@ vin_roma
Gli accordi non sono entità statiche ma rispondono alla logica ritmo/armonica di un discorso musicale. La successione degli intervalli negli accordi di 7, 9 etc. normalmente dipendono dalla tonalità e dal grado.
C9 comporta sempre una 7a e queste aggiunte (7 e 9) variano a seconda della tonalità e del grado della scala su cui viene costruito l'accordo.
C9 in Do magg è una cosa, in Fa magg un'altra e in Fa min un'altra ancora, come D7 in Sol magg è una cosa, in La magg un'altra.
Poi c'è il linguaggio blues/jazz che può sovvertire le regole della tonalità e per questo si deve specificare di volta in volta se una 7a, una 9a etc. siano min o maj e per non incorrere in errori il Real Book ha stilato quella sequela di verticalità come riferimento ma non tocca mai guardare questi accordi come entità statiche ma dinamiche, plasmate dal discorso armonico.
Tu hai perfettamente ragione (ovviamente, vista la tua caratura), la "verità" è questa e in un altro topic (e chissà in quanti altri senza di me) se n'era anche parlato, tuttavia mi sorge spontanea una domanda: ci sono nella pratica situazioni in cui queste sigle (intendo quelle tipo C7, C9, ecc) vengono intese in modo relativo alla tonalità e al grado? Io, dati anche i generi in cui si usano, le ho sempre viste utilizzare perlopiù in modo "assoluto", cioè in modo che indipendentemente dalla tonalità e dal grado indicano sempre lo stesso accordo, inteso come mera combinazione di note (probabilmente perché così indicano direttamente quali sono i tasti da abbassare...).