@ aiki957
Non credo che gente che assiste ad un concerto di musica "attuale" si possa accorgere se un tastierista sta usando una tastiera recentissima od una vintage, questo può risultare palese forse a gente come noi che suoniamo questi strumenti. Ma cmq credete davvero che pad, suoni synth etc magari di una korg m1, di una Roland d50 o di una Yamaha dx sfigurerebbero acusticamente? Anzi, potrebbero rendere il tutto molto più interessante, anche perché quelle sonorità la gente in generale le ha sentite per decine di anni, a volte in maniera subliminale, nei concerti, nei film, nelle pubblicità, e fanno parte ormai del tesoro musicale interiore di ciascuno di noi.
Edited 21 Lug. 2016 22:03
Dipende dalla "tipologia" di gente che assiste al concerto. Alla maggir parte basta andare al concerto ed ascoltare i brani del loro gruppo o solista preferito. Posso tuttavia certamente immaginare che una sparuta minoranza sia "del settore" e abbia una certa competenza per capire quali strumenti vengono usati.
Dei miei primi 50 anni, 37 li ho trascorsi sulle tastiere e sintetizzatori e penso d'aver acquisito una certa dimestichezza nel riconoscere i timbri acustici e sintetici e da dove provengono.
Relativamente poi ai suoni, tutto dipende da come vengono utilizzati. Se si tratta di riproporre un repertorio di una certa epoca, è evidente che bisognerà utilizzare strumenti coevi (anche se nessuno impedisce di stravolgere radicalmente l'arrangiamento), viceversa se si usano strumenti datati perché si ritiene che siano entrati nella "memoria collettiva" questa è un'opinione con la quale non sono molto d'accordo
Per fare un esempio estremo, il timbro di pianoforte di Korg M1,
nella sua infinita bruttezza, lo ricordiamo per aver caratterizzato in modo quasi totale la musica dance degli anni '90, ed essere stato utilizzato anche in altri contesti più colti (Ryuichi Sakamoto, Mark Isham e tantissimi altri) non sarà mai utilizzabile per un concerto per pianoforte ed orchestra di Sergej Vasil'evič Rachmaninov... Sarebbe completamente fuori contesto, a mio modesto avviso.
Per concludere, anche se si potrebbe andare avanti ancora per molto, ci sono suoni e suoni, alcuni dei quali, pur essendo entrati nella memoria collettiva, non si possono più ascoltare perché troppo caratterizzanti un'epoca.
Più che altro, il rovescio della medaglia, sta nel fatto che l'esplorazione di nuovi sistemi di sintesi è ferma al palo e, da anni, continuiamo a rigirarci sempre nella stessa fangosa palude.