@ anonimo
Tra gli esperti la speranza ha cominciato a circolare da qualche giorno. Alcuni segnali indicano che il Sars-CoV-2 sta diventando meno aggressivo. “Stiamo osservando che il virus perde potenza. Evolve, ma perde contagiosità e, probabilmente, letalità” ha spiegato Massimo Ciccozzi dell’Università Campus biomedico di Roma nel corso di un ‘audizione al Senato.
“A marzo questo virus era uno tsunami, ora è diventato un’ondina. Forse è perché ha già colpito i soggetti più fragili, facendo una “selezione naturale”, o forse si è depotenziato. È un’iniezione di fiducia per la fase 2, ma per giudicare se gli italiani si saranno comportati bene ci vorranno 2-3 settimane”. Conferma Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova .
Bassetti non è certo la voce più autorevole a cui dare ascolto, basta leggere i fatti di cronaca sulle sue boutade negli ultimi 3 mesi.
Non ci sono evidenze molecolari che dimostrino una mutazione/evoluzione favorevole, anzi, dagli USA arrivano notizie in senso contrario, e cioè che dal mese di marzo sia in circolo una variante molto più aggressiva (ma anche qui manca l'evidenza molecolare).
Quel che posso dire è che il lockdown e la sensibilizzazione abbiano contribuito a cambiare l'impatto della malattia nella popolazione a rischio.
Dal punto di vista terapeutico sono cambiate parecchie cose rispetto a marzo: si usa molto più la scoagulazione, non si usano più gli antivirali mutuati dalla terapia antiHIV, e soprattutto i farmaci del miracolo tipo tocilizumab sono stati ridimensionati a casi specifici per un rischio di immunosoppressione grave, sostituendoli con corticosteroidi a boli e con altri farmaci analoghi tipo Anrakirna (proprio nel mio ospedale stanno conducendo uno studio molto incoraggiante).
Il ricorso all'intubazione precoce è stato inoltre sostituito da un atteggiamento più attendista, che ha consentito di prevenire le sindromi da ICU CHE possono essere fatali.
Banalmente, essendo che l'exitus è stato dimostrato essere conseguenze di fenomeni simil CID, potrebbe davvero essere stata la chiave di volta l'uso dell'eparina a basso peso molecolare.
Altrettanto banalmente, al domicilio usare i corticosteroidi potrebbe aver affievolito il rischio di evoluzione verso quadri infiammatori sistemici gravi.
Nessuno dirà mai che non ci abbiamo capito nulla e che ci siamo fidati ciecamente dei cinesi quando in realtà loro hanno limitato i danni più con la forza che con la medicina.
Loro sicuramente avevano intuito, seppur a fronte di un numero minimo di autopsie, che la chiave di volta non era tanto nel polmone e basta quanto a livello microcircolatorio sistemico.