@ wildcat80
Non ci siamo capiti, stavamo parlando della stessa cosa, la frase in the box significa nel computer, non nella workstation, forse ci siamo fraintesi lì.
Comunque è una leggenda metropolitana Marce, soprattutto oggi.
Il Fantom di fatto è un Jupiter X con politimbricità più che triplicata, un sequencer e un campionatore.
Suonano identici: hanno persino la stessa struttura uscita con la stessa catena di effetti e regolazioni identiche.
Suonano esattamente uguali. Precisi. Stessi convertitori. Il mio Jupiter XM è stato venduto all'Atlantic Studio di Milano, perché il Fantom era fuori dal loro budget (almeno così mi disse il titolare che è genovese ed è venuto a ritirarlo a casa mia).
Zenology se prendiamo la struttura comune (Models e Zencore) suona esattamente uguale, tanto che i suoni di Zenology sono molto più semplici da mixare rispetto ad altri plugin.
Per quale motivo dovrebbe essere difficile fare un mix con il Fantom su DAW e dovrebbe essere invece facile farlo con Zenology? La differenza è nulla: stessi plugin che girano su hardware generico o su hardware dedicato, che passano direttamente in formato audio digitale sulla DAW.
Non ci sono parametri nascosti, forse un tempo le workstation erano veramente un mondo a sé, non lo so, oggi hai possibilità di avere lo stesso motore sonoro sulla workstation, sul synth, sul PC e addirittura in parte su iPad e tablet col synth ZC1 di Zenbeat: da questo punto di vista hanno fatto un lavoro egregio, massima flessibilità e compatibilità.
Io per dire mi trovo meglio a usare il sequencer del Fantom rispetto alle DAW che ho utilizzato fino ad ora, potrei decidere di fare suonare le singole tracce a 16 istanze di Zenology (e mi esplode il Mac
) oppure usare Zenology direttamente sul Fantom ed uscire in multitraccia su 16 canali stereo, con lo stesso identico suono che avrei sul Mac.
Forse non hai considerato questo aspetto, che è un po' una peculiarità del microcosmo Roland.
Poi magari con un Montage o un Kronos sono bestemmie, ma non credo visto che entrambi sono strumenti ben diffusi anche in ambito studio professionale.
Io per primo ho sempre visto le workstation come strumenti inutilmente complessi, forse perché provato da esperienze live frustranti su una XP80 con cui ho fatto tanti anni fa una serie di serate senza di fatto conoscere la macchina, ma devo dire che con il Fantom mi sono dovuto ricredere su semplicità e usabilità.
Diciamo che delle tre (anzi quattro) Workstation che ho avuto: Gem S3 Turbo, Equinox, Gem WK2 (so che è un arranger ma il suo sequencer era davvero innovativo) e Motif ES6, ho sfruttato il sequencer interno pochissimo e che quando ho cominciato a fare recording e mix ho iniziato su piattaforma PC + Hardware quindi la mia esperienza è nulla.
Avevo pensato a Kronos per fare quello che tu fai con Fantom ma ho scartato questa scelta per tanti motivi:
- Praticità. Pensavo di tornare a fare live al più presto e usare Kronos come unica tastiera era affascinante ma fare monta e smonta casa - sala prove e viceversa ogni volta non mi andava.
- Scheda Audio. Ebbene sì ho preferito andare su una soluzione Steinberg (e continuerò quando la mia fedele UR28M mi lascerà a piedi) per avere la migliore compatibilità possibile fra i driver della scheda audio e la DAW da utilizzare.
- Comodità. Preferisco il buon vecchio mouse e la fedele tastiera per le scorciatoie, un monitor grande e bello colorato dove aprirmi le finestre dei plugin, il mixer, ecc.
- Versatilità. Non sono legato solo a quei suoni, a quegli effetti, ecc. Preferisco avere come centro di lavoro un PC piuttosto che una Workstation.
Ce ne sono altri ma diventerei tedioso.
Attenzione! Non ho scritto che una workstation è difficile da usare (di fatto si tratta solo di imparare a conoscerla), ho un amico che ha sempre usato il sequencer delle Workstation per comporre i file Midi - lui si suonava le parti di batteria con una Roland - ma poi di volta in volta processava tutto con hardware esterno.
Quello che caratterizza la tua catena di produzione è che non hai parti di chitarre (che puoi aggiungere ovviamente e mixare in Fantom) e la voce (idem come sopra) o altri strumenti acustici. Per quanto si possano importare e trattare dopo, trovo che questa pratica rallenti tanto il workflow.
Tieni conto che io ho pensato di provare a replicare nel mio piccolissimo le condizioni degli studi professionali, quindi misto hardware e software, perché mi ci trovo bene.
Fantom è un caso limite e, per come l'ho inteso io, mi sembra un po' troppo limitato a sé stesso nel senso che è vero che quando hai quello ti basta e avanza praticamente per tutto e su ogni piattaforma (ad un certo costo) ma è talmente grande che si rischia di limitarsi a quello e non andare oltre.
Prendendo quello che scrivi, generalmente mixi Fantom dentro la DAW di Fantom, con moltii plugin di Fantom (campionando suoni su Fantom) e qualche suono esterno - ma il cuore è quello - e poi usi gli effetti di Fantom.
Detto così è perfetto e non ti consiglierei di fare diversamente
Ma se domani venissi da me a registrare i suoni del Fantom su Cubase io poi diventerei matto a mettere insieme Zenology, EZ drummer e EZ bass, la chitarra elettrica con BIAS FX, ecc. Mi divertirei un sacco però. eh eh eh eh eh.
Parlo sempre di amatori, eh, che fanno la spesa grossa una volta e poi vanno avanti così per anni.
Se mi fossi "auto-limitato" così non avrei scoperto il Blofeld.