@ nicolo
Quello che mi pare essere complesso è applicare un mare magnum di nozioni in un tempo ristrettissimo che è quello delli’improvvisazione.
E casco sempre in cromatismi, frammenti di pentatonica, qualche scaletta che sta bene sull'armonia delle sinistra, banalmente mi ricavo le note dall’accordo, e basta.
Sentirò il maestro come mi giudica, e se a 45 anni forse devo stare sui generi che già conosco.
Pop, o simili, intendo.
Ma mi secca, anche suonando pop, o fusion, qualche fraseggio jazz arricchisce sempre.
Poi il jazz mi piace proprio, ma non riesco a dominarlo.
Cercherò di capire cosa fare col maestro.
L’improvvisazione, come dice Gabriele Agosta, non è altro che composizione istantanea
Perciò quel che va padroneggiato sono:
1) i concetti base della composizione
2) gli elementi stilistici, ovvero ciò che differenzia una frase per esempio bebop da una frase mozartiana
3) i metodi di studio che permettono di introiettare i concerti sovraesposti al punto da poterli impiegare in maniera pressoché istantanea
Ovviamente l’ascolto di solisti famosi (e al limite l’analisi dei loro soli) è molto importante, andando a fissare in maniera subconscia un determinato sound, ma non è tutto, e per chi non è un genio non è neppure lo strumento principale
Forse che Bach ha imparato a scrivere le fughe andando per cattedrali ad ascoltare gli organisti famosi?
È l’ora di smetterla con approcci basati su leggende metropolitane, dilettantismo e naïveté: i metodi per insegnare il fraseggio jazz esistono e funzionano