@ Bob_Braces
Il contabile lavora con i numeri ed un suo eventuale errore è oggettivo e misurabile.
Invece, qui stiamo parlando di musica leggera, intrattenimento, un campo dove, volenti o nolenti, valgono quasi solo i gusti personali e nel quale non ha senso invocare criteri sul modo giusto di cantare (o di suonare) perché tali criteri semplicemente non esistono.
A James Brown che canta: "Stei on de siiinna, am a sex macinnna" gliela vai a contestare tu la pronuncia?
Se qualcuno non ci piace, è sufficiente non ascoltarlo.
Comincerei con l'intonazione: se un cantante deve cantare un la a 440 e lo fa a 432, allora é stonato. Oggettivamente stonato.
Come, ad esempio, la Consoli.
A James Brown non contesto la pronuncia per una semplice ragione: all'interno del suo mondo culturale (gli afroamericani) la sua pronuncia é perfettamente corretta. Mentre all'interno del contesto culturale italiano, sia del nord che del sud, la "a" non si pronuncia, non si é mai pronunciata né mai si pronuncerà "ûæê", e chi così la pronuncia lo fa per un vezzo di birignao inescusabile e senza alcuna base espressiva ed artistica.
Sulla questione dei "gusti" non mi esprimo, lascio parlare la pressoché completa unanimità degli studiosi di estetica, da Platone a Heidegger, da Gadamer a Vattimo, da Plotino a Baumgarten, da Nietzsche a Schopenhauer, secondo i quali il "gusto personale" semplicemente non esiste: esiste il Bello artistico, certamente incontro di natura e cultura, ma mai deriva relativistica legata al "gusto".
Il "gusto personale" é sostanzialmente pattume da filistei piccolo borghesi.