@ wildcat80
Alla fine è stata una giornata di lunga riflessione.
Sono sempre stato piuttosto realista, e questa volta non sarò da meno.
La vita è un'evoluzione che segue le proprie scelte, è un castello di carte fatto di compromessi, che consiste di tempi e di spazi limitati.
Anche se giovane ne ho già vissute un po'.
Mi sono portato dietro la coda dei 3 anni milanesi in cui il tempo che avanzava a fine giornata andava riempito, e in cui i soldi e un mercato particolarmente favorevole mi consentivano di cambiare strumenti come fossero mutande, per noia più che altro.
Adesso, questi ultimi sei mesi hanno un significato molto importante.
È arrivato ciò che attendevo da anni: il piccolo erede, e il salto di qualità lavorativo.
Quest'ultimo aspetto l'ho un po' tenuto nascosto, e non so bene neppure il perché... Da inizio anno sono diventato vice primario, carica che al momento non mi porta un euro in più in tasca, ma che mi occupa molto, sia in termini di ore lavorative, che di energie mentali.
Per quanto riguarda le energie ci ho messo un mesetto buono ad assestarmi, per quanto riguarda le ore lavorate è una tragedia, siamo pesantemente sotto organico, tenendo conto che ogni sabato che non lavoro perdo 6 ore e 20 minuti (perché abbiamo il contratto calcolato su 6 giorni lavorativi), sto chiudendo ogni mese con 40 ore in più, e questo al netto delle ore di chiamata in reperibilità notturna e festiva, in pratica ogni mese sono 60 ore in più, quasi 2 settimane di lavoro in più ogni mese...
In una situazione del genere, che almeno mi dà soddisfazioni continue al momento, tutto il resto è equilibrismo.
Equilibrismo con il piccolo, equilibrismo per le mie uscite a correre (tipo uscire un paio di volte a settimana alle 5.30 di mattina per non togliere tempo al resto, e una volta prima di tornare a casa o sempre al mattino presto nel weekend), equilibrismo ricavare un paio d'ore, dalle 22 a mezzanotte, qualche sera a settimana per giocare con strumenti e Mac, equilibrismo per vedermi con il mio socio per fare qualcosa assieme.
Ci vorrà del tempo, qualche anno, per avere un pochino di libertà in più.
Che senso ha tenere un parco strumenti articolato fermo a casa?
Per giocare un paio d'ore ogni tanto bastano Mac, plugin e master, o una workstation (no, al Genos non voglio pensarci, la pensione è molto lontana).
Penso di vendere tutto, poi riascolto un paio di cose registrate con tutti gli analogici al gran completo e mi viene da piangere.
Questa volta sarà dura arrivare a una conclusione, perché so benissimo quale è la più logica e razionale, e come un piccolo Peter Pan non la voglio vedere.
Però fra 5 anni avrei la libertà di potermi comprare veramente il meglio, allora la posizione lavorativa avrà anche risvolti economici importanti (non che ora stia male, però magari lo sfizio che potrei togliermi non è il Prophet rev4 ecco), e i momenti in cui ho fatto scelte drastiche non lo ricorderò neppure.
Ti posso raccontare la mia esperienza in merito: ho iniziato a lavorare subito dopo il diploma e, tra i 20 ed i 30 anni, vivendo in famiglia ho potuto dedicarmi all'Università, ai miei hobby (viaggi e sport) ed alla musica. Poi ci sono stati 18 mesi che hanno cambiato radicalmente le cose: il matrimonio, la laurea, la proposta (accettata) di diventare funzionario di banca a 30 anni e, soprattutto, la nascita di mia figlia.
Sono, specialmente l'ultima, scelte irreversibili, che segnano l' intera esistenza (una volta si diceva "che ti fanno maturare"
) e che, almeno per quanto mi riguarda, hanno rappresentato grandi soddisfazioni personali.
In quel periodo, anche a causa del fatto che avevamo traslocato in un piccolo alloggio in attesa di ultimare i lavori della casa, le tastiere erano piu sotto il divano che sullo stand e con i gruppi avevo smesso; tieni conto che la donna, dopo il parto, ha parecchio bisogno di aiuto (anche se non lo chiede) e il fatto di essere "presente" in casa lo apprezza molto (anche se non lo dice).
Poi la voglia di "fare musica" è riemersa, in realtà non è mai venuta meno... e allora ci si chiede: ma voglio tornare a fare ciò che facevo prima (prove, giri nei locali, live, etc)? oppure mi sta bene continuare a suonare?
Ho ripreso all'età di 50 anni (dopo 20 anni di interruzione) a suonare in band e la cosa è durata per 5 anni ma poi ho preferito smettere (perchè non mi dava più soddisfazione..), ho venduto le mie Kurzweil, Korg etc ed ho continuato con Master+ipad.
Quindi ti direi: tieniti NC2X, il Mac ed eventualmente un synth analogico desktop e tutto il resto puoi venderlo; ti prendi un mobile con il piano sotto scorrevole su cui metti la Numa, sopra il PC "ad uso promiscuo" e il rack e sei, per il momento, a posto.