@ anonimo
dipende
inizierò usando sostanzialmente I, III e V come note target...poi le VIII...e poi estensioni ed alterazioni
Una volta che padroneggio questo, uso le scale come strumenti di raccordo, con la massima consapevolezza però che
1) le note dell'accordo vanno sul tempo forte (e qui nasce la scala bebop di 8 note, che ci permette di aver sempre la nota dell'accordo sul tempo forte)
2) se sposto la nota dell'accordo sul tempo debole, devo farlo con intenzione e "recuperare" subito
3) come vedi non metto le faccine
Le faccine erano per l'amico jaam ahahha
Quando si è supportati in giri di accordi multipli come negli esempi postati da jaam forse allora si è un po' aiutati dagli accenti.
Ma se volessi fare un improvvisazione su un semplice giro II V I invece?
Sento spessissimo gente che suona blues/jazz ma anche funk/jazz che oltre le classiche pentatoniche maggiori e minori, e fraseggi jazz, improvvisamente esce di tonalità per poi rientrare velocemente. Tutti in modo molto simile. E a me non viene
Io per ora mischio tonalità maggiori e minori, uso cromatismi e intervalli di quarta. Con accenti e pause che sottolineano i fraseggi. Secondo me non è male il risultato. Ma non mi basta.
I "maestri" dicono, scendi un tono sotto o uno sopra eppure non viene. O un semitono boh. Evidentemente stanno usando dei modi musicali. quelle sono chiaramente scale di passaggio. Per questo ho sempre pensato che, se non in tutti i generi del jazz, le scale e le note appartenenti alla scala o all'accordo sono importanti. e sarebbe meglio conoscerle.
Jaam ha scritto:
considerando che con una struttura armonica puoi fare un concerto di due ore direi di si
Buon jaam non parlo del blues alla clapton
Ci sono blues/jazz più complessi
Ma lo sai!!!