fulezone ha scritto:
io non ho mai parlato di un clone, anzi, ho detto di mettere sopra una vecchia tecnologia un mega processore ultramoderno in modo da fondere le due tecnologie e prendere il meglio delle due!
E io torno a ripetere che se tu vuoi mettere un processore ultramoderno sopra quella "vecchia tecnologia", per com'è fatta quella "vecchia tecnologia" è comunque indispensabile la tastiera a bus bar. Quindi tutto quello che ho detto si applica sia al clone fedele all'originale, sia ad un'ipotetica tastiera che oltre al clone ha anche altri suoni, gestiti dal processore ultra moderno (perché la parte di organo a transistor del processore ultra moderno non se ne fa proprio niente, essendo analogica).
La tecnologia dell'organo combo con oscillatori master e divisori di frequenza per ricavare le ottave inferiori (da cui derivare anche i registri tramite cablaggi opportuni) non può prescindere dalla tastiera a bus bar. È fatta così. Al limite invece dei bus bar si potrebbe pensare ad un sistema che usi dei commutatori CMOS collegati ad un bus collettore su scheda che faccia le veci delle sbarrette sotto i tasti, in modo da poter usare una normale meccanica Fatar pre-assemblata invece della tastiera "speciale". Ed il circuito di commutazione collegato ad ogni tasto viene pilotato dal singolo contatto sotto il tasto stesso, in modo che quando questo è premuto il relativo circuito di commutazione faccia fluire i segnali di quella nota sulle linee del bus collettore. Ma anche qui, significa che per ogni tasto ci devono essere sulla scheda uno o più integrati aggiuntivi ed altra circuiteria di contorno, quindi di fatto il problema della complessità non lo diminuisci. Anzi rischi pure di complicare le cose, perché un conto è pulire o sostituire un contatto, un conto è sostituire un chip di quei circuiti che è saldato su scheda, perché è saltato. Oltrettutto dovresti trovare il modo di emulare il keyclick tipico di quegli strumenti e dell'Hammond, aggiungendo altra circuiteria, quando invece con l'uso dei bus bar quell'effetto verrebbe generato naturalmente senza bisogno di roba che lo emuli.
Alternativamente uno potrebbe svilupparsi uno o più ASIC (cioè dei circuiti integrato custom specifici per quel compito) che, sempre restando nel dominio dell'analogico, si occupino internamente di tutta la parte di generazione del suono e commutazione dei segnali. Ma anche qui, sviluppare un ASIC non è che costi poco, e per un mercato così ristretto come quello dell'organo combo non ne vale la pena, specialmente considerando che con l'emulazione digitale ottieni più o meno lo stesso risultato, ad un livello qualitativo ben più che accettabile ed a costi di ricerca, sviluppo e produzione ampiamente minori.