@ keyboard7
capisco la tua frustrazione, però prova a vedere la situazione anche da un altro punto di vista. Non è detto che se avessi fatto gli studi musicali che rimpiangi di non aver fatto, oggi saresti stato più felice. Magari saresti stato uno dei tanti musicisti frustrati, che si lamentano di non aver raggiunto i traguardi sperati, o che pensano che la vita sia stata ingiusta perché non hanno avuto abbastanza fortuna o conoscenze. Considera che quando una passione diventa un lavoro, si devono accettare compromessi e frustrazioni. Cerca di vedere il lato positivo: sei libero di viverti la musica come vuoi, di suonare quello che vuoi, di studiare quello che vuoi, se vuoi. Prova a vederla in questa prospettiva.
Ti ringrazio del punto di vista, che mi fa vedere le cose da un’altra prospettiva.
Non voglio insistere, però, se avessi conseguito anche uno straccio di diploma in pianoforte con il vecchio ordinamento, magari, pur lamentandomi che faccio difficoltà a mettere assieme il pranzo con la cena (come tra poco potrò dire in qualità di architetto) potrei tranquillamente suonarmi le variazioni Goldberg, il Clavicembalo ben Temperato, o qualche sonata di Scriabin, Rachmaninov o, meglio ancora, mettere nero su bianco certe mie composizioni che, alla luce di maggiori studi, sarebbero certamente più strutturate e raffinate.
Invece, posso al massimo ascoltare quanto sopra e, quando va bene, realizzare prodotti che, da gente che ha seriamente studiato, vengono definiti “da appassionato”.
Non so se il paragone sia immodesto, però mi sento come quelle statue incomplete di Michelangelo, quelle che vengono definite “I prigioni”.