markelly2 ha scritto:
Anche se talvolta il critico un po' "se la tira", forte di una evidente inusitata cultura.
Così almeno è come la vedo io.
Il punto é proprio questo: di che cultura parliamo quando citiamo un critico?
Nella musica Fayenz non c'é stato attivamente. Non c'é straccio di prova che sappia suonare uno strumento, non ha un titolo di conservatorio ne classico ne moderno, non ha una band, non l'ho mai visto dietro un pianoforte a suonare una scala.
Per quanta musica abbia ascoltato o ricerche abbia fatto, quanta cavolo di credibilità puó avere uno che parla di Hiromi in quel modo mentre Chick Corea ed Anthony Jackson l hanno definita "tra i più grandi musicisti che si siano mai seduti al pianoforte".
A mio parere un critico qualsiasi, a fronte di pareri simili dati da personaggi di quel calibro, dovrebbero solo tacere o limitarsi come detto poc anzi da qualcun altro, limitarsi a raccontare la storia del jazz mantenendone vivo il ricordo.
I pareri ce li possiamo fare benissimo da soli, e senza quel tripudio di arroganza e saccenza tipico dei critici.
A mio avviso, come detto da una band nel documentario "blues" di scorsese, "i critici sono quanto di più inutile al mondo. In musica non hanno prodotto nulla, non hanno mai inciso un disco e non sanno suonare nulla... eppure sono lì che dicono cosa é buono e cosa non lo é. Perfettamente inutili.
Io la penso allo stesso modo.