@ markelly2
Ovidio ha scritto:
Quindi, supponiamo che un imputato vada a processo per furto, abuso d'ufficio o altro reato e che tutto vada in prescrizione per decorsi termini (come spesso succede) e supponiamo ancora che tale imputato al proscioglimento sia eletto capo dello stato: chi lo definisce ladro o corrotto rischia la galera.
Voglio ricordarti che, grazie a questo bel governo, l'abuso d'ufficio non è nemmeno più un reato.
C'è da fare una considerazione. In Italia ci sono un mucchio di reati per cui l'esercizio dell'azione penale è mero esercizio di stile, che non porta MAI a nessuno effetto punitivo per il singolo ed educativo per il popolo.
L'abuso d'ufficio è uno di quei reati che fra le altre cose possono beneficiare della non punibilità per particolare tenuità del fatto.
Il problema è che alla non punibilità si arriva alla fine di un processo ordinario, con tutto quello che ne consegue (tempi biblici, tribunali intasati, etc etc).
Con questo non voglio dire che sia giusto, ma semplicemente dare una lettura che non sia di parte (si aboliscono i reati che fa comodo abolire), ma che sia logica. Poi ovvio che ne beneficeranno tanto i destri quanto i sinistri... Ma il punto non è quello.
C'è un sistema carcerario al collasso, valore educativo della pena pari a zero, penso sia fondamentale liberarsi di tutti i reati che statisticamente non vengono mai puniti.
Vi ricordo che in piena pandemia, il governo dell'avvocato del popolo aveva avuto la brillante idea di dare un profilo penalmente rilevante alle violazioni del lockdown, con il risultato di dover fare retromarcia per impedire l'intasamento dei tribunali: pertanto è assolutamente si buonsenso introdurre modifiche al codice penale volte a ridurre i reati fantasma.
Peraltro il provvedimento di depenalizzare potrebbe essere rivisto alla luce di provvedimenti a livello UE, e rientrare nuovamente ad essere caratterizzato da un profilo di tipo penale, ma con una connotazione più chiara e circoscritta: la motivazione ufficiale per cui si era andati verso l'abolizione del reato era la cosiddetta paralisi amministrativa o amministrazione difensiva, cioè condurre degli amministratori pubblici alla paralisi decisionale per il timore di incorrere in condotte riconducibili al reato d'ufficio.