@ Sbaffone
calderazzo suona così da quando militava con brecker, non è molto lirico ma sullo swing non scherza, gran tiro quel trio
Premessa: chiedo scusa a @vin_roma per l'OT (ammesso che si tratti di un OT, dopotutto).
Alla fine come detto ho visto Weckl, Patitucci e Calderazzo in concerto. Posto bellissimo (un teatro), concerto bellissimo, loro delle fuoriserie incredibili, mix audio partito non benissimo (ma da quel che ho potuto capire ci sono stati problemi con i trasporti e hanno dovuto fare tutto di corsa, non sono neanche del tutto sicuro che loro tre abbiano provato in loco, per cui se così fosse la regia è più che perdonata, anche perché da metà concerto in poi la qualità dell'ascolto è nettamente migliorata).
Brani bellissimi, sono partiti cauti un po' a freddo (ma vedi il discorso di cui sopra, se è così ci sta, forse allora sono umani anche loro), per il resto tanti momenti musicali da paura, groove e tiro micidiali.
Se proprio devo fare le pulci (non sono nessuno e non sono neanche un jazzista, ma due orecchie le porto):
- Patitucci dio della musica, che la natura ce lo preservi;
- Weckl idem con patate, tra l'altro ha un fisico bestiale, poi sound e inventiva che sono un riferimento. Tende a riempire sempre molto, sono poche le suddivisioni che lascia libere, ma lo fa con un gusto, una fantasia che gli permettono tutto;
- Calderazzo: non sono degno neanche di regolargli il seggiolino, ma se proprio devo dire "a" davvero tende a riempire troppo con quelle run continue (per quanto dallo swing impeccabile) e quel modo di suonare che di default è super denso e eccezionalmente lascia un po' di spazio. Specialmente dove c'è già uno Weckl che raramente lascia tanto spazio libero. Per buona parte del tempo si incastravano comunque da dio, ma ci sono stati momenti dove avrei gradito un interplay più misurato. Non a caso forse 4 momenti dei più riusciti sono stati un'intro in basso elettrico solo di Patitucci, un'altra intro di batteria sola di Weckl, un brano solo pianoforte e contrabbasso e un brano in trio che però si basava su un pattern blues molto ripetitivo dove Calderazzo al Rhodes (del Montage M8, n.d.r.) ha fatto bene i compiti senza esagerare.
Perdonatemi per essermi permesso, ora torno a studiare come regolare i seggiolini a Joey
P.S. se riesco a rimediare un biglietto la prossima meta è
questa!