderebbe 1000 euro in piü per un hamichord quando un mojo fa l ßorgano allo stesso modo e meglio il resto? Se la tastiera non la si usa come master o per supnarci il piano l´ottava dei preset a sinistra é solo una rottura di coglioni.