benjomy ha scritto:
a me questo discorso del "siamo noi che non riusciamo a vedere la bellezza e l'innovazione"
L'hai detto: "non riusciamo a vedere", a prescindere da bellezza e innovazione (che poi sono anche concetti abbastanza relativi).
Cosi' come non riuscivano a vedere 50 anni fa e via dicendo. Non e' ne' un bene ne' un male, e' cosi'.
L'arte non pretende di essere gradevole, corretta o canonica. Semplicemente comunica, descrive, denuncia, il tempo in cui vive. E tanto piu' lo fa in modo pregnante e centrato, meglio e'. Il resto, quello che si premura di essere gradevole, canonico, o tecnicamente, o politicamente corretto e' artigianato, al limite. L'arte e' un'altra cosa.
Prendersela con l'arte e' come incazzarsi col medico che ci diagnostica un male, guardare il dito anziche' la luna...
benjomy ha scritto:
anche i grandi della musica al loro tempo non erano capiti" è il trionfo del qualunquismo, del tutto è lecito.
Si, tutto e' lecito, quando si parla di arte (e guai se non fosse cosi').
Il qualunquismo e' un'altra cosa.
benjomy ha scritto:
Un conto è il cattivo gusto, l'operazione commerciale più becera, e, in ultima analisi, la presa per i fondelli dell'ascoltatore..
Nell'arte, il "cattivo gusto" e' un fatto assolutamente soggettivo, "l'operazione commerciale" e' sempre esistita, e la "presa per i fondelli dell'ascoltatore" pure.
Non credo che Klee, Duchamp e Kandinsky, Schoenberg, Webern e Berg abbiano avuto i tappeti rossi, all'epoca.
Quindi?