@ RudiRioli
carissimo voglio attingere anch io dalla tua fonte di sapere... recentemente ho avuto il piacere di suonare un mark 2 d'epoca , parlo da non pianista... abiuato quindi alla waterfall e synth action.... non mi è sembrata cosi dura e lenta la mecanica.. anzi ll'hotrovata leggera tipo una semipesata ma lenta questo un pochino si... fondamentalmente molto diversa da una pesata da pianoforte... potremmo approfondire che mi interessa molto questo discorso ?? Tu sicuramente hai piu esperienza... grazie..
Allora, diciamo che non esiste un Rhodes che suoni o risponda come un altro.
La meccanica, come detto, è semplice e la risposta dinamica dipende non solo dalla velocità ma anche dalla posizione del pickup (che si può regolare) e dei risonatori.
E' una meccanica non dura ma, per rendere tutte le sfumature che può dare, devi, dal pianissimo, arrivare a picchiare non poco e l'escursione dinamica e timbrica è molto elevata, si passa da un suono quasi sinusoidale, dolcissimo sino ad un suono aspro e apertissimo quando si spinge e questa caratteristica, insieme alla qualità intrinseca della meccanica, ha influenzato il modo di suonare che non può essere "pianistico" nel vero senso della parola ma direi simil pianistico, alla "Rhodes", coadiuvato da trucchetti come colpi con l'intero peso del braccio se non addirittura proprio rigidi per approfittare dei bellissimi accenti che si possono avere nei fraseggi con queste tecniche, sia con gli accordi che a note singole.
Qui alcuni esempi di Fender Rhodes, non cloni (che a furia di suonare solo il "suono" su tastiere finte si si sta perdendo lo "stimolo" Rhodes):
con modifiche