Oggi mi sento reazionario

paolo_b3 16-02-24 16.17
@ d_phatt
Eppure sarebbe perfettamente possibile valorizzare musicisti/cantanti di qualità (leggasi gente che ha studiato o comunque gente capace) con brani di qualità (sempre nell'ambito della musica leggera), ovviamente con un sound più moderno, perché no, figlio anche delle tecnologie che abbiamo oggi come si fa in tutti gli altri generi musicali. Poi non dico che la TV debba diventare l'equivalente dei concorsi pianistici, insomma non devono per forza esserci sempre i "più bravi", ma come minimo gente comunque capace e meritevole.

Prendiamo poi, cambiando un po' discorso, come esempio proprio Mancuso: è giovanissimo, è tra i migliori virtuosi al mondo nel suo strumento, nel suo ambiente è apprezzato in tutto il mondo ed è stato invitato a suonare da leggende viventi della musica, eppure a malapena è stato invitato a fare una comparsata nella TV italiana. Per dirne una, c'è una pagina Wikipedia in inglese su di lui, ma non in italiano: non possono essere tutti "palati fini", ma è per dire quando poco un personaggio del genere sia conosciuto anche soltanto di nome...
A me pare di capire che la programmazione televisiva sia orientata al pubblico che ne fruisce. Non possiamo convincere il grande pubblico che Mancuso è meglio di Achille Lauro (scusa Mancuso emo)
Tu Difatt la guardi la TV? Io solo qualche TG LA7 e qualche film su RaiPlay, Mediamente meno di un'ora al giorno. Vuoi che vada a sindacare su cosa devono programmare?
Ilaria_Villa 16-02-24 16.30
@ d_phatt
Volevo quasi aprire un topic su Matteo Mancuso, ma il mood di questi giorni è decisamente diverso, e allora...

Ancora (x3)

Come abbiamo fatto a passare da questo al mainstream di oggi riesco a spiegarmelo da solo ma non ad accettarlo, aiutatemi

P.S. Mi riferisco alla MUSICA (leggera), e a nient'altro.
emo
Ilaria_Villa 16-02-24 16.31
@ d_phatt
Di buona musica ce n'è tanta oggi, di qualità altissima e credo che continuerà ad essere così, ed è normale che sia apprezzata perlopiù dai palati raffinati e poco altro, e non credo che questi verranno a mancare in futuro.

Il problema è che il senso del gusto e della bellezza del "palato medio" è stato spostato drammaticamente in basso, insieme al senso stesso di ciò che è la musica e di cosa è un musicista. Mina (come tanti altri) era una vera star perché oltre a essere famosa e a stare su un palco incidentalmente era anche un mostro di bravura in quello che faceva, ci stiamo dimenticando che per fare musica (comporla o interpretarla che sia) bisogna essere dei musicisti...
emo
Ilaria_Villa 16-02-24 16.33
@ 1paolo
La risposta e’: quei cantanti, che si vedevano nelle trasmissioni degli anni 60
sono ancora quasi tutti attivi (Mina, Celentano, Albano, Morandi, Paoli, Vanoni, Zanicchi, Berti etc etc) nonostante abbiano 80 e più anni. Perché erano e sono intonati, perché avevano una decisa personalità, erano insomma dei professionisti del canto, nell’ambito della “musica leggera”.
emo
Ilaria_Villa 16-02-24 16.34
@ maxpiano69
C'era una volta una trasmissione chiamata DOC... di sicuro li Renzo Arbore l'avrebbe invitato e non per fare una comparsata o un solo pezzo.

Oggi Matteo sulla RAI l'ho visto solo per pochi minuti nella trasmissione di Bollani.
emo
d_phatt 16-02-24 17.15
paolo_b3 ha scritto:
A me pare di capire che la programmazione televisiva sia orientata al pubblico che ne fruisce. Non possiamo convincere il grande pubblico che Mancuso è meglio di Achille Lauro (scusa Mancuso )

Chiarissimo, però così diamo sempre meno spazio alle persone che lo meriterebbero. Ma, secondo me, l'assecondare queste tendenze verso il basso (ed esserne parte delle cause) non è solo questione di ascolti, ma espressione di una volontà precisa dell'abbassare (o mantenere basso) il livello culturale dell'ascoltatore medio.

paolo_b3 ha scritto:
Tu Difatt la guardi la TV? Io solo qualche TG LA7 e qualche film su RaiPlay, Mediamente meno di un'ora al giorno. Vuoi che vada a sindacare su cosa devono programmare?

Quasi mai, ma se la programmazione comprendesse "offerte" di questo tipo lo farei più spesso. Ad esempio ho seguito molte puntate della prima edizione di Via dei Matti n°0 (la seconda edizione mi è piaciuta di meno), ma, uscendo dalla Rai, ultimamente ad esempio ho visto un documentario su Benedetti Michelangeli e uno su Marta Argerich entrambi su Sky, l'intervista di Rick Beato a Matteo Mancuso stesso su YouTube, così come un paio d'anni fa recuperai uno o forse persino due podcast di Rai Radio 3 su Vincenzo Vitale. Ecco, insomma se cose del genere fossero minimamente più presenti (e pubblicizzate) sui principali canali italiani, la guardarei più spesso.
d_phatt 16-02-24 17.22
@ maxpiano69
C'era una volta una trasmissione chiamata DOC... di sicuro li Renzo Arbore l'avrebbe invitato e non per fare una comparsata o un solo pezzo.

Oggi Matteo sulla RAI l'ho visto solo per pochi minuti nella trasmissione di Bollani.
Ecco, una cosa del genere ogni tanto non farebbe male. Ma dico almeno una volta nella vita di personaggi così eccellenti.

Ma purtroppo piuttosto che essere un punto d'arrivo per chi ha tanto sudore alle spalle, le trasmissioni di stampo ""artistico"" (le doppie virgolette sono d'obbligo) sembrano più che altro un trampolino di lancio per gente troppo spesso inadeguata, quando non completamente incompetente.

E quelli che avrebbero delle capacità spesso si trovano a proporre (o dover proporre) brani veramente pessimi sotto il punto di vista del valore musicale.
paolo_b3 16-02-24 17.44
@ d_phatt
paolo_b3 ha scritto:
A me pare di capire che la programmazione televisiva sia orientata al pubblico che ne fruisce. Non possiamo convincere il grande pubblico che Mancuso è meglio di Achille Lauro (scusa Mancuso )

Chiarissimo, però così diamo sempre meno spazio alle persone che lo meriterebbero. Ma, secondo me, l'assecondare queste tendenze verso il basso (ed esserne parte delle cause) non è solo questione di ascolti, ma espressione di una volontà precisa dell'abbassare (o mantenere basso) il livello culturale dell'ascoltatore medio.

paolo_b3 ha scritto:
Tu Difatt la guardi la TV? Io solo qualche TG LA7 e qualche film su RaiPlay, Mediamente meno di un'ora al giorno. Vuoi che vada a sindacare su cosa devono programmare?

Quasi mai, ma se la programmazione comprendesse "offerte" di questo tipo lo farei più spesso. Ad esempio ho seguito molte puntate della prima edizione di Via dei Matti n°0 (la seconda edizione mi è piaciuta di meno), ma, uscendo dalla Rai, ultimamente ad esempio ho visto un documentario su Benedetti Michelangeli e uno su Marta Argerich entrambi su Sky, l'intervista di Rick Beato a Matteo Mancuso stesso su YouTube, così come un paio d'anni fa recuperai uno o forse persino due podcast di Rai Radio 3 su Vincenzo Vitale. Ecco, insomma se cose del genere fossero minimamente più presenti (e pubblicizzate) sui principali canali italiani, la guardarei più spesso.
Guarda , il nocciolo della questione secondo me è il seguente: il servizio televisivo statale deve essere un servizio culturale o una proposta alternativa alla TV commerciale? (che di fatto oggi è un costo e non garantisce cultura).
Per forza di cosa è un'espressione della volontà popolare, noi siamo sempre pronti a puntare il dito contro i politici, spesso a ragion veduta, ma il mestiere del politico oggi è poco indirizzare e molto essere indirizzato dagli elettori.
Ti dirò: va già bene che oggi con i "nuovi" canali tematici la RAI stia offrendo qualcosa di meglio rispetto a 10 / 15 anni fa.

Viene un discorso lungo... emo
d_phatt 16-02-24 18.45
@ paolo_b3
Guarda , il nocciolo della questione secondo me è il seguente: il servizio televisivo statale deve essere un servizio culturale o una proposta alternativa alla TV commerciale? (che di fatto oggi è un costo e non garantisce cultura).
Per forza di cosa è un'espressione della volontà popolare, noi siamo sempre pronti a puntare il dito contro i politici, spesso a ragion veduta, ma il mestiere del politico oggi è poco indirizzare e molto essere indirizzato dagli elettori.
Ti dirò: va già bene che oggi con i "nuovi" canali tematici la RAI stia offrendo qualcosa di meglio rispetto a 10 / 15 anni fa.

Viene un discorso lungo... emo
Alla fine sono d'accordo con te, anche se restando su questo punto di vista comunque si potrebbe pretendere qualche spunto di cultura musicale in più, ogni tanto, ma tant'è.

La cosa ironica è che poi sotto i documentari, o magari quando c'è da "colpire" emotivamente chi segue da casa, mettono brani di musica classica o comunque di musica ben fatta (compaiono spesso spezzoni di brani dei Pink Floyd, ecc..).
giosanta 17-02-24 19.34
paolo_b3 ha scritto:
Guarda , il nocciolo della questione secondo me è il seguente: il servizio televisivo statale deve essere un servizio culturale o una proposta alternativa alla TV commerciale? (che di fatto oggi è un costo e non garantisce cultura).

Si, discorso assai lungo.
In estrema sintesi: una RAI tipo "pre private" poteva esistere solo in regime di monopolio.
Successivamente c'erano due strade:
A - Mantenere almeno un canale libero da pubblicità e riscontri Auditel ,"finanziato" dai canali a reddito pubblicitario, che avrebbero visto in dieci persone ma almeno avrebbe rappresentato, dato spazio a qualcosa di significativo.
B - Scimmiottare in tutto le (LA!) TV commerciali: tre contro tre.
Fu scelta la soluzione B: come, perché, da chi... lasciamo perdere.
Molto tempo dopo è arrivato il digitale terrestre che ha liberato un numero enorme di canali, qualcosa ha consentito di recupare, ma in un quadro gia da tempo radicalmente, inesorabilmente mutato; è arrivata la Rete e i canali Broadcast sono in gran parte superati.
maxpiano69 17-02-24 20.15
@ giosanta
paolo_b3 ha scritto:
Guarda , il nocciolo della questione secondo me è il seguente: il servizio televisivo statale deve essere un servizio culturale o una proposta alternativa alla TV commerciale? (che di fatto oggi è un costo e non garantisce cultura).

Si, discorso assai lungo.
In estrema sintesi: una RAI tipo "pre private" poteva esistere solo in regime di monopolio.
Successivamente c'erano due strade:
A - Mantenere almeno un canale libero da pubblicità e riscontri Auditel ,"finanziato" dai canali a reddito pubblicitario, che avrebbero visto in dieci persone ma almeno avrebbe rappresentato, dato spazio a qualcosa di significativo.
B - Scimmiottare in tutto le (LA!) TV commerciali: tre contro tre.
Fu scelta la soluzione B: come, perché, da chi... lasciamo perdere.
Molto tempo dopo è arrivato il digitale terrestre che ha liberato un numero enorme di canali, qualcosa ha consentito di recupare, ma in un quadro gia da tempo radicalmente, inesorabilmente mutato; è arrivata la Rete e i canali Broadcast sono in gran parte superati.
Amen (nel senso letterale, non religioso, del termine).

Ed anche per la musica ormai vale lo stesso, non è più la TV che permette di conoscere nuovi artisti, la rete è molto più potente in questo (con i pro e contro del caso).
paolo_b3 17-02-24 20.30
@ giosanta
paolo_b3 ha scritto:
Guarda , il nocciolo della questione secondo me è il seguente: il servizio televisivo statale deve essere un servizio culturale o una proposta alternativa alla TV commerciale? (che di fatto oggi è un costo e non garantisce cultura).

Si, discorso assai lungo.
In estrema sintesi: una RAI tipo "pre private" poteva esistere solo in regime di monopolio.
Successivamente c'erano due strade:
A - Mantenere almeno un canale libero da pubblicità e riscontri Auditel ,"finanziato" dai canali a reddito pubblicitario, che avrebbero visto in dieci persone ma almeno avrebbe rappresentato, dato spazio a qualcosa di significativo.
B - Scimmiottare in tutto le (LA!) TV commerciali: tre contro tre.
Fu scelta la soluzione B: come, perché, da chi... lasciamo perdere.
Molto tempo dopo è arrivato il digitale terrestre che ha liberato un numero enorme di canali, qualcosa ha consentito di recupare, ma in un quadro gia da tempo radicalmente, inesorabilmente mutato; è arrivata la Rete e i canali Broadcast sono in gran parte superati.
Il digitale terrestre è la TV via etere che passa nella rete. Questo al mero scopo di andare a piantare i dentini negli introiti pubblicitari della rete. Direi che lo avevano già capito che il pubblico era in esodo verso internet, Poi effettivamente offre anche una proposta culturale.
SimonKeyb 21-02-24 09.55
paolo_b3 ha scritto:
Le proporzioni del Jazz sono ancora queste...

C'è da dire che il fan jazz medio non è particolarmente "groupie", per dire mi è capitato di chiacchierare tranquillamente con dei top player come Bollani, Aaron Parks, Chris Potter, Brian Blade, Brad Mehldau (dopo il concerto, vedendomelo uscire passeggiando da una porta con non-chalance e un calice di rosso in mano, mentre buttava uno sguardo interessato alla bacheca degli annunci parrocchiali emo) ecco tutti questi erano splendidi, tanti jazzisti nostrani se la tirano assai più, piccola parentesi
d_phatt 21-02-24 11.58
@ SimonKeyb
paolo_b3 ha scritto:
Le proporzioni del Jazz sono ancora queste...

C'è da dire che il fan jazz medio non è particolarmente "groupie", per dire mi è capitato di chiacchierare tranquillamente con dei top player come Bollani, Aaron Parks, Chris Potter, Brian Blade, Brad Mehldau (dopo il concerto, vedendomelo uscire passeggiando da una porta con non-chalance e un calice di rosso in mano, mentre buttava uno sguardo interessato alla bacheca degli annunci parrocchiali emo) ecco tutti questi erano splendidi, tanti jazzisti nostrani se la tirano assai più, piccola parentesi
Ma quelli che hai citato non sono top player, sono scarsoni, ecco perché non se la tirano emo non stavano neanche a Sanremo emoemo

...baggianate a parte, thanks per la storia molto "umana" e anche divertente, conferma ulteriormente l'impressione che ho avuto io che molti dei grandi hanno umiltà e piedi per terra, soprattutto nel momento di rapportarsi con le altre persone.
giosanta 21-02-24 14.10
SimonKeyb ha scritto:
C'è da dire che il fan jazz medio non è particolarmente "groupie"

Verissimo, esperienza del tutto analoga.