@ Dantes
Ciao, nell'ultimo anno insieme ad un collega chitarrista abbiamo messo su un progetto come autori,
11 brani da inviare ad interpreti nazionali. Siamo in fase di mixaggio e ho le prime 2 bozze mix
Un'altra abitudine
Prima la pioggia
Approfittando della nobile iniziativa di giardini chiederei consiglio alle Vs nobili orecchie su eventuali errori nel mix e un consiglio su dove / come fare il master (magari un forumer!), ovvio anche sulle canzoni se vi va.
A chi vedreste adatti questi brani?
Mi permetto di dire la mia cercando di muovere critiche, per quel che posso permettermi, sul piano professionale perché tutto il resto è risolto.
Penso che nel panorama attuale i due brani siano ibridi, non si capisce bene dove collocarli, non perché tocca etichettare le cose ma perché ci si deve rivolgere ad un mercato che ha già deciso a meno che non ci sia una novità talmente sconvolgente da fare trend.
Secondo me i brani sono "compressi", ovvero, c'è materiale per farne un'opera estesa, come si usava negli anni '70, ridotti a qualche minuto destabilizzano l'ascoltatore per i troppi cambiamenti di fronte.
Ci vorrebbe una cultura pop che riaccettasse la musica "lunga quanto serve" per poter quindi sviluppare quegli ambienti sonori che qui appaiono solo come approcci in embrione.
In questo caso servirebbe più "musica", a dispetto di quei 40" prima della voce come in "Prima la Pioggia" che appaiono come un banale sottofondo in attesa di... e che in una canzone attuale diventano improponibili. Servirebbe più musica sviluppando in maniera potente l'episodio del piano e archi facendone qualcosa che non sia solo un preludietto ma un punto di eccellenza che poi prepari l'ambiente al cantato che ha dei punti importanti ma che vengono risolti anche questi in maniera poco incisiva, ovvero, ci vorrebbe più dinamica nei colori con picchi che "escano" e valorizzino gli episodi melodici.
Stessa cosa sento in "un'altra abitudine", così è dispersiva e non valorizza i tanti episodi che possono avere più carattere e sviluppo.
Insomma, ci vorrebbe un mercato di nuovo pronto ad accettarlo, ma il riferimento dovrebbe essere uno stile simile a quello di Alan Parsons estendendo gli episodi tipo quello che, sempre su "un'altra abitudine" appare al min. 1',35" circa, che è bello ma passa come acqua fresca, non incide, è sottovalutato.
Questo
o quest'altro
servono solo da esempio ma è per far ascoltare come ogni episodio ritmico, riff o quant'altro, venga valorizzato e fatto diventare un riferimento artistico e non una semplice macchia sonora.
In sintesi è questo ciò che penso: attualmente i brani sono ibridi, fatti bene ma mancano di personalità nell'esposizione e di un indirizzo vero e preso nel centro, non hanno ancora la struttura e la maturità artistica per avere un peso nel mercato. O i brani si condensano facendoli diventare vere canzoni o si espandono e si fanno diventare brani da concept album.