drmacchius ha scritto:
Asterix, ho detto solo di seguire semplicemente il programma didattico del vecchio conservatorio provando a studiare in serie la manualistica tipica in modo progressivo per vedere quale sia il suo reale livello tecnico e focalizzando lo studio di brani specifici molto semplici per imparare il fraseggio e il metodo di studi classico.
Ma infatti guarda, taglio la testa al toro e ti dico che è un ottimo consiglio, che inizierò a seguire.
Ma ha altrettanto ragione Asterix, nell'affermare che non posso pretendere di imparare a suonare come farebbe un pianista classico (cosa che, ripeto, non è ciò che voglio ottenere), e fa quindi altrettanto bene a dirmi di "fare musica, più che ripetere esercizi", che è sicuramente un approccio a me più familiare.
drmacchius ha scritto:
Che sia meglio prendere lezioni è indubbio, ma quanti adulti hanno il tempo di farlo e quanti poi magari lo fanno con costanza quando si accorgono che devono ricominciare da zero!?
Il tempo è sempre poco, riesco se va bene a ritagliarmi un'oretta al giorno per suonare. Ma capitano periodi più impegnati in cui passo anche settimane senza fare una nota. Va da sé che prendere lezioni, con questi ritmi altalenanti, è fuori discussione.
Sulla costanza non mi pronuncio finché non capisco se quello che ho in mente è fattibile, utile, e di quanto lavoro ho bisogno.
E poi, magari mi annoia e torno a strimpellare quello che mi riesce e diverte, magari invece mi piace ed inizio a fare solo quello nelle ore in cui riesco a suonare.
Constrictor ha scritto:
Io non so quale sia la Sua età, comunque, affrontare i programmi di conservatorio vecchia struttura, la vedo durissima per chi, come Lei ha affermato, rifiuta il solfeggio, una appropriata diteggiatura ed immagino le scale nelle varie ed indispensabili loro formazioni, propedeutiche per le esecuzioni graduate per difficoltà.
36. Più che rifiutare, è che il mio processo di apprendimento funziona più per istinto ed intuito, che per ripetizione ed esercizio.
Forse anche per questo non mi sono mai trovato a mio agio con la formazione classica, in cui invece queste componenti sono essenziali.
Però ragiono così, e non solo sul pianoforte.
Ad esempio, non ho mai avuto bisogno di esercitarmi con la matematica: una volta capito il concetto, mi potevi dare tutte le variazioni, eccezioni, complicazioni, che ti venivano in mente, e le sapevo fare.
Allo stesso modo ricordo che, quando da bambino studiavo le scale (o quando facevo gli esercizi dell'Hanon), le leggevo in una tonalità e poi trasponevo smettendo di guardare lo spartito, perché era ovvio dove andare.