WTF_Bach ha scritto:
Eh colui che non si rende conto che, per quanto ne sappia, c’è sempre da imparare, si auto-preclude il miglioramento.
assolutamente d'accordo.
WTF_Bach ha scritto:
Ma questo non significa che chi sa contare fino a quattro, e si sta impegnando a contare fino a cinque, sia meno ignorante di chi sa risolvere le equazioni di terzo grado, almeno in campo matematico.
certo che no, ci mancherebbe. E' una questione di forma mentis, o - meglio ancora - di atteggiamento verso ciò che non si conosce; il saper contare sino a quattro e mettersi a imparare il cinque è solo una "parabola", il cui senso è che potrebbe essere ignorante (verso ULTERIORE conoscenza) anche chi sa risolvere le equazioni di terzo grado e per questo crede di sapere tutto. Anche la stessa matematica non è "finita", così come è accaduto per la fisica quantistica che - di fatto - ha stravolto le regole conosciute della fisica "classica". Probabilmente, almeno agli inizi della scoperta, ci sarà stato qualche illustre accademico che avrà detto che la fisica era quella classica, e che non sarebbe potuta esistere alcuna regola al di fuori di questa. Così come capita in tutti i campi del sapere umano: "digerire" una nuova scoperta non è cosa da tutti. E' l'atteggiamento che ho definito "curiosità" che - a mio parere - fa davvero la differenza.
WTF_Bach ha scritto:
E questa riflessione ha un corollario importante, anzi due: il diffondersi del relativismo più soggettivo e della mancanza di rispetto verso chi le cose le sa.
E siamo ancora d'accordo, però occhio che la mancanza di rispetto può essere un problema reciproco: dell'ignorante (in senso letterale) verso chi le cose le sa; oppure della persona colta, ma non così colta da essere onnisciente, verso chi è andato oltre le sue (pur copiose) conoscenze.
Ed è proprio qui il senso del mio post.
Sappiamo ciò che sappiamo.
Non sappiamo ciò che ancora non sappiamo (che quindi potremo sapere).
Non sappiamo ciò che non sappiamo e non vogliamo sapere (che quindi non sapremo mai).