@ vin_roma
igiardinidimarzo ha scritto:
ritengo che nella maggior parte dei casi un compositore scriva in una tonalità piuttosto che in un'altra semplicemente perché gli 'esce' così...
Io mi riferivo ai "tastierai".
Modi per comporre ce ne sono tanti e personaggi come Bach, Mozart non avevano certamente bisogno dello strumento per scrivere e questo vale certamente per gli ensamble, cori etc. ...ma certa musica tastieristica, nei primi approcci della realizzazione, è certamente influenzata dall'interazione forma/suono della tonalità.
Sonata in La- n° 8 di Mozart: ...solo se parti a "giocare" in La- ti può venire quella frase.
Invenzione a Due voci in Re- di Bach...: la forma a vaschetta, quella che stimola l'inventiva (tra Do# sotto e Sib sopra) c'è proprio tutta. Anche nella Sinfonia n°15 in Si-: quella serie di arpeggi spezzati che si rincorrono sono simbiotici con la forma fisica di una mano che suona Si-.
Scarlatti? Quanta sua musica si può dire che è nata insieme alla forma della mano in quella tonalità?
Poi Debussy, Ravel ...pianisticamente, quante volte il suono in quella determinata posizione avrà influito sulla composizione? Per me spessissimo.
È una simbiosi che nasce e si evidenzia quando metti le mani sulla tastiera.
Sempre di Bach, fate caso alla frequente similitudine di forma delle sue composizioni per tastiera in Do- e in Re-.
Ciao vin_roma,
Ricordo che a un certo punto del mio percorso notai come alcuni dei brani più "arditi" di JSB fossero in Fa minore. Ad esempio la sinfonia (o invenzione a tre voci, che dir si voglia) numero 9. Chissà se è solo un caso...