@ jacus78
Io avrei posto la domanda in maniera diversa: "si guarda lo spartito?"
Scherzi a parte, dico questo perchè mi hanno insegnato "sotto tortura" (anche con il copri tasti di legno abbassato, sorretto comunque dall'insegnante), a sviluppare i tentoni, andare a tentativi, sbagliare millemila volte fino a che praticamente sotto le dita conoscevo ogni millimetro dei tasti, la distanza tra essi, la ruvidità dell'avorio e tutto il resto a occhi chiusi (e non è un modo di dire).... tutto ciò a favore di una lettura dello spartito senza deconcentrazioni e fluida. E ci sono riusciti i maledetti, suonavo le sonate di Beethoven quasi senza mai abbassare lo sguardo sul pianoforte, se non in alcuni passaggi realmente impegnativi o in salti lunghi.
Ma.... c'era un grosso, enorme "MA"
Se tu sei concentrato su uno spartito, non riesci a concentrarti del tutto sull'espressione, nè sulla dinamica. Si, sai cosa suoni, ma non "colpisce", non ti fa sussultare di emozione, perchè il tuo cervello sta seguendo 2 cose diverse contemporaneamente.
Per ovviare a questo "problema", col passare del tempo e fino al diploma, tutto ciò che suonavo dovevo impararlo a memoria, a libro chiuso, in modo che io potessi sviluppare anche l'altra metà della mela mancante. Tanto che agli esami del diploma ho portato 1 ora di concerto a memoria. E sai che ansia, con tutta la commissione schierata, suonare la polacca in lab di Chopin, la toccata e fuga in Remin di Bach-Busoni, la patetica di Beethoven ecc ecc...a memoria, sul palco del teatro del conservatorio e su uno Steinway a coda lunga.
Ciò ha richiesto, specie negli ultimi 3 anni, 10 ore di studio giornaliere...10.
Praticamente ci hanno sfondato in Conservatorio. Erano dei tedeschi. Al decimo anno io ero letteralmente scoppiato. Eravamo dei mostri su quei tasti, e dico "eravamo" perchè io adesso non raggiungo più nemmeno il 50% di quella preparazione tecnica.
A 23 anni dal diploma però, io guardo i tasti. Gli spartiti, beh... suono a memoria. Ciò significa che me li sono studiati prima. e non 1 volta o 2, ma 30 e anche 40 volte (dipende dagli spartiti ovviamente. La polacca di Chopin tra tecnica (bastardissima) e memoria l'avrò suonata in 3 anni qualche migliaio di volte).
E alla fine avevano ragione quei BENEDETTI insegnanti: fui a mia volta, molto tempo dopo, in una commissione di canto, a seguire degli allievi ad un diplomino di una scuola privata... 3 ragazzi hanno letto il testo, non mi hanno trasmesso nulla, non li potevi guardare negli occhi, avevano l'espressione del viso tirata, concentrata su quel testo, gli occhi fissi, tutti i muscoli facciali piatti, senza alcuna espressione per l'appunto, non erano liberi di esprimersi perchè dovevano leggere il testo, a differenza di altri che non hanno letto e che ho preferito di gran lunga di più.
Per come la vedo io, studiali fino a imprimerli in memoria gli spartiti, poi toglili e mettici le dita e il cuore.
E se qualche passaggio mentre suoni non lo ricordi, e non vuoi ricominciare da capo, improvvisa, e agganciati a ciò che ricordi e continui a suonare. In questo modo sviluppi anche la fantasia.
Quando leggo cose così mi vengono sempre in mente due cose, la prima è la profonda ammirazione per l'impegno che avete dato nel sudarvi il meritatissimo diploma, la seconda è se davvero tutta quella fatica ne sia valsa la pena.
Io sono profondamente autocritico, è il mio difetto, anche io metto spesso in discussione la mia laurea perché alla fine per quello che faccio a lavoro a volte sarebbe bastata una triennale molto più semplice, ma nel mondo della musica penso sia diverso.
Cioè mi chiedo, tutta quella fatica alla fine ripaga? E per ripagare intendo, dopo 23 anni riesci ancora a maneggiare il pianoforte senza nessuna paura? studiare brani nuovi se ti propongono di fare un live di 30 brani (ovviamente non della difficoltà dell'esame del Conservatorio), e prepararli in pochi giorni ?
Perché se la risposta non è un secco "sì" ma un "forse dipende" non so sinceramente se tanta fatica alla fine possa dirsi ricompensata.
Me lo auguro per te e per voi eh non sto dicendo che abbiate sbagliato è solo un dubbio.