@ paolo_b3
Se proviamo a pensare cosa hanno significato i Beatles, i Rolling Stones, i Led Zeppelin, i Deep Purple negli anni 60 e 70, ci rendiamo conto che il linguaggio musicale si stravolge con il tempo e anche le generazioni dei nostri padri e dei nostri nonni hanno accolto con estrema diffidenza quei "capelloni" che facevano "tutto quel rumore".
Trasposto ad oggi potrebbe anche starci che Sferaebbasta, Young Signorino ed Achille Lauro rappresentino la nuova frontiera della musica leggera, adesso non lo sappiamo, occorre tempo per capirlo, ma la cosa verso cui personalmente punto il dito è che negli anni 60 e 70 alla base c'erano delle idee e poi si è scoperto che fruttavano un sacco di soldi, oggi i rapporti si sono invertiti, si cerca di capire a priori quale idea potrebbe fruttare un sacco di soldi.
Arte, cultura, ruolo sociale... non interessa più niente a nessuno.
A me sembrano tutti discorsi da boomer (e mi ci metto dentro nei boomer, almeno anagraficamente). Negli anni 60 la nuova ondata di cantanti veniva etichettata con disprezzo come "urlatori", non se lo ricorda nessuno? I beatles capelloni, i gruppi rock come drogati o debosciati, poi c'e' stato il punk, il rap, e ogni volta venivano disprezzati e messi a confronto con la vera arte che era sempre quella prima... e oggi guardiamo a mina (urlatrice), ai beatles (capelloni), ai rolling stones (drogati debosciati), ai sex pistols o ai public enemy come icone assolute della loro epoca... il linguaggio cambia, l'arte cambia, ma ce li vedete i ragazzini di oggi ad ascoltare gente in streaming che canta con l'impostazione di nilla pizza? e annamo, su...