@ zerinovic
e crederesti di più ad un giornalista che viene pagato dalla gente a al giornalista che viene pagato da un azienda per dare informazioni riguardo a quell’azienda?
Faccio un passo indietro, perché la mia risposta non voleva essere polemica, ma una riflessione di più ampio respiro che non ho completato.
Fondamentalmente stiamo dicendo la stessa cosa: ognuno decide a chi credere.
Ognuno di noi crede in cose più o meno diverse, e il cosa credere è influenzato da diversi fattori:
- cultura
- istruzione (sono due cose diverse, non è una ripetizione)
- estrazione sociale
- consapevolezza di sé e del proprio grado di conoscenza
Questi che ho elencato penso siano i più importanti.
Di conseguenza, io che sono un italiano nato e cresciuto in una famiglia della piccola borghesia, con un grado di istruzione universitaria, sicuramente sarò portato a credere a cose diverse rispetto a un mio coetaneo nato da una famiglia di operai di Pyongyang che ha completato la scuola dell'obbligo.
È un'estremizzazione, però credo che renda bene l'idea.
Devo dire però che una simile distanza oggi, purtroppo aggiungo, la possiamo trovare anche con chi sta nella porta a fianco, senza che questi sia un migrante arrivato dall'altra parte del mondo.
Recentemente mi è capitata una paziente piuttosto incasinata, il cui casino, guarda un po', nasce da scelte sbagliate. Eppure è italianissima, anzi, genovesissima, arriva da una famiglia modesta di lavoratori che hanno speso le energie di una vita per studiare e per far studiare i figli, è una persona che ha girato il mondo, insomma, non è una cavernicola.
Ha il diabete, complicato, anzi, incasinato.
Questa simpatica signora non si curava, perché aveva letto su internet che i diabetici si ammalano alle arterie, e visto che i diabetici gravi fanno l'insulina, e sono malati alle arterie, era chiaro che fosse l'insulina a far ammalare le arterie.
Non il fumo, non il colesterolo a 6000, non lo scompenso glicemico: l'insulina.
Poi se l'è vista brutta, e ora, finalmente, dopo due interventi e il rischio di perdere le gambe, si è convinta e ne siamo quasi venuti fuori.
Probabilmente se il suo caso non fosse stato così grave, non sarebbe successo il fatto X che le ha aperto gli occhi, ma magari sarebbe potuto succedere qualcosa di peggio, tipo un infarto silente, e starei raccontando una storia con un finale molto diverso.
Perché ho raccontato questo? Perché in questi anni ho cambiato molto atteggiamento.
Ognuno è libero di credere in quello che il suo vissuto lo porta a credere.
Nessuno può essere obbligato per forza a credere: la vita guiderà le sue scelte, che in alcuni casi possono rivelarsi fatali.
La pandemia ha estremizzato le posizioni, ed è assolutamente comprensibile, non giustificabile ma comprensibile.
Personalmente ho sostenuto alcune posizioni, che peraltro non rinnego, perché ho vissuto situazioni che credo nessun altro qui dentro abbia vissuto.
Non perché me lo ha detto Bassetti, Conte, o chi per loro.
That's all.