@ orange1978
si lo so, come fa il pelato...che tristezza, e pensare che negli anni 70 hanno fatto soli ancora piu belli senza imitare nessun altro strumento e manco esisteva l'aftertouch.
...che poi che senso ha imitare la chitarra? il piu delle volte cè gia un chitarrista sul palco, allora perche non imitare tutti il batterista? tutti con basso chitarra midi a suonare un expander di suoni percussivi, ma che senso ha? gli strumenti a me piacciono quando hanno una loro identità, e il sintetizzatore la puo avere eccome.
poi certo avere possibilità di controllare un parametro senza staccare le mani dalla tastiera capisco che è utile ma cè davvero da andarci piano.
Ti straquoto Andrea. Intanto capisco il tuo approccio in sala di incisione, ed infatti secondo me aftertouch è una funzione pensata per essere usata "dal vivo".
Inoltre, senza voler fare l'interprete di Zerinovic, i modulati, i picth bend, gli interventi sull'LFO danno un espressività che è mutuata da certi strumenti acustici, ma che è caratteristica proprio del synth quale strumento originale, anche se per quello ci sono le rotellone e/o il joystick.
Ma il motivo per cui apprezzo l'aftertouch è anche quello di poter controllare parametri come l'apertura dei filtri o il volume di un secondo strumento in layer, ti consentono di variare in maniera creativa la tua sonorità, sempre nel contesto della dinamica del brano che stai eseguendo, che dal vivo non è sempre pedissequa.
Diciamo che è una funzione che ti serve quando suoni in polifonia e devi avere entrambe le mani sui tasti.